Gesù Cristo rivelazione dell'uomo

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Capitolo terzo - VIII

VIII. Analisi dell'evoluzione: dall'inizio all'ominizzazione

Gli elementi dell'abbozzo che abbiamo proposto sono ormai familiari al lettore di Teilhard; meritano tuttavia di essere ricordati, non fosse altro che per mantenere sotto una illuminazione continua le interpretazioni che ne da Teilhard stesso.

L'opera di Teilhard, abbiamo detto, è uno sforzo per dimostrare che l'evoluzione ha un senso.

La sua originalità è di dimostrare che il senso di questa evoluzione può essere scoperto unicamente mediante il metodo scientifico.

« La scienza nelle sue ascensioni, dice, e lo dimostrerò, l'Umanità nel suo cammino, segnano il passo in questo momento, perché gli intelletti esitano a riconoscere che vi è un orientamento preciso e un asse privilegiato dell'Evoluzione ».74

Nonostante tutte le oscurità e le certezze, la scienza deve riconoscere l'evoluzione come un fatto, ancor più, deve riconoscere che l'evoluzione è orientata.

Geologo e paleontologo, Teilhard osserva quindi il movimento graduale dell'evoluzione attraverso i secoli e i millenni.

Scopre una legge di ricorrenza, cioè la ripetizione periodica di uno stesso processo nel corso dell'evoluzione.

Ora nota che la materia si orienta verso stati sempre più complessi e che l'emergenza della coscienza si trova legata a questo aumento di complessità.

Per complessità, si deve intendere qui la qualità che ha una cosa di essere formata da un numero sempre più grande di elementi, e di elementi organizzati sempre più strettamente tra loro.

Così, l'atomo è più complesso dell'elettrone; una molecola è più complessa di un atomo.

1. Questo parametro di complessità crescente nel « di fuori » ( organizzazione ) e nel « di dentro » ( coscienza ), permette una classificazione naturale e universale degli elementi.

In basso, i corpi semplici della chimica, poi le molecole.

Più in alto, i virus; più in alto ancora, le prime cellule.

Questa classificazione, basata sulla struttura interna degli esseri, ci ragguaglia egualmente sulla loro successione genetica.

Nel quadro delle complessità, il posto occupato da ogni corpuscolo, colloca cronologicamente questo elemento nella genesi dell'universo, cioè nel tempo.

Non si distinguono qui i rispettivi campi della fisica e della biologia.

Al livello delle constatazioni fenomenali, la biologia si presenta come la fisica dei grandi complessi.

« Infatti, per grande che sia la differenza di natura, che per ragioni filosofiche, si crede di dover mantenere tra vita e materia, una legge di ricorrenza si scopre infine, nell'ordine delle apparenze, collegante sperimentalmente l'apparizione dei due fenomeni.

Al di là di milioni di atomi, tutto avviene come se i corpuscoli si animassero, si vitalizzassero, tanto che l'Universo si assesta in una sola grande serie, più o meno densa, certo, ma di un insieme chiaramente orientato e ascendente, dall'atomo più semplice fino ai viventi più elevati ».75

L'evoluzione sembra orientarsi verso forme sempre più complesse.

Gli esseri più evoluti comprendono un numero maggiore di elementi costitutivi, di una maggiore varietà, collegati da un complesso più grande di relazioni.

In questa prospettiva genetica e temporale, l'uomo si situa al vertice del tempo, come la freccia di un orientamento che mira verso i più alti complessi.

Inoltre, questa sintesi di complessità va nel senso di una interiorizzazione che ha per risultato di far salire la coscienza al cuore dei corpuscoli successivamente generati.

Teiihard riconosce nell'universo un movimento di « auto-avvolgimento », che si traduce mediante la irresistibile ascesa della cerebralizzazione e della coscienza.

Ne Il cuore della materia, un testo fa il punto: « Non più l'attrazione universale che avvicina gradualmente su di sé la Massa cosmica, ma la potenza ancora non conosciuta e non nominata, che forza la materia ( a mano a mano che si raggruppa sotto pressione ) a disporsi in corpuscoli sempre più grossi, differenziati e organizzati.

Al di là e al di sopra della curva-che-ravvicina, la curva-che-assesta … non spostamento tranquillo verso l'equilibrio e il riposo, ma irresistibile « vortice » che ritorce su se stesso, in senso unico, dal più semplice al più complesso, la Stoffa delle cose; torcendola in un nocciolo sempre più voluminoso e più astronomicamente complicato; questa torsione di assestamento avendo per risultato di far salire, mediante un movimento di interiorizzazione, la coscienza ( la temperatura psichica ) al cuore dei corpuscoli successivamente generati ».76

2. Il parametro di complessità-coscienza crescente permette di leggere il senso del processo cosmico fino all'apparizione della biosfera o della vita.

