La storia della Chiesa

Indice

§ 59. Apogeo della Scolastica

1. a) Possibilità, necessità, realtà, vantaggi e pericoli della teologia rappresentano uno dei grandi, fatali problemi della storia della Chiesa in generale e di quella occidentale in particolare.

Già nella Sacra Scrittura la problematica accennata in questi termini emerge come un fattore decisivo per l'annuncio cristiano, specialmente in Paolo e Giovanni.

Si può riassumere così il problema in una breve formula: quando o in che punto della Sacra Scrittura la sua parola profetica è asserzione teologica in senso stretto, e quindi va intesa letteralmente?

La lotta per questo senso « letterale » e questo senso « strettamente teologico » ( e quindi per una terminologia esatta che gli corrisponda ) realizzata in affermazioni, differenziazioni o anche negazioni rappresenta il nucleo più intimo di ogni studio teologico.

La maggiore vicinanza o la minore lontananza della terminologia usata di volta in volta rispetto alla parola e ai simboli della Sacra Scrittura, caratterizza, nell'ambito della teologia, gradi diversi sia di comprensione scientifica della materia rivelata, sia di varia valutazione cristiana nella formulazione astratta della verità rivelata nella parola biblica.

b) Dopoché l'antico pensiero cristiano aveva toccato delle vette eccelse con Origene, i Cappadoci e Agostino, il Medioevo, quale erede ancora non adulto del retaggio greco-agostiniano, si avviò per la strada molto lunga e tortuosa della rielaborazione di una teologia autonoma, occidentale.

Oltre ai puri tradizionalisti e compilatori ci siamo imbattuti nei primi tentativi di Beda il Venerabile e Scoto Eriugena.

Un nuovo impulso significativo e di qualità lo troviamo in Bernardo di Chiaravalle e in Abelardo.

Il rimprovero di Bernardo ad Abelardo di aver trasceso i suoi limiti, ossia quelli posti all'uomo, caratterizza chiaramente il grado di sviluppo: la filosofia e la teologia dialettica, la Scolastica sono una risposta al cercare dell'uomo ( e anche del laico ) occidentale che sta diventando adulto.

La particolare « teologia monastica » di Bernardo solleva insistentemente due problemi relativi all'essenza della realtà teologica: primo, se sia possibile una teologia scientifica anche prescindendo da una terminologia astratta, esattamente elaborata; secondo, se non ci sia il pericolo che tale astrazione, in certi casi, non ci accosti al vero, ma, al contrario, provochi in determinate situazioni un allontanamento dal senso della parola biblica e con ciò dalla comprensione della sua pienezza.

Possiamo definire come capolavoro dell'alta Scolastica, che non visse certo a lungo, il fatto di essere riuscita sia a raggiungere una insuperabile « univocità » di un ingegnoso linguaggio concettuale, sia a esprimere nello stesso tempo, nella fede la ricchezza della Scrittura e la sua paradossale incomprensibilità.

c) L'alto Medioevo si distingue per la sua grande unità interna.

Un segno notevole di questa unità è costituito dalla armonia tra fede e scienza da esso proclamata.

La testimonianza scientifica di questa convinzione è stata data dall'alta Scolastica.

L'alta Scolastica è il coronamento di un lungo sviluppo, che inizia con il discorso di san Paolo all'Areopago e al quale hanno partecipato in modo vario a cominciare dagli Apologeti del II secolo ( § 14 ), tutti i teologi cristiani delle età successive nei quali fu viva la forza del pensiero.

Essa è la conclusione provvisoria di un lavoro secolare inteso alla retta determinazione dei rapporti tra ragione e rivelazione, una formulazione, sempre valida nei punti decisivi, del problema della teologia, la classica soluzione del problema fondamentale del mondo greco ( § 15 ).

Con ciò non si vuoi dare l'illusione di una ( inesistente ) linea di sviluppo pienamente unitaria, ne sostenere l'opinione che dopo la Scolastica, in campo cattolico, non ci sia più posto per alcun vero problema e neppure per problemi che tocchino gli elementi di fondo.

Se già tutto il nostro conoscere nella fede è parziale ( 1 Cor 13,9 ), quanto più lo sarà il tentativo dell'intelletto di descriverlo!

