La storia della Chiesa

Indice

II. Il Monofisismo

1. Esagerando la dottrina della reale unione delle due nature nell'unica persona di Gesù Cristo, un acuto oppositore del Nestorianesimo, l'eminente monaco Eutiche ( + 451 ) e il Patriarca Dioscoro di Alessandria ( + 454 ) giunsero alla concezione ( che si avvicinava a quella di Apollinare ) che l'unione delle due nature è talmente intima da garantire non solo l'unità della persona di Cristo, ma da diventare una sola natura.

E poiché si trattava proprio di assicurare la redenzione, fu predicata l'unità della natura divina: Monofisismo; la natura umana è assorbita da quella divina.

a) Questa eresia fu combattuta in Occidente e in Oriente.

Ma proprio qui apparve evidente quanto complesse fossero le forze in gioco.

Si sviluppò uno sconvolgente e disordinato incrociarsi di fervore in difesa delle decisioni di Efeso ( oppure di paura nei confronti di ogni elemento che anche minimamente sembrasse toccarle ), di arroganza politico-ecclesiastica e d'intrighi di corte.

L'eccessivo zelo teologico si manifesta, forse, con la massima chiarezza nel menzionato Patriarca Dioscoro d'Alessandria, il successore di Cirillo, l'eroe del concilio di Efeso.

È umiliante dover costatare come ogni sorta di forze, del tutto irreligiose, abbiano potuto far prevalere ora l'una ora l'altra delle due dottrine, far condannare la dottrina contraria e, di conseguenza, imprimere la loro impronta nel governo della Chiesa.

Il contrasto Antiochia-Alessandria crebbe e così pure l'opposizione fra l'ascendente Nuova-Roma ( Costantinopoli ) e Alessandria.

Alcuni raggruppamenti, dopo una prima condanna della dottrina monofisita, la definirono ortodossa in un sinodo tenuto a Costantinopoli nel 448 e poi nuovamente in un concilio convocato dall'imperatore di tendenze monofisite, a Efeso nel 449, sotto la presidenza del Patriarca Dioscoro; in esso ebbero gioco minacce, privazioni del diritto di voto e coercizione morale; ai legati del papa Leone I fu negato di poter presiedere l'assemblea ( neppure la sua epistola dogmatica poté essere letta ): è questo il sinodo che Leone I definì sinodo dei ladroni e condannò.

b) La decisiva definizione dogmatica fu resa possibile in sostanza dalla morte dell'Imperatore.

Sua sorella Pulcheria, divenuta imperatrice, col suo consorte Marciano, pose fine alla càbala di corte e si pervenne al Concilio di Calcedonia nel 451; vi presero parte, invero, quasi esclusivamente vescovi orientali, ma furono i legati del Papa a presiedere, a parlare per primi, a firmare per primi.

La lettera di Leone del 449 al Patriarca di Costantinopoli fu letta ed entusiasticamente acclamata ( « Pietro ha parlato per mezzo di Leone » ).

Non mancarono tumulti.

Ma la lettera di Leone prevalse.

Fu affermato « un Signore in due nature ( substantiae ), in una, persona, senza mescolanza o divisione ».

Dioscoro fu deposto ed esiliato.

c) Poiché Nestorio aveva messo poco in rilievo la divinità di Gesù, era facile che i monofisiti qualificassero ogni moderazione della loro eccessiva affermazione del divino come Nestorianesimo maledetto.

Così in effetti reagirono i monofisiti di Alessandria.

La massa e i monaci usciti dalla solitudine protestarono tumultuariamente e il Patriarca Proterio in uno di questi tumulti fu ucciso, nel 457, assieme ai suoi seguaci.

Anche in Palestina monaci insorti con l'appoggio dell'imperatrice Eudossia ebbero il sopravvento, finché l'armata soffocò nel sangue la loro violenza.

2. Ciononostante il Monofisismo divenne l'eresia più forte e più popolare dell'antichità cristiana.

Ciò era dovuto anche a motivi molto concreti di carattere politico e politico-ecclesiastico, cioè il mutamento dell'ordine di precedenza, fino allora vigente in Oriente, a favore della residenza imperiale che fu posta in rilievo come la Nuova-Roma, cosa che, a sua volta, indebolì la posizione gerarchica di Alessandria.

Accadde pertanto che Alessandria assieme alla Chiesa egiziana ( con poche eccezioni ) rifiutò Calcedonia.

I Monofisiti riuscirono ad impadronirsi di quasi tutte le sedi episcopali nei patriarcati di Alessandria e Antiochia ( Chiesa siriaca ).

I patriarchi eretici sotto l'imperatore Leone I ( 457-474 ) dovettero bensì abbandonare le loro sedi, ma dopo la sua morte furono nuovamente insediati dall'usurpatore Basilisco ( 475-76 ): la lotta si spostò sul piano politico.

L'imperatore Zenone ( 474-91 ) fece il tentativo di una formula di compromesso che risalisse allo stato di cose anteriori a Calcedonia ( il cosiddetto Henotìkon 482 ); dovevano valere soltanto i decreti di Efeso, Costantinopoli e Nicea ( Calcedonia, quindi, sarebbe stato indirettamente condannato ).

