Gesù Cristo rivelazione dell'uomo

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Capitolo terzo - VII

VII. Il movimento generale dell'universo: una evoluzione

La seconda premessa per capire l'interpretazione teilhardiana dell'universo, concerne la sua intuizione di base: l'intuizione dell'evolutivo.

Nel 1950, ne Il cuore della materia, scrive: « Fu nel corso dei miei anni di teologia, a Hastings … che a poco a poco … è cresciuta in me, fino a invadere interamente il mio cielo Ulteriore, la coscienza di una deriva profonda, ontologica, totale dell'Universo intorno a me ».69

Questa visione evolutiva è l'oggetto de Il fenomeno umano ( 1940 ).

È sviluppata in modo sistematico in Come io credo ( 1948 ).70

Nelle linee essenziali questa visione si riconduce ai seguenti punti.

L'universo forma un tutto omogeneo, ma è sottoposto a un movimento: quello dell'evoluzione.

L'universo non è statico, ma in via di genesi, di formazione: vi è una cosmogenesi.

Inoltre, questo movimento segue una direzione determinata: è sottoposto alla legge di complessificazione crescente.

Il mondo si sviluppa nel tempo, dal molto semplice all'estremamente complesso.

Ora questo movimento di complessità è legato a un aumento correlativo di interiorizzazione, cioè di coscienza: « Dagli infimi e più instabili elementi nucleari fino ai viventi più elevati, niente esiste, ora lo vediamo - niente è scientificamente pensabile nella Natura - se non in funzione di un enorme e unico processo associato di « corpuscolizzazione » e- di « complessificazione » nel corso del quale si distinguono le fasi di una graduale e irreversibile interiorizzazione (« coscientizzazione ») di ciò che noi chiamiamo ( senza sapere che cos'è ) la Materia:

a) Innanzitutto in basso e in quantità enorme corpuscoli relativamente semplici e ancora ( almeno in apparenza ) incoscienti ( Pre vita ).

b) Poi, consecutivamente all'emergenza della Vita, e in quantità relativamente debole, esseri semplicemente coscienti.

c) E adesso … esseri diventati improvvisamente coscienti diventare ogni giorno un po' più coscienti per effetto della co-riflessione.

Ecco a che punto siamo».71

Con l'ominizzazione, o l'apparizione nell'universo del potere di riflessione, assistiamo a una nuova forma di vita, caratterizzata dalla capacità d'inventare, di prevedere, di organizzare, ancora più per la coscienza di una responsabilità, dell'obbligo di inventare e di prevedere.

La biosfera è così coronata dalla noosfera.

Il movimento dell'evoluzione tuttavia non cessa.

Fino all'uomo vi è progresso nella coscientizzazione.

Con l'umanità c'è una crescita di coscienze nel senso di una unificazione sempre più spinta: è il fenomeno della socializzazione che, dopo una fase di espansione, inaugura una fase di compressione, cioè di graduale consolidamento e organizzazione dell'umanità stessa.

L'umanità si incammina verso un secondo punto critico di riflessione, ma questa volta collettivo; punto al di là del quale non possiamo vedere nulla ( perché è « critico » ), ma pronosticare un incontro, un contatto con il polo ultimo, un focolaio trascendente, Omega, capace di operare l'unificazione delle monadi umane arrivate all'estremo del loro punto di centrazione.

Questo focolaio deve operare l'unificazione, non attraverso una identificazione o assorbimento, ma attraverso l'azione dell'amore, che unisce e differenzia.

Il fenomeno umano, in tutta la sua ampiezza, si presenta quindi come un fenomeno di avvolgimento su se stesso, di complessificazione, d'unificazione e d'orientamento verso un polo d'attrazione già attuale: Omega.

Questa visione, imposta dai fatti, dall'orientamento della curva dell'evoluzione, si trova realizzata di fatto nel fenomeno cristiano, che è presente davanti a noi, come una delle realtà del mondo.