La Scolastica costruisce sulle asserzioni della Scrittura, sia nei commenti ai suoi libri, sia nelle sentenze che nascono da glosse alla Scrittura.

Essa però non offre soltanto una dottrina. Nelle sue « somme » c'è tanto ordine cristiano, da diventare per lo spirito una dimensione dell'esistenza ( Guardini ).

d) L'alta Scolastica crebbe nelle università del secolo XIII, come ulteriore, vitale sviluppo della nuova scienza sorta nel secolo XII ( § 51 ).

In queste istituzioni ( specialmente a Parigi ) non si insegnava in francese o in italiano, ma in latino; esse erano frequentate da maestri e allievi di tutto l'Occidente.

Costituivano una espressione vivente della cultura ecclesiastica unitaria, soprannazionale e universale dell'alto Medioevo.

Attraverso la libertà di spostamento dei maestri e degli studenti, lo spirito coltivato a Parigi fu trasmesso anche ad altre università dell'Occidente.

Le università in tal modo furono da parte loro causa e rafforzamento della cultura unitaria dell'Occidente.

Il loro sorgere e il loro fiorire è merito, in larghissima parte, dei Papi.

Senza i privilegi e i benefici da essi accordati, a molti, anzi alla maggior parte, non sarebbe stato possibile frequentare queste scuole superiori, e soprattutto ai maestri non sarebbe stato possibile insegnare.

Le università più antiche erano Bologna, Parigi, Salerno, Montpellier, Oxford.

Gli insegnanti erano organizzati per facoltà, gli studenti per nazionalità.

Tutti dovevano studiare filosofia ( facoltà delle arti ), prima di essere ammessi alle facoltà superiori.

Nella facoltà di teologia la lettura e lo studio della Sacra Scrittura costituivano il fondamento di ogni altro studio.

In Germania le prime università sorsero solo nel secolo XIV ( Praga nel 1347; più tardi Vienna, Heidelberg, Colonia, Erfurt, Wurzburg ).

Gli Ordini avevano fondato ben presto dei propri « studi generali » ( v. cartina 27 ).

2. Il fiorire della scienza teologica nelle università è strettamente connesso con il progresso straordinariamente rapido di tutta la vita intellettuale dell'Occidente a partire dal secolo XII ( che si distingue in maniera così incisiva dal lento ritmo del risveglio intellettuale nei secoli precedenti, dalle migrazioni dei popoli in poi ).

Sia per essa in generale che per la teologia, il nuovo grande fecondatore fu l'Oriente e in particolare Aristotele, il massimo esponente del pensiero greco.

a) Fino al secolo XII in Occidente si avevano solo scarse conoscenze delle sue opere.

Ora invece, a poco a poco, si vennero a conoscere anche gli scritti metafisici, fisici ed etici.

Il massimo risultato della così evoluta filosofia del popolo intellettualmente più dotato entrò quasi di colpo nel pensiero occidentale.

b) Ciò importava una fecondazione profonda, ma nascondeva anche un grave pericolo.

Si può ben dire che in Aristotele Yanima naturaliter christiana fosse giunta a dei risultati, che in gran parte « concordavano » con la dottrina cristiana.

Tuttavia, Aristotele era un pagano; la sua idea di Dio non era ne chiara, ne profonda, la sua distinzione di Dio dal mondo non era ben precisa.

Tutte le sue dottrine, inoltre, erano state spiegate panteisticamente da filosofi arabi ed ebrei ( per esempio Averroè, nato a Cordova nel 1126, + in Marocco nel 1198; Mosè Maimonide, nato a Cordova nel 1135, morto al Cairo nel 1204 ).

E fu proprio dalle mani di questi filosofi che l'Occidente ricevette le opere di Aristotele.

c) II pensiero cristiano riuscì a togliere queste scorie fino ad ottenere l'Aristotele « cristiano » - riuscì, per così dire, a « battezzarlo » -.

Il massimo merito a questo riguardo è dovuto al domenicano Alberto Magno ( oriundo da una casata di cavalieri svevi, insegnò a Parigi, poi dal 1248 nello studio generale dei Domenicani a Colonia, + 1280 vescovo di Ratisbona; fu proclamato Santo e Dottore della Chiesa l'8 gennaio 1932 ).

