La storia della Chiesa

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Capitolo secondo

La vita scientifica e religiosa

§ 68. La teologia: il nominalismo. Occam

La tarda scolastica

1. La critica teologica passò dal tomismo, superando se stessa, al nominalismo.

Il Nominalismo riduce i concetti universali, di cui ogni pensiero si serve, a vuoti segni, a pure parole ( = nomina ).

Con ciò era messa in dubbio ogni dimostrabilità e giustificazione razionale di tutto quanto non fosse calcolabile o misurabile, e, soprattutto, della fede.

Seguendo questa linea si arrivò all'affermazione dell'assoluta libertà di Dio e della indimostrabilità della Rivelazione.

Ci si avvicinò pertanto, da due diverse direzioni, al principio della doppia verità: qualcosa può essere riconosciuto come vero dalla fede e tuttavia contraddire alla ragione.

2. a) Il rappresentante principale del Nominalismo fu il francescano inglese Gugliemo di Occam ( da prima del 1300 fin verso il 1349 ).

Certamente egli non aveva intenzione d'intaccare la fede cattolica.

Assicurava - e lo credeva sul serio - di voler accettare soltanto quello che insegnava la Chiesa di Roma.

Questo non gli impedì di bollare energicamente come eretica la sua momentanea espressione storica avignonese.

Storicamente più importante fu questo fatto: rinunciando ad ogni giustificazione della fede da parte della ragione, faceva crollare un potente sostegno della fede stessa.

Per l'atteggiamento di fondo nominalista, i concetti e le realtà sono talmente staccati, che una metafisica dell'essere diviene impossibile.

Di conseguenza non ci può essere alcuna conoscenza naturale di Dio.

Viene dimostrato che le usuali prove di Dio non sono logiche.

La Chiesa aveva sempre sostenuto l'armonia tra fede e scienza; la vita scientifica del Medioevo si fondava su di essa; ora era lacerata.

Le tristi conseguenze si dovevano far sentire poi.

Il filosofare si trasformò veramente in una monotona e sterile mania della disputa.

Occam stesso fu naturalmente un pensatore geniale nell'ambito della logica formale.

Il suo influsso sulla storia della Chiesa divenne fatale avendo trasformato de facto in filosofia la teologia, la quale deve sempre essere anche annuncio delle realtà rivelate una volta per sempre e delle dottrine della Rivelazione, e in particolare d'averla trasformata in un'indagine logica, per accertare se la Rivelazione, dal punto di vista dell'intelletto, sia avvenuta in modo appropriato, o anche, come Dio avrebbe potuto dare alla Rivelazione una forma diversa ( e per noi più chiara ).

Di fatto, la « teologia » di Occam mostra poco in ciò che egli ha scritto, dell'unica Rivelazione storica.

Egli ha un'idea piuttosto parziale dell'illimitata potenza di Dio; in tal senso egli rappresenta un modo di pensare « come-se ».

Tutta la Rivelazione non si lascia affatto fondare scientificamente, poiché essa non esiste sulla base di categorie oggettivamente valide, ma solo come libero atto dell'arbitrio di Dio.

Nell'insieme, e nelle sue particolarità, e perfino nei comandamenti del decalogo potrebbe benissimo essere anche diversa o addirittura opposta.

Dio invece di farsi uomo, avrebbe potuto prendere anche una natura animale; avrebbe potuto dare la beatitudine ai peccatori e mandare i giusti all'inferno.

La giustificazione del peccatore è solo accettazione di Dio, senza un mutamento sostanziale nell'uomo; per'questo, nel sistema di Occam, il concetto di grazia perde tutta la sua importanza,367 ossia viene svuotato di contenuto; per altro verso, la grazia proveniente dall'arbitrio divino, viene esagerata nella sua incomprensibile gratuità, e resa superflua.

Sebbene Occam neghi alla ragione il potere di chiarire la Rivelazione, tutto il suo pensiero è, nell'ambito della teologia, una esaltazione straordinaria della forza del pensiero umano.

Nella evoluzione della storia dello spirito egli è un valido rappresentante del pensiero che arriva alle conseguenze periferiche più estreme, perdendo l'essenza salvifica della Rivelazione.

I suoi trattati sull'Eucaristia si riducono alla questione se, nell'ostia consacrata, qualità e quantità coincidono o meno.

Poiché la libertà è considerata l'unico fattore morale nelle azioni umane, sorge il forte pericolo del Pelagianesimo e della giustificazione per opere, proprio in questo sistema fideistico ( le più acute contraddizioni si trovano spesso vicine ).

Un atto soprannaturale è possibile in maniera puramente naturale; anche se esso, secondo Occam, non è ancora meritorio.

b) Occam fu accusato d'eresia davanti a Giovanni XXII, una commissione teologica in Avignone decretò diverse censure.

Dopo la sua fuga da Avignone per rifugiarsi presso Lodovico il Bavaro a Pisa e poi a Monaco, il processo non fu portato a termine.