Il fenomeno cristiano, infatti, presenta una notevole similitudine con tutto ciò che ci insegna lo studio del fenomeno umano, cioè la convergenza dell'universo sull'uomo e su un Omega trascendente e personale.

In seno all'evoluzione ci sono dei gradi, dei salti di qualità.

Teilhard parla di punti critici, di piani, di crisi, di soglia critica, di grado critico, di mutazione, di emergenza, di ordine nuovo, di discontinuità.

Ma attraverso queste discontinuità, uno stesso movimento si prolunga.

Vi è discontinuità, ma non rottura.

Due di queste discontinuità maggiori sono l'apparizione della vita e l'apparizione del pensiero.

Questa successione di trasformazioni in cui si passa da un piano precedente a un nuovo piano, per produrre un essere di una complessità nuova, costituisce una legge di ricorrenza ( ripetizione periodica dello stesso processo ), che è anche una legge fondamentale dell'universo.

La scienza conosce solo due punti critici: la biogenesi e la noogenesi.

Il cristianesimo parla di un altro passaggio inatteso, di un salto decisivo, nel quale lo slancio vitale realizzerà la sua perfezione: questo punto è il Cristo-Omega.

Cristo è l'avvenire dell'uomo, non soltanto alla maniera dell'uomo che è l'avvenire dell'universo materiale ( il suo termine di evoluzione ), ma come colui che rappresenta un nuovo tipo di vita, un nuovo statuto dell'umanità, che supera le attese anteriori, le colma e da loro un compimento inatteso.

Pascal direbbe che si passa a un altro ordine.

Senza dubbio è attraverso la sua fede che Teilhard sa questo, ma è convinto che il fenomeno cristiano può attirare e trattenere l'attenzione dell'uomo di scienza.

Concludiamo questo paragrafo sul principio dell'evoluzione.

La realtà e la successione di un concatenamento di forme viventi non sono più discusse oggi.

« Studiata su una profondità sufficiente ( milioni di anni ), la vita si muove.

Non solo essa si muove, ma progredisce in un senso determinato.

Non soltanto essa progredisce, ma di questa progressione possiamo seguire il processo o meccanismo sperimentale ».72

Il tempo si caratterizza tramite una « riunione graduale della materia in raggruppamenti suprapposti, il cui assetto, sempre più ricco e meglio centrato, si aureola di una frangia sempre più luminosa di libertà e di interiorità ».73

Dall'alto in basso della storia dell'universo, scopriamo organizzazione e organizzato.

Tutto è collegato, perché tutto si è organizzato geneticamente.

La struttura del mondo è il frutto di una evoluzione.

L'evoluzione della vita non è che un caso particolare di un fenomeno d'insieme, che è l'evoluzione universale, il divenire dell'universo.

Non siamo di fronte a un cosmo statico, di una cosmograna, ma di una cosmogenesi.

La nostra nozione della durata ne è trasformata.

Prima di Teilhard, l'evoluzione era materialista.

Tutto si spiegava dal basso, mediante gli elementi primi della materia; è negli atomi che si cercava la solidità dell'universo.

Teilhard al contrario cerca l'asse dell'evoluzione mediante l'alto, nell'uomo, chiave dell'evoluzione.

Si applica a situare l'uomo nel cuore del mondo, senza deformare ne l'uno ne l'altro.

La posizione dell'uomo nell'universo, come fascia pensante della Terra, da all'evoluzione il suo senso e la sua singolarità.

Non solo l'uomo rappresenta uno stato di vita assolutamente nuovo nel mondo, ma in lui l'universo diventa capace di riflessione.

L'uomo opera un legame organico tra il cosmo e l'essere personale.

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69 Le Coeur de la matlere, 1950, Oeuvres 13, p .33.
70 Comment je vois, 1948, Oeuvres 11, pp. 177-225.
71 Le Dieu de l'Evolution, 1953', Oeuvres 10, pp. 286-287.
72 L'avenir de l'homme- vu par un paléontologisfe, 1941, Oeùvres 5, cop. 89
73 Wd., pp. 90-91.