Gesù Cristo rivelazione dell'uomo

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Capitolo terzo - V

V. Le tappe della dialettica di Teilhard

La manifestazione della coerenza che Teilhard intuisce tra visione di scienza e visione cristiana del mondo, segue un itinerario, implica un certo numero di tappe che Teilhard, più volte, ha indicato.

In Alcune riflessioni sulla conversione del mondo, indica i « passi necessari » di una riflessione che mira a scuotere il mondo moderno in profondità per condurlo al cristianesimo.54

In Abbozzo di una dialettica dello spirito, nel 1946, precisa i momenti di questa riflessione: « Al fine di evitare ogni equivoco in avvenire, credo utile presentare qui, chiaramente disarticolati, i tempi successivi della mia apologetica, o se si preferisce, della mia dialettica ».55

Queste tappe, nei diversi scritti di Teilhard, comportano delle varianti, ma per l'essenziale, restano le stesse.

In Abbozzo Teilhard indica quattro tappe.

Riassumiano qui questo testo capitale:

1. Il primo tempo costituisce una fenomenologia e una interpretazione dell'evoluzione fino all'affermazione di un Dio trascendente.

Si distingue nell'universo « una corrente crescente di complessificazione accompagnata da coscienza »56 questo movimento culmina nell'uomo.

La noosfera, o strato pensante dell'universo, a sua volta assume una forma nettamente convergente disegnando un punto di maturazione o di riflessione collettiva: il « Cervello » dei cervelli associati.

L'umanità si trova trascinata verso una posizione terminale dove non può andare oltre in complessità di coscienza, ne d'altra parte indietreggiare o semplicemente fermarsi lì.

La curva del fenomeno umano postula, in avanti e al di là, l'esistenza di un polo « extra-cosmico », dove si trova « integralmente riunita e consolidata tutta l'incomunicabile riflessione formata nell'Universo … nel corso dell'Evoluzione ».57

Visto dalla nostra parte, il vertice del cono evolutivo ( il punto Omega ) si profila all'orizzonte come un focolaio di convergenza immanente, cioè l'umanità totalmente riflessa su di sé.

« Ma, esaminando bene, si deduce che questo focolaio per durare suppone dietro di lui, più in profondità, un nocciolo trascendente, divino »58

2. Secondo tempo: la creazione evolutiva e l'attesa di una rivelazione.

Dio, faccia trascendente dell'Omega, è non soltanto i per centro ( un al di là dell'evoluzione che la supera ) ma, per forza di cose, anche un autocentro.

Sussiste da sé, indipendente dal tempo e dallo spazio.

È un ultra-focolaio di convergenza, non soltanto virtuale, ma attuale.

Infatti, se il multiplo si unifica, vuoi dire che è già attratto fin dall'inizio, secondo la natura degli elementi.

Ora, nel caso dell'uomo, Dio attrae gli attuabili personali.

Dio è motore in avanti, ma « rivolgendosi a noi uomini, a quanto c'è di più umano in noi, cioè alla nostra intelligenza, al nostro cuore, alla nostra libertà ».59

Si pone d'ora in poi la questione: non ci sono, in seno all'evoluzione, « parole » rivolte all'uomo, « segni », in breve, una « rivelazione »?

3. Terzo tempo: il fenomeno cristiano e la fede nell'incarnazione.

È allora che, in pieno fenomeno umano, il fenomeno cristiano si propone e si impone all'attenzione.

Infatti, storicamente, a partire da Gesù, si è rivelato un phylum di pensiero religioso, che non ha cessato di influire sempre più profondamente sullo sviluppo della noosfera.

In nessun luogo, al di fuori del fenomeno cristiano, l'idea di Dio, raggiunge una simile chiarezza, una simile vitalità, una simile ricchezza, una simile coerenza.

Tutto ciò sostenuto, nutrito dalla convinzione di rispondere a una rivelazione venuta dall'alto.

All'origine di questo movimento religioso non conviene riconoscere la Parola personale giustamente attesa?

Se rifiutiamo di riconoscere il fatto cristiano, la volta dell'universo si richiude ermeticamente sulle nostre teste.

L'evoluzione non conduce da nessuna parte.

Se invece l'accogliamo, la rivelazione ci insegna che se l'universo si eleva progressivamente verso l'unità, è perché l'amore di Dio lo abita fin dall'inizio, ciò che si traduce storicamente con l'incarnazione di Dio in un uomo che fu Gesù.

Il trascendente si immerge nel nostro mondo.

Ma per fare questo passo, cioè per ammettere la realtà di una risposta venuta dall'alto, è necessario porre un atto, non soltanto di conoscenza, ma di « riconoscimento », di fede teologale, sotto l'influenza della grazia.60

4. Quarto tempo: la Chiesa vivente e il Cristo-Omega.

Una volta riconosciuto il fatto della rivelazione, possiamo penetrare più avanti nel fenomeno cristiano.

La Chiesa vivente è il germe di « super-vitalizzazione » deposto in seno alla noosfera mediante l'apparizione di Gesù Cristo, che invade e solleva gradualmente verso l'unità tutta la massa umana.61

Alla fine, il punto Omega appare come il focolaio, nel contempo uno e complesso, in cui, rinsaldati da Cristo, si scoprono tre centri sempre più profondi:

a) esteriormente, il vertice immanente e naturale del cono umano-cosmico;

b) in mezzo, il vertice immanente e soprannaturale del cono cristico umano-divino;

c) nel cuore, il centro trascendente, trinitario e divino.

Il Pleroma completo si costituisce e si realizza sotto l'azione mediatrice del Cristo-Omega.

L'Universo intero evolve verso Cristo, centro umano-divino, che da consistenza, senso e coerenza a tutto il movimento ascendente dell'evoluzione.

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54 Quelques réfiexions sur la conversili» du monde, 1936, Oeuvres 9, pp. 161-162.
55 Esquisse d'une Dialectique de l'Esprit, 1946, Oeuvres 7, p. 149, testo completo, pp. 149-158.
56 Ibid., p. 150.
57 Ibid., p. 152.
58 Ibid., p. 152.
59 Ibid., p. 153.
60 Ibid., pp. 154-155.
61 Ibid., pp. 155-156.