Ma poiché Papa Felice II ( 483-492 ) aveva comminato l'esilio e la deposizione al consigliere dell'imperatore, il Patriarca Acacio, si giunse ad una rottura completa fra Chiesa orientale e Occidentale ( il cosiddetto scisma acaciano 484-519 ), mentre il Monofisismo in Oriente dilagava, sempre più.

L'imperatore Giustino nel 519 ristabilì la pace ( ci fu allora un solenne riconoscimento del primato romano da parte dei vescovi greci ), ma il Monofisismo rappresentava ulteriormente un pericolo per l'unità interna dell'Impero.

L'imperatore Giustiniano tentò con due editti90 e col V Concilio ecumenico di Costantinopoli nel 553, di conciliare i Monofisiti con la Chiesa dell'Impero.

Invano: in Oriente alcune Chiese territoriali monofisite ( e nestoriane ) si trovavano in forte opposizione con Bisanzio.

Anche in Occidente il decreto conciliare del 553 non era stato riconosciuto da tutti.

Le province ecclesiastiche di Milano e Aquileia si separarono per qualche tempo dalla sede romana.

Ciò significa: a poco a poco il Monofisismo s'infiltrò nella maggior parte delle chiese dell'Impero Bizantino, mentre nello stesso tempo il Nestorianesimo si diffondeva in Persia, in India, nell'Arabia settentrionale fino in Siberia.

3. a) Le peculiarità di questa lotta teologico-dogmatica, dopo Calcedonia, le può a stento ritenere la memoria di uno specialista.

Questo ha anche un motivo interno consolante: sussisteva una certa affinità nella vera e propria meta a cui tendevano i partiti in lotta.

È vero che le loro contraddittorie formulazioni celano in sé una reale minaccia di morte per la vera fede; e perciò era estremamente necessario che venisse trovata e stabilita la formula giusta.

Ma l'intima affinità in quello che le parti ostili effettivamente volevano non viene per questo distrutta.

Lo dimostra l'ulteriore sviluppo della dottrina nelle Chiese scismatiche, fino ai nostri giorni; per il Nestorianesimo non si riuscì neppure a trovare un nome che ne definisse in concreto l'oggetto.

b) A questo punto è più importante comprendere il modo della lotta.

Accanto alla rappresentazione coerente della dottrina ortodossa troviamo incertezze, compromessi e riserve intellettuali; deposizione e nuovo insediamento dei patriarchi che si succedettero nelle sedi di Alessandria e di Costantinopoli, il modo di procedere del vescovo di Efeso, inganno di legati papali, reazione di tutto l'Oriente contro la condanna di Acacio da parte di Roma, e quindi avvicinamento più stretto dei vescovi orientali nonostante esistessero rilevanti controversie fra di loro; gravi interventi di imperatori monofisiti ( per esempio la deposizione di un patriarca ortodosso di Costantinopoli ) o il barcamenarsi di patriarchi grossolanamente amanti del compromesso ( come Macedonio 496-511, per giunta di fronte a un Papa come Gelasio ), caute riprese di contatto di Roma e ritorno alle posizioni intransigenti di Gelasio, sotto Papa Simmaco.

Anche il comune accordo ufficiale, finalmente raggiunto, dei patriarchi di Costantinopoli, Antiochia e Gerusalemme con la dottrina ortodossa e con Roma fu nuovamente turbato da pericolose azioni monofisite appoggiate dalla corte.91

Tutt'insieme: una incredibile confusione e opposizione di persone ( imperatori, patriarchi, vescovi, monaci e masse di popolo sobillate ), di idee, interessi e intrighi, rivalità e violenze di carattere religioso, ecclesiastico, politico e umano, troppo umano, spesso in maniera troppo insufficiente frenate dall'elemento cristiano; mene poco edificanti, anzi terribilmente fratricide, nelle quali - per dirlo ancora una volta - era in gioco tuttavia, inevitabilmente, l'unica verità salvatrice.

4. Il Monofisismo si è mantenuto fino ad oggi in vari gruppi ecclesiastici in Siria ( Giacobiti ), in Armenia, in India, nella Chiesa copta ed etiopica.

Ma il loro sviluppo dimostra che, quanto effettivamente esso voleva sostenere, è assicurato nella Chiesa cattolica: alcune parti si sono unite ad essa; per coloro che sono ancora divisi le differenze si riducono, in ultima analisi, a questioni di terminologia.

Indice

90 Papa Vigilio ( 537-555 ) in questa occasione assunse in un primo tempo una posizione poco chiara.
91 Questa fu la situazione fino alle lotte contro i Papi delI'VIII secolo ( § 35 ).
Quando poi l'ortodossia di Calcedonia trionfò finalmente anche a Bisanzio, la rivalità contro Roma era divenuta lì talmente forte e le due parti si erano talmente sviluppate in modo indipendente che la rottura del 1054 poté crescere a poco a poco, organicamente.