L'azione

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L'alternativa

È impossibile che lo sviluppo dell'azione volontaria non sfoci in un'alternativa.

Infatti l'opzione è la forma necessaria nella quale una volontà, imposta a se stessa, prende possesso di sé, al fine di volere ciò che è essendo ciò che vuole.

Questa necessità è quindi la conseguenza di una libera iniziativa.

E la maniera estremamente semplice in cui la coscienza popolare concepisce il problema del destino come una scelta, personale di ciascuno, tra il bene e il male, tra l'ordine di Dio e l'impulso dell'egoismo, corrisponde al dramma più profondo della vita interiore.

Ma quello che la coscienza popolare non riesce a determinare, quello che invece la scienza dell'azione è servita a mettere in luce, sono i termini esatti dell'alternativa.

Grazie alla sua ineludibile espansione, la volontà umana, anche a sua insaputa, ha delle esigenze divine.

Il suo desiderio è di raggiungere e di conquistare Dio; brancola alla cieca per toccarlo.

E tuttavia nel nostro pensiero e nella nostra azione Dio non ha una ragion d'essere se non in quanto, inaccessibile e inviolabile nel suo mistero, resta fuori della nostra presa.

Che fare, dunque? Si vorrà forse morire a se stessi, per vivere per lui? Ma come?

Oppure si riuscirà alla fine a fare a meno di lui o, nel caso, a metterlo al servizio dell'uomo, in modo da averlo per sé senza essere per lui?

E quanto a queste domande, non è strano che si possa addirittura porle?

Se « l'unico necessario » è sempre presente nelle nostre azioni volute, quale spazio rimane all'uomo per scegliere?

E se, qualunque cosa facciamo o sappiamo, il nostro destino svolge la sua divina trama, che significato hanno sia l'intervento superficiale delle nostre decisioni caduche sia i miseri tentativi di una scienza che si sforza di sondare questo mistero delle nostre vite, come se anticipasse le rivelazioni di un giudizio supremo?

- Ma quello spazio che rimane all'uomo è sufficiente per atterrire ogni pensiero abbastanza coraggioso per misurare l'abisso aperto davanti a sé.

- Ma quelle decisioni, per quanto poco efficaci appaiano, lo sono tuttavia abbastanza per decidere della formidabile e decisiva questione.

- Ma questa scienza dell'azione, per quanto presuntuosa sia nel sollevare il velo delle responsabilità presenti o delle rivelazioni future, è sufficiente a prevenire le sorprese e a giustificare la gravita delle sanzioni riservate alle azioni umane.

È dunque necessario che vi sia un'alternativa; è necessario che ci si pronunzi.

E la stessa necessità dell'azione non fa che manifestare questa libera costrizione.

Pertanto il problema del nostro destino si risolve nell'azione volontaria, e per mezzo di essa; ed è impossibile che non si risolva.

Su quale crinale aguzzo siamo gettati!

Non possiamo attestarci su di esso.

E ovunque ci andremo a perdere o a salvare, lo avremo voluto.

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