La storia della Chiesa

Indice

Secondo periodo

La rinnovata ascesa della Chiesa sotto la protezione dell'Impero

§ 44. Le condizioni politiche nell'impero « Tedesco »

Il nuovo impero

1. Dallo smembramento dell'unico Impero erano sorti nuovi stati singoli, il più forte era la Germania.204

Dappertutto vennero affermandosi le autorità particolari.

Contemporaneamente, e conseguentemente alla decadenza del Papato, sembrò ritornare l'epoca delle Chiese nazionali isolate e anche contrapposte le une alle altre.

Si poneva nuovamente il problema, se sarebbe stato possibile realizzare una unità di organizzazione occidentale che era sembrata risolta positivamente da Bonifacio-Pipino-Carlo Magno e dal Papato; anzi, una soluzione positiva sembrava ora più minacciata che nelI'VIII secolo.

Dov'era ora la forza centrale capace di ristabilire l'unità della Chiesa e dell'Occidente?

È quella formazione che, quando il regno franco universale si dissolse ( nei disordini del saeculum obscurum ), come parte orientale del regno si costituì in regno indipendente205 ( ed erede dell'« Imperium Romanum » ).

È dunque la futura Germania.

Ad essa, quale potenza che andava affermandosi ( sotto Enrico I e Ottone I ) e si imponeva « al mondo », del quale curava gli interessi comuni in relazione alla Chiesa e alla cultura ( Heimpel ), tocca anche la corona imperiale.

Nell'anno 924, con la morte dell'imperatore Berengario, si era estinta la successione imperiale e l'idea dell'Impero sembrò essersi esaurita in Occidente.

Ma Ottone I, in Aquisgrana, era stato sul trono dell'imperatore Carlo e dopo la vittoria sugli Ungheresi a Lechfeld nel 955 era stato acclamato Imperatore.206

Nel 962 fu incoronato Imperatore207 dal Papa.

L'Impero era stato rinnovato.

Una realtà illuminante: nonostante l'indicibile indebolimento del Papato, si era mantenuta la tradizione che solo il Papa potesse conferire la dignità imperiale.

Considerando l'idea imperiale di Ottone I, acquista particolare importanza la naturalezza con la quale egli si era rivolto al Papa.

Ma l'Impero non era solo rinnovato, era unito al regno tedesco, a una potenza particolare: emerge una problematica profonda che nei prossimi secoli ( persino fino agli inizi dell'800 ) avrebbe spesso gettato delle ombre nella storia.

La « Germania » ora ( nel X e XI secolo ) guida l'Occidente e la Chiesa.

A questo periodo « tedesco » nel XII secolo ne subentrerà uno « francese » ( Cluny, Bernardo, Alessandro III208).

2. Certo, questo nuovo impero non comprendeva più l'impero politico-universale di Carlo Magno.

All'esterno, tutta la parte occidentale era esclusa dal suo ambito.

E per essa, come per tutta l'Europa occidentale, l'Impero medievale, rimarrà in seguito, eccetto i casi in cui ci si poté in qualche modo servire di esso, nulla più che un'idea ( naturalmente, un'idea di notevole potenza storica ).

Ma neppure in Germania i successori di Ottone I hanno pienamente attuato quella realtà che egli sembrò aver assicurato all'idea dell'Impero ( Ranke ).

Un vero potere l'imperatore tedesco lo possedeva in Germania ( soprattutto nei territori ereditari ); fuori di essa soltanto sull'Italia imperiale ( da Corrado II in poi ) e sulla Borgogna.

Nell'ambito delle idee però le cose stanno ben diversamente.

Infatti, gli imperatori tedeschi che ora seguiranno: gli Ottoni, i Salì e gli Hohenstaufen, fanno proprio espressamente l'universalismo politico dell'antica idea dell'Impero che era sempre rimasta viva nell'Impero orientale.

Questa tendenza ( a far coincidere i confini dell'Impero con quelli del « mondo » ) si palesa soprattutto in Ottone III o in Federico Barbarossa, il quale, conforme alla sua idea imperiale, definiva talvolta l'Impero orientale semplicemente come « regno di Grecia » e gli altri re come « reguli » ( piccoli rè ).

Il rapporto Imperatore-Papa viene inteso, per principio, come in passato: fusione di Impero e Chiesa sotto la protezione e ( soprattutto ) la guida degli Imperatori.

Il fatto che, a ciò contrapposto, la concezione del Papa ( « tutto il mondo è la Chiesa », Niccolo I ) attribuisse la guida al Papato, rivela ancora quella tragica tensione della quale già parlammo, che talvolta fu ( o sembrò nascosta ), ma non fu mai veramente risolta; tanto meno che, come è già stato detto, il potere reale degli Imperatori ben presto non ebbe più alcun rapporto con la pretesa di universalità e non tenne più conto della progredita differenziazione politica ed ecclesiastica.

3. Anche all'interno dell'Impero il potere dell'Imperatore non era più quello di Carlo Magno.

Questi, accanto a sé, non aveva avuto alcun potere politico che in qualche modo fosse pari al suo.

Disponeva soltanto di « ufficiali » che agivano sempre in suo nome e secondo le sue direttive.

Ma dopo che il potere imperiale si affievolì e fu instaurato il sistema feudale, i ministeriali divennero nobili che ereditavano e lasciavano in eredità i loro uffici e i loro feudi in famiglia.

Quindi, di fronte al sommo potere centrale, si ergeva una quantità di forze intrecciate con vincoli di sovra- e sub-ordinazione, senza l'appoggio delle quali il re era soltanto uno fra molti pari.

Questi rapporti hanno dominato in modo significativo ( in bene e in male ) la vita politica e politico-ecclesiastica, e quindi anche la vita religiosa, del successivo Medioevo tedesco e in parte non-tedesco.

Bisogna tenerli ben presenti, perché sono indispensabili alla comprensione del successivo sviluppo storico.209

4. Queste forze a tendenza prevalentemente centrifuga, si trovano parte in mano di prìncipi laici, parte in mano di prìncipi ecclesiastici ( vescovi ).

Per respingere la concorrenza dei Grandi ribelli che facevano pressione su di lui, Ottone I rafforzò il potere dei vescovi mediante l'investitura e la concessione di diritti pubblici e di beni sempre maggiori.

Poiché i beni episcopali alla morte del possessore ritornavano sempre al regno e la nomina dei vescovi in quanto Principi dell'Impero spettava al rè, il rafforzamento della loro potenza implicava necessariamente anche quello della monarchia nel senso della potenza imperiale, non di quella della loro casa.

L'investitura significa naturalmente anche un rafforzamento politico-economico della gerarchia germanica.

In quanto riuniva nell'unica mano del vescovo il pastorale religioso e la spada del principe secolare, le era resa possibile in tutti i sensi anche la cristianizzazione.

Ma appunto questo comportava anche dei pericoli: l'offuscamento dell'istanza religiosa del ministero ecclesiastico e con esso della Chiesa stessa, l'effettivo irretimento in affari temporali, la sua dipendenza dallo Stato fino alla perdita della libertà, la secolarizzazione dei suoi capi, i vescovi, fino all'ingresso simoniaco nell'ufficio religioso, e quindi vita non-ecclesiastica, non-canonica.

La Chiesa dovrà condurre ben presto una grande lotta per riacquistare nuovamente l'indipendenza e la spiritualità ad essa essenzialmente necessarie.

E con questa lotta indebolirà la Germania in modo particolarmente sensibile ( perché in nessun altro luogo come qui l'intreccio era tanto stretto ).

Ancora una volta qui dobbiamo fare la costatazione fondamentale, alla quale la problematica specificamente medievale ci obbliga: quegli abusi sono in gran parte conseguenze necessarie della contaminazione delle due sfere senza una sufficiente distinzione e senza un coordinamento sufficiente e ministeriale compiuto dalle due parti.

( Il fatto che questa mescolanza insufficientemente distinta abbia continuato a sussistere anche in questa epoca sotto differenti insegne di dominio, gravò sulla successiva lotta per la « libertà » ).

Le tensioni interne alla Chiesa in rapporto agli elementi nuovi del futuro non mancano di forza religiosa in senso stretto ( cfr. il partito riformista a partire da Lodovico il Pio più avanti ), ma si svilupparono principalmente verso una nuova coscienza ecclesiastica non immediatamente religiosa e si estrinsecarono così soprattutto nel campo della organizzazione ecclesiastica.

Da questa Chiesa imperiale così costituita, però, doveva poi sollevarsi, con la potenza di un processo vitale, la futura riforma ( gregoriana ).

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204 Nella storia politica il tempo dal 936 al 1056 viene considerato come primo periodo dell'alto Medioevo.
Prendendo come misura la cristianizzazione dell'Occidente, questo è l'ultimo periodo che precede quella ascesa definitiva dell'Europa centrale a quella forma che merita nella comprensione storica il nome di Occidente cristiano.
205 Non nel senso di nazione! L'aggiunta « nationis germanicae » ebbe origine nella II metà del XV secolo.
206 I contemporanei lo celebrano come « capo del mondo ».
207 Non si chiamava ancora, o non ancora con coerenza, imperniar Romanorum; questa denominazione venne costantemente aggiunta al titolo di imperatore da Ottone II, durante la contesa con Bisanzio.
208 Determinanti in questo Papa non furono tanto le sue origini italiane quanto l'indirizzo della sua politica ecclesiastica.
209 In seguito, con la nascente centralizzazione del potere politico un processo svolgentesi in direzione opposta formerà ancora degli ufficiali.
Questa centralizzazione inizierà dapprima in Francia.
Là agivano ancora reminiscenze romane e ( in Fiandra ) lo sviluppo economico ( dall'ambiente, al commercio e al denaro ) era il più progredito.
L'ufficiale moderno non sarà - come il feudatario - partecipe del potere politico, ma sarà pagato ( Heimpel ).