Ma si può seguire ancora il senso dell'evoluzione, ormai biologica?

Per andare avanti occorre trovare un parametro più preciso.

Altrimenti « l'aggregazione degli esseri viventi forma, qualitativamente, un labirinto inestricabile ».77

Si tratta di misurare il grado di vitalizzazione e d'interiorizzazione della materia.

Questo grado si valuta a partire dal sistema nervoso, particolarmente legato allo sviluppo psichico dell'essere: è quindi la complessità del sistema nervoso che permette di misurare il grado di vitalizzazione raggiunto dal vivente: « La variazione del sistema nervoso, o meglio ancora la variazione della sua porzione cefalizzata; più semplicemente e in una sola parola, la cefalizzazione, ecco il filo conduttore di cui abbiamo bisogno » 78

Una lunga serie di osservazioni conduce Teilhard a constatare che di fascia in fascia, per salti successivi, il sistema nervoso non cessa di svilupparsi e di concentrarsi.

Raggiunge il suo livello più alto nei mammiferi il cui cervello è più voluminoso e più organizzato che in qualsiasi altro gruppo di vertebrati.

La scoperta di questo criterio conduce a due risultati:

a) è attraverso il ramo dei mammiferi che passa sulla terra l'asse principale di torsione;

b) è nella famiglia degli antropoidi o dei primati che il cervello manifesta una più grande raffinatezza.79

Così seguendo la legge di complessità-coscienza crescente, la materia si assesta in raggruppamenti sempre più complessi e sempre più carichi di coscienza.

Da qui in poi è nella perfezione e nella cefalizzazione crescente dei sistemi nervosi che si deve cercare il senso dell'evoluzione.

« La sola cosa che in definitiva conta, nella classificazione dei viventi superiori, è la perfezione, in struttura e in assestamento, dei loro neuroni cerebrali.80

La crescita della coscienza è direttamente proporzionata al grado di « cefalizzazione » cioè alla complessità del sistema nervoso e del cervello.

Attraverso questo fenomeno, il progresso ascendente della vita si trova lentamente orientato verso il punto critico per eccellenza, la soglia della riflessione.

3. Alla fine del terziario, infatti, un cambiamento enorme, strabiliante si produce sulla terra.

A un periodo in cui si sarebbe potuto viaggiare, « senza incontrare nessuno », fa seguito un altro: noi intravediamo « degli Uomini ovunque, Uomo a sazietà. Uomo ingombrante il campo visivo ».81

« Ciò che spiega la rivoluzione biologica causata dall'apparizione dell'uomo, è un'esplosione di coscienza; e ciò che a sua volta, spiega questa esplosione di coscienza, è semplicemente il passaggio di un raggio privilegiato di corpuscolizzazione, cioè di un phylum zoologico, attraverso la superficie, rimasta fino allora impermeabile, che separa la zona dello psichismo diretto da quello dello psichismo riflesso.

Arrivata, seguendo questo raggio particolare, a un punto critico di assestamento ( o, come noi diciamo qui, di torsione ), la Vita si è ipercentrata su di sé, al punto di diventare capace di previsione e di invenzione.

È diventata cosciente al secondo grado.

E ciò basta perché sia diventata capace in qualche centinaio di millenni di trasformare la superficie e la faccia della Terra »82

Allo sguardo della scienza, e nelle sue apparenze esteriori, l'ominizzazione è una mutazione simile alle altre.

Eppure differisce da tutte le altre nei suoi sviluppi.

Anche allo stadio embrionale dell'umanità, alcune singolarità rivelano le caratteristiche rivoluzionarie di questa nuova mutazione che segna il passaggio dalla vita istintiva alla riflessione.

« Psicologicamente … ciò che fa l'uomo, è il potere apparso nella sua coscienza di ripiegarsi precisamente su se stessa.

Come si è detto, l'animale sa; ma solo l'uomo tra gli animali, sa che sa.

Da questa nuova facoltà emerge evidentemente un fascio di nuove proprietà: libertà, previsione dell'avvenire, attitudine a dominare dall'alto, a costruire, ecc. ».83

La coscienza, per sua natura, non può essere messa sullo stesso piano che i centomila altri prodotti dell'evoluzione.

Qualitativamente, essa li supera tutti, anche se anima una piccolissima quantità di materia: essa è il fiore dell'universo.

4. Introducendo il parametro di complessità d'interiorizzazione, Teilhard riesce a esprimere l'unità di tutto il processo dell'evoluzione.

La stessa legge agisce a tutti i livelli, ma in modo specificamente diverso, mantenendo la distinzione tra materia inanimata, materia animale, materia vivente umana.

La scoperta di questa legge di complessificazione interiorizzante si dimostrerà forse un giorno come il contributo essenziale di Teilhard al genio del pensiero umano.

