La storia della Chiesa

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III. Conclusione

Il XIX e il XX secolo fino ai nostri giorni sono dunque caratterizzati da un duplice orientamento: sono la prosecuzione di precedenti tendenze e nuovo inizio, demolizione e costruzione.

1. Una prima corrente prosegue la demolizione iniziata dai secoli precedenti, porta il soggettivismo alle conseguenze estreme in tutti i campi ( chiesa di stato, scetticismo, positivismo, morale autonoma, materialismo, ateismo, socialismo, liberalismo, nazionalismo, comunismo, bolscevismo ) e, inevitabilmente, approda al caos ( sul piano ideologico e nelle guerre mondiali ).

La contrastano le correnti che si rifanno a fondamenti religiosi ( romanticismo, neoscolastica, rinnovata riflessione teologica, nuova letteratura religiosa; nel protestantesimo: movimento di risveglio; ripresa della teologia contro gli elementi liberali dissolvitori; movimento ecumenico § 125, III ).

Il molteplice lavoro ecclesiastico di ricostruzione culmina nella vittoria sull'idea e la realtà della chiesa di stato che aveva dominato il processo ( = progressiva separazione dei popoli da Roma ) dall'inizio della grande lotta antipapale sotto Federico II e Filippo IV, mediante il Concilio Vaticano I.

( Nell'ambito protestante la chiesa di stato tedesca viene riorganizzata dopo il crollo delle monarchie, nel 1918 ).

2. Le tappe già ricordate ( unificazione giuridica di tutta la Chiesa attraverso il Vaticano I e il nuovo Codice di Diritto Canonico del 1917, i Patti Lateranensi del 1929 ) si accompagnano a notevoli mutamenti interni del clima spirituale dell'epoca ( idee comunitarie: per esempio nel movimento giovanile, nel rinnovamento liturgico; tendenze che aspirano all'oggettivo e all'autorità nella filosofia - anche nel protestantesimo, - al collettivo nella vita politica ed economica ) e attingono perciò una rilevanza generale, liberata dal contingente e ancorata in profondità.

Come segno indicativo è anche da aggiungere il fatto che le antitesi, con ritmo crescente, vanno a polarizzarsi ormai intorno a due posizioni: fede e incredulità.

L'asprezza di questo contrasto caratterizza il nostro tempo come periodo di transizione.

D'altro canto le recenti teorie radicalmente innovatrici della matematica, della fisica e la loro applicazione nella tecnica preludono a una conclusione.

Si parla molto spesso perciò di una « fine dell'età moderna ».

Difatti, molti segni importanti, anzi minacciosi, sembrano confermare questo fatto.

Che tuttavia sia lecito usare il termine in tale senso preciso, lo potrà dimostrare soltanto l'ulteriore sviluppo.

Tuttavia è da riflettere che la « borghesia », la classe sociale media di un tempo, che fu in entrambe le confessioni il sostegno principale del cristianesimo ecclesiastico tradizionale, è già sparita in misura tale che si può parlare addirittura di un vero e proprio mutamento strutturale della società.

Anche per la concentrazione in due campi radicalmente opposti - « mondo libero » occidentale e comunismo d'impronta russa "cinese" bolscevica - non troviamo alcun parallelo nella storia.

Anche la perdita della leadership tradizionale da parte dell'Europa centrale ed occidentale in mezzo a questa concentrazione di forze, rappresenta un processo di decadenza di primaria importanza.

Qui la « svolta » dura ancora o, meglio, questa svolta diventa, quale stato permanente, una caratteristica essenziale del tempo.

Certo è che le nuove scoperte e la loro diffusione incidono profondamente sulla vita, sul pensiero e sull'azione dell'uomo; sta per avviarsi una fase nuova, rivoluzionaria dell'industrializzazione ( automazione ).

È inevitabile anche che il diventare ogni evento un fatto globale tocchi profondamente la coscienza dell'uomo mutando le sue capacità di reazione.

In questo senso il lancio nello spazio di satelliti artificiali - che non apporta il minimo mutamento ai princìpi di un qualsiasi problema di fede - e i viaggi dell'uomo nello spazio rappresentano delle tappe risolutive.

Anche se l'uomo, dopo tutte le sue esperienze ( e proprio ora al cospetto della grandezza, scoperta veramente per la prima volta, del microcosmo e del macrocosmo ), dimostra la sua piccolezza di fronte a questi ampliamenti dell'orizzonte umano, alla Chiesa non resta che aggiornare i suoi metodi alle nuove dimensioni e fornire agli interrogativi dell'uomo autonomo di oggi delle risposte che parlino il suo linguaggio e che siano in grado di colpirlo.

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