La sorprendente vastità del suo sapere ne fa il più grande dotto del Medioevo.

Egli, il grande Scolastico, fu anche uno dei primi a comprendere l'importanza dell'osservazione « esatta » e amorevole della natura.327

Egli fu il maestro del più grande pensatore cattolico, san Tommaso d'Aquino.

Accanto a lui un crescente numero di pensatori occidentali, per lo più appartenenti agli ordini mendicanti, per esempio Alessandro di Hales (+ 1245, francescano dal 1230 ), cercò con l'aiuto di Aristotele di penetrare in modo speculativo le singole dottrine cristiane.

d) Aristotele non aveva trattato soltanto singoli problemi di filosofia, ma aveva compiuto un'indagine su tutti gli esseri nella loro connessione, fino agli elementi ultimi.

Procedendo da questa indagine aveva sviluppato una costruzione sistematica abbracciante la totalità dell'essere.

Servendosi di questo lavoro speculativo di Aristotele, la Scolastica si propose come scopo:

1) di conoscere scientificamente il più possibile il contesto della Rivelazione;

2) di esporlo:

a) secondo un piano unitario;

b) in modo esauriente.

Il sistema speculativo di Aristotele era un'immagine del mondo naturale.

La Scolastica, includendovi la Rivelazione, ne fece un'immagine di questo mondo e dell'aldilà.

3. a) La vita teologica nel XIII secolo fu straordinariamente ricca e varia.

Tuttavia la palma spetta in modo assoluto a un solo uomo: a san Tommaso d'Aquino, dell'Ordine dei Predicatori.

b) Tommaso ( + 1274 ) era nato verso il 1226 da una famiglia di conti dell'Italia meridionale.

Dovette difendere la sua vocazione contro fortissime opposizioni esterne; a Napoli entrò nell'Ordine dei Domenicani.

Assieme ad Alberto Magno di cui era stato allievo a Parigi, andò a Colonia.

Poi insegnò a Parigi, Roma, Bologna, Pisa e Napoli.

Tra le numerose opere, le più importanti sono la Summa Theologica e la precedente Summa contra Gentiles ( = filosofi maomettani ).

c) Tommaso è il più dotto dei Santi e il più santo dei dotti.

In lui vivo era l'impulso aristotelico a conoscere i nessi più intimi della realtà, e una straordinaria forza di unificazione e di sistematizzazione.

E ogni essere diventava per lui una via a Dio.

Egli però non ha fatto irrompere la filosofia nella Rivelazione, anzi è stato proprio lui a insegnare alla filosofia a tacere umilmente di fronte al mistero divino.

Nell'articolo 13 della dodicesima questione della prima parte della Somma Teologica, in cui si tratta della conoscenza intellettiva dell'esistenza di Dio, egli, che nell'analisi costruisce la prova in maniera così sobria e apparentemente così fredda, confessa: Deo quasi ignoto coniungimur: siamo uniti a Dio come a un ignoto.

E altrove ( De potentia 7,5 ad 14 ) dice: « …et propter hoc illud est ultimum cognitionis humanae de Deo quod sciat se Deum nescire … ».

E a metà della terza parte della imponente Somma Teologica, ancora in pieno possesso delle sue forze, egli depone la penna adducendo quale motivo il fatto che, in fondo, tutto quello che scrive è soltanto crusca di fronte alla realtà divina.

d) In Tommaso scrittore troviamo anche uno spiccato talento architettonico.

La sua grande opera che doveva esporre la somma della scienza teologica « per principianti », è di una classica armonia sia nella sua struttura che nelle singole soluzioni: pur nella sua vastità, una meraviglia di sintesi organicamente strutturata.

Tommaso ebbe anche un certo senso storico ( naturalmente non nel senso che si da oggi a questo termine ), cosa che mancò a molti dei suoi successori.

Sebbene il suo pensiero sia del tutto orientato verso la verità a-storica, nella sua teologia si trovano notevoli elementi della storia della nostra salvezza e cognizioni relative al suo corso essenziale ( Congar ).

Inoltre, egli padroneggiava, esaminandolo, tutto il lavoro filosofico compiuto sino a lui ed esigeva espressamente che non si addivenisse alla soluzione personale di un problema prima di aver conosciuto le soluzioni già date in antecedenza.328

Tommaso stesso è un esemplare esecutore di questo metodo.

