La storia della Chiesa

Indice

Parte prima

Età Greco - Romana

La Chiesa nascente nell'ambito della civiltà antica

§ 3. Delimitazione e divisione dell'antichità cristiana

1. La storia ecclesiastica dell'Antichità cristiana si articola in due grandi epoche: la « cesura » è data dal cosiddetto editto di tolleranza di Milano del 313 ( § 21 ).

La prima epoca comprende dunque la vita della Chiesa nell'Impero Romano pagano ( fino al 313 ), la seconda le sue vicende nell'Impero Romano « cristiano » ( dal 313 fino alle migrazioni dei popoli ).

Nella prima epoca le singole tappe dello sviluppo sono caratterizzate:

a) dalla presa e distruzione di Gerusalemme da parte dei Romani nel 70;

b) dalla scomparsa degli ultimi testimoni oculari e auricolari della vita del Signore verso il 100, e dalla morte degli ultimi discepoli degli Apostoli circa il 130 ( o 150 ).

a) La presa di Gerusalemme significa la fine del giudaismo politico, lo sradicamento degli oppositori allora più pericolosi della Chiesa: il giudaismo ostinato e ostile ai cristiani e il Cristianesimo giudaico divenuto eretico; inoltre la forzata dispersione della prima comunità cristiana fuori Gerusalemme ( espansione ).

b) Fin verso il 130 la figura storica di Gesù, attraverso i discepoli degli Apostoli, operò ancora direttamente sulla comunità.

Quest'immediatezza era una forza unica nel suo genere.

La personalità, la figura, sì, per così dire, la voce del Signore agivano come qualcosa di vivo, di vicino.

Altrimenti non sarebbe comprensibile lo straordinario impeto della diffusione del « piccolo gregge » ( Lc 12,32 ) apparentemente disperso di fronte alla potenza mondiale della Roma pagana.

- In seguito, al posto di un legame immediato con la vita storica di Gesù, si stabilì definitivamente e universalmente un'unione soltanto mediata; un cambiamento questo semplicemente decisivo.

Per questo si avvertì l'esigenza intima di fissare la dottrina portata da Gesù.

2. Nella prima epoca, gli anni 30-70 ( 130 ) costituiscono il tempo del Cristianesimo primitivo; è l'epoca puramente religiosa della fondazione della Chiesa, il tempo degli Apostoli e dei loro discepoli; il tempo nel quale la vita cristiana non contrae ancora alcun rapporto con la civiltà.

Il Cristianesimo primitivo è la migliore illustrazione della parola di Gesù: « non di questo mondo » ( Gv 18,36 ).

Dominano visioni escatologiche: si attende come prossima la fine del mondo, non sempre allo stesso modo e con chiarezza ( le lettere di Paolo ), ma in guisa però che appariva inutile o addirittura riprovevole cercare di adattarsi sulla terra.

È il tempo nel quale entusiasmo religioso e carità attiva e operante riempiono quasi tutta la vita dei cristiani.

L'ambito geografico è dato prevalentemente da Palestina, Siria, Asia Minore, Macedonia, Grecia ( Gerusalemme; Antiochia, campo della missione di Paolo ), poi anche da Roma e dalla « Spagna ».

La seconda parte di questa prima epoca, ossia gli anni dal 70 ( 130 ) al 313 costituiscono il periodo ellenistico-romano.

La situazione adesso ( assieme agli elementi menzionati ) viene caratterizzata anche, sebbene lentamente, dalla relazione della Chiesa col « mondo », in particolare:

a) con la cultura ellenistica: periodo delle apologie e del formarsi della teologia in lotta contro scepsi ed eresie ( Gnosi );

b) con lo Stato Romano: la Chiesa che lotta e che soffre, ma che afferma lo Stato; periodo delle persecuzioni contro i cristiani.

3. Nella seconda epoca ( 313 sino alla fine delle migrazioni dei popoli ) il Cristianesimo è libero.

Essere cristiano non è più un rischio, ma un vantaggio; i vescovi sono dei favoriti, socialmente e giuridicamente.

All'esterno: la Chiesa diventa religione di Stato, la Chiesa diventa « Chiesa Imperiale ».

Ma l'Imperatore è anche il « Signore » della Chiesa.

- All'interno: periodo della teologia dei Padri della Chiesa, della formazione del Monachesimo e delle grandi controversie dottrinali e precisamente:

a) in Oriente quella trinitaria ( IV secolo ) e quella cristologica ( V, VI, VII secolo );

b) in Occidente la questione della Grazia ( Pelagianesimo ), il problema della Chiesa e della sua santità oggettiva ( Donatismo ): epoca di Agostino.

4. Il limite terminale dell'Antichità cristiana non può essere fissato in maniera unitaria.

Ad ogni modo, in Oriente esso si situa molto più tardi che in Occidente.

Ma qui, nonostante l'incidenza profonda delle migrazioni dei popoli, è molto difficile stabilire con una certa esattezza cronologica quali anni segnino la « fine » dell'antichità e l'« inizio » del Medioevo.

Ciò per vari motivi.

In un primo tempo scompare solo uno degli elementi che caratterizzano l'Antichità cristiana: l'Impero Romano, quindi la cornice politica e geografica.

Non scompare però l'altro elemento, quello interno: la civiltà antica che solo si attenua e si sposta.

Anche dopo le invasioni barbariche, la vita, nell'ambito propriamente ecclesiastico, continuò dapprima nelle forme antiche.

La lingua latina della liturgia rappresenta anzi il gancio più forte fra i due periodi.

Dobbiamo parlare quindi di una zona di confine fra antichità e Medioevo; tarda antichità e Medioevo si intersecano molto in profondità.

Indice