Occam combatté poi da parte sua, appassionatamente, le concezioni di Giovanni XXII nella controversia sulla povertà e sulla visto beatifica ( § 65 ).

c) La separazione radicale tra Dio e creatura, fede e scienza è causa pure di una analoga separazione tra Chiesa e mondo: la Chiesa non ha alcun potere diretto sulle cose temporali; anzi l'elemento spirituale, la libertà interna e la povertà sono le sue vere caratteristiche.

D'altra parte la Chiesa non è il clero

Ad essa appartiene il popolo ecclesiale dei laici che è autonomo; esso ha il diritto di eleggere i suoi rappresentanti ecclesiastici.

Il pensiero democratico è così introdotto in maniera tanto radicale nel concetto di Chiesa, che ne poteva essere dedotta la teoria conciliare.

Ci troviamo nuovamente di fronte a una reazione alla soluzione non riuscita del problema fondamentale dell'alto Medioevo; poiché la distinzione delle due sfere, mediante la definizione dei rapporti di subordinazione portava continuamente, e anche esageratamente alla mescolanza, gli elementi, in tal modo « violentati », tendono a staccarsi ostilmente.

d) Dal punto di vista teologico e storico-ecclesiastico, molte controversie del XIV e XV secolo si sono ampiamente alimentate delle idee di Occam.

In seguito alla condanna del Nominalismo a Parigi nel 1339-40, ci furono delle reazioni; si formò il complicatissimo occamismo o nominalismo del XV secolo che è più in là anche eclettismo.

Pietro d'Ailly ( + 1420; § 66 ), Giovanni Gerson ( + 1429; § 66 ), Gregorio da Rimini ( 1358 ), Giovanni da Ripa ( verso il 1350 maestro a Parigi ), Marsilio d'Ighen ( + 1396 ), Enrico di Langenstein ( + 1397 ).

A Bologna v'era una scuola occamista indipendente.

Per arrivare a Lutero, Occam e l'occamismo di Gabriel Biel ( e la sua scuola ) sono essenziali, naturalmente sotto molteplici aspetti Lutero può così affermare con insistenza di essere del « partito dell'Oceani » ma egli nelle sue prime controversie aveva rivolto esplicitamente molte tesi contro di lui.368

3. La Scolastica non si era completamente dissolta nel Nominalismo.

La dottrina di san Tommaso si imponeva ancora.

Il secolo XVI vide ancora le due scuole, l'« antica » e la « moderna », una accanto all'altra in una lotta senza tregua.

La ricca e intensissima vita, che in questo periodo domina nelle università ( specialmente Parigi è ancor sempre il centro intellettuale dell'Occidente ), dimostra quante forze intatte fossero ancora a disposizione della Chiesa.

I principali esponenti della mistica « tedesca » affondano completamente le loro radici nell'antica Scolastica.

Anche in Italia, e più ancora in Spagna, l'antica teologia scolastica dominava quasi incontrastata.

Nel secolo XVI troveremo nel cardinal Gaetano un vero restauratore del tomismo ( egli riveste però grande importanza per l'esegesi e per la riaffermazione della fecondità della parola divina nella teologia ).

L'Agostinismo ricevette per opera degli eremiti agostiniani ( Egido Romano, + 1316; Tommaso di Strasburgo, + 1357; Tommaso di Bradwardein, + 1349 ) un nuovo impulso che si espresse in modo estremamente importante dal punto di vista storico-ecclesiastico, nella Riforma protestante e nella Controriforma.

Nell'esegesi biblica già all'inizio del secolo XIV si fecero dei notevoli progressi per opera del Francescano Niccolo da Lyra ( verso il 1270-1349 ).

Niccolo conosceva l'ebraico, non però il greco.

Nelle sue « postille » all'Antico e al Nuovo Testamento, che testimoniano di una ampia conoscenza degli interpreti precedenti ( compresi quelli ebrei ), il versatile ed eminente teologo promuove e offre una esegesi che ha come punto di partenza il senso letterale.369

Questo è della massima importanza, perché le postille ( accanto alla « glossa ordinaria » )369a divennero il più influente commento alla Bibbia del tardo Medioevo.

Purtroppo l'importanza dello studio della Bibbia nelle università diminuì, in generale, in modo funesto.

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367 Troviamo tuttavia nello Occam, e non negli occamisti del XV secolo, la nota proposizione: « Se l'uomo fa quello che può, Dio non gli nega la sua grazia ».
La sua opinione è questa: è indifferente che l'uomo raggiunga la salvezza per mezzo della grazia o delle sue forze naturali, il fatto che egli la raggiunga è puro risultato della disposizione libera e volontaria di Dio.
368 La sua espressione più forte: « Qualsiasi cosa altri vi abbiano potuto trovare, io vi ho perso Cristo »,
369 Un altro commento con interpretazione allegorica della Sacra Scrittura integra l'opera principale: « Postilla » significa spiegazione di « quelle », cioè parole della Bibbia appena riportate ( posi lila verbo textus ).
369a Seguendo una ricca tradizione greca e latina di compilazioni quasi lessicali di spiegazioni di singole parole della Bibbia ( anche le cosiddette « catene » ), scritto come commento alla Bibbia da Anselmo da Laon ( § 59 )