La prova principale, a tale proposito, l'ha sostenuta nei confronti di Agostino.

È vero che nei suoi metodi speculativi lasciò in disparte Platone-Agostino a vantaggio di Aristotele.

Al tempo stesso però egli conservò nel suo sistema tutto Agostino e il suo pensiero personale e la sua comprensione più intuitiva della realtà divina e di quella psichica.

Il suo metodo procedente per analisi e distinzioni portato avanti sul filo della più conseguente razionalità evitò così l'intellettualismo e il razionalismo.

Quésto fatto assume tutta la sua importanza se si tiene conto dello stretto nesso, solo da poco scoperto, tra Agostino e Aristotele.

e) Sia per l'inquadramento storico, ossia per la conoscenza della funzione storico-filosofica, come per la straordinaria valutazione moderna da parte della Chiesa dell'insegnamento di san Tommaso, è importante tener presente che le sue opinioni e i suoi metodi in quel tempo furono avvertiti come qualcosa di nuovo, anzi proprio di sovversivo e, come tali, furono lodati o combattuti.

La sua opera grandiosa mira soprattutto a portare aiuto alla Chiesa di fronte a due grandi pericoli:

1) egli superò l'attacco dei filosofi arabi rifacendosi alla loro prima fonte, Aristotele, invece di combatterlo vanamente dall'esterno;

2) condusse a termine la lotta contro l'eresia del tempo che egli chiama manichea. In realtà si tratta dei Càtari.

Per poter esprimere una valutazione è fondamentale capire che Tommaso stesso non voleva fornire, ne credette di averlo fornito, un sistema compiuto, non più suscettibile di ulteriore sviluppo.

Al contrario egli era ben consapevole della perfettibilità della sua dottrina ( Hufnagel ).

f) La caratteristica della Scolastica si rispecchia eccellentemente nella Summa Theologica di san Tommaso.

Ogni singolo articolo presenta gli elementi che noi abbiamo riconosciuto essenziali alla Scolastica:

1) le opinioni che apparentemente contraddicono alla tesi vengono citate e risolte con una distinzione di concetti;

2) viene utilizzata la tradizione;

3) nell'esposizione positiva viene presentata la conoscenza scientifica del contenuto della fede.

g) Tommaso non era soltanto un chiaro pensatore.

Era anche un grande uomo di preghiera.

Lo studiare e lo scrivere erano per lui un atto di culto verso Dio.

La medesima penna che tracciò così sottili definizioni di concetti, scrisse anche degli inni profondamente sentiti.

Tommaso è la dimostrazione vivente dell'affinità interiore della Scolastica con la mistica dell'alto Medioevo ( § 69 ).

Tommaso è il maestro della Grazia.

Nessuno ha annunciato in maniera più chiara di lui la fondamentale dottrina religiosa del Cristianesimo per la quale tutto quanto serve alla salvezza viene dalla Grazia.

Nella spiegazione del famoso passo Rm 3,28, al quale Lutero nel testo della sua traduzione aggiunse più tardi la parola « sola », si trova già in san Tommaso.

Nella meravigliosa preghiera di ringraziamento dopo la Messa ( « Gratias tibi ago » ) si svela riccamente la confessione cattolico-evangelica del « peccator simul et iustus » che non lascia più nulla alla giustizia delle opere e al proprio valore secondo la legge.329

Ma questo stesso uomo restò monaco per tutta la vita, difese il libero arbitrio dell'uomo e la sua collaborazione nel processo della salvezza e riconobbe la Chiesa gerarchica sacramentale come la nave necessaria per raggiungere l'eterna salvezza.

4. Un'altra testimonianza per l'affinità fra Scolastica e mistica è data da san Bonaventura, ( + 1274 ) dell'Ordine dei Minori, altamente stimato dall'Aquinate e del quale questi riporta talora interi brani alla lettera.

Un po' più tardi dei Domenicani infatti, anche i Francescani erano andati a Parigi come maestri e studenti.

Il loro massimo rappresentante nel XIII secolo fu Bonaventura.

Divenne poi, a soli 36 anni, generale dell'Ordine in un periodo che presentava una situazione molto pericolosa.

