La storia della Chiesa

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IV. Lo sviluppo contemporaneo in oriente

Nonostante tutte queste tensioni e questi disordini in Occidente, non si era del tutto estinta la speranza di una riunificazione con la Chiesa orientale.

Gregorio X ( 1271-76 ), Papa profondamente religioso, era conquiso dall'ideale delle crociate.

Ma la situazione in Oriente era radicalmente mutata.

Attraverso una lotta dura e tenace, gli Imperatori bizantini erano riusciti a consolidare gradatamente il loro dominio e ad insediarsi nel Peloponneso ( Mistra, sopra l'antica Sparta ).

Il primo imperatore dei Paleologi ( 1259-1453 ) riuscì poi molto presto ( 1261 ) ad eliminare l'impero latino di Bisanzio e a far ridiventare la Roma-orientale una specie di grande potenza ( tra i Bulgari, i Selgiucidi e le potenze occidentali ).

Questo offrì alla Chiesa orientale, con la sua ricca tradizione e la sua molteplice cultura monastica, un nuovo ambito di sviluppo.

La sopraccennata unione delle Chiese a Lione ( 1274 ) ebbe anche una grande importanza per la difesa e la eliminazione di signori franchi in Grecia, i quali, come discendenti dei crociati, si erano eretti propri domini.

Tale motivazione fortemente politica - come pure la profonda avversione per l'Occidente lasciata dalla conquista di Bisanzio ( 1204 ) e dall'impero latino - fece fallire l'unione delle Chiese non appena le speranze politiche in essa riposte si rivelarono illusorie.

Bisanzio, con le sue sole forze, non riuscì a resistere agli Ottomani che stavano avanzando nell'Asia Minore e perdette una provincia dopo l'altra.

Da qui in avanti la Roma orientale poté soltanto procrastinare l'imminente caduta con l'eroico valore, però, non essendo unita all'Occidente, riuscì soltanto a protrarre l'agonia, ma non ad evitarla.

L'anno 1453 è solo il tragico risultato di errori commessi in passato, sia in Oriente che in Occidente.

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