Il generale predecessore di Bonaventura, Giovanni da Parma, si era lasciato attirare dal giachinismo spiritualistico ( § 62,3a ).

Questo pericolo il teologo Bonaventura volle superarlo cercando di conservare alla Chiesa ciò che del retaggio di Gioacchino da Fiore era positivo.

Di fatto riuscì a riportare la pace tra i due partiti dell'Ordine.

A tale scopo scrisse una biografia ( veramente normativa ) di san Francesco.

Egli ha pure una certa importanza per la sua collaborazione all'unione coi Greci al concilio di Lione ( dove morì ).

Bonaventura è un ardente mistico.

Di fronte al Crocifisso si ripiega profondamente su se stesso e indi sale, attraverso tre gradi mistici, all'unione mistica.

Egli però è essenzialmente anche pastore mediante la instancabile, preziosissima attività da lui svolta come predicatore al cospetto delle più svariate assemblee di ascoltatori, davanti a monaci, a studenti, alla corte di Parigi.

Il suo indirizzo filosofico-teologico ha carattere prevalentemente platonico-agostiniano ( come in generale le scuole francescane, a differenza di quelle domenicane d'indirizzo aristotelico ); la sua teologia in particolare è spiccatamente cristologica.

Egli vede anche chiaramente il pericolo, presente in Tommaso, di fare della teologia filosofica; egli è dell'opinione che al vino della teologia non vada aggiunta tanta acqua della filosofia.

In lui teologia e preghiera non sono ancora staccate: « Ci occupiamo di teologia per diventare buoni ».

5. Il seguire da parte dei singoli Ordini ( specialmente dei Francescani e dei Domenicani ) ciascuno una determinata scuola filosofico-teologica favorì per un verso, nella gara dei sistemi, il progresso della scienza.

Per l'altro il vincolo a determinate opinioni dottrinali si irrigidì, in non poche forme, in una morta dittatura di scuola.

E in seguito sorsero nella Chiesa lotte di concorrenza che nel tardo Medioevo e nell'Età Moderna ( controversie sulla grazia ) minacciarono considerevolmente, in maniera indiretta, la sua unità.

Quando per esempio le tesi teologiche venivano fatte coincidere praticamente con le dottrine di fede, o per lo meno sembravano legate troppo strettamente ad esse, questo elemento nocivo venne ad attestarsi in modo assai forte.

6. Una menzione particolare merita la Scolastica inglese di impostazione più empirico-positivista.

Roberto Grossatesta ( 1175-1253 ) che, quale vescovo di Lincoin, tanto aveva fatto per la disciplina ecclesiastica e che perfino dinanzi al rè e al Papa aveva ricusato di concedere benefici a candidati indegni, come teologo fu conservatore.

Fu il primo inglese tuttavia che accettò quasi tutto Aristotele e tradusse molto dal greco.

Nel 1246 per esempio pubblicò la prima traduzione completa dell'Etica Nicomachea.

Per la sua svariata attività scientifica divenne il « padre dell'università di Oxford ».

Il Francescano Ruggerò Bacone ( nato verso il 1214, + verso il 1292 ) subì molto la sua influenza.

Fu la mente più progredita del suo tempo; uno spirito versatile ( interessato anche alla storia ) con sorprendenti visioni di futuri sviluppi ( scientifici e tecnici ).

Egli scoprì molte lacune e carenze alla base del pensiero medievale e fu contrario al « jurare in verbo magistri »; cercò di promuovere la teologia consolidandone le fondamenta nella Sacra Scrittura e nei Padri della Chiesa.

Ma con le sue idee di una scienza universale, nella quale la tradizione avrebbe dovuto armonizzarsi con la ragione e l'esperienza ( « scientifica » ), provocò delle opposizioni; fu però favorito da Papa Clemente IV ( 1265-1268 ).

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327 Perciò il popolo nelle sue leggende fece di lui un mago; l'investigazione della natura era qualcosa di misterioso nel Medioevo.
328 Questo però non per prendere conoscenza dei sistemi precedenti, ma per costatare quello che è vero; si potrebbe dite: per misurarli alla verità.
329 « … che non certo per i miei meriti, ma per solo effetto della tua misericordia ti sei degnato di saziare, col prezioso Corpo e col Sangue del Piglio tuo … me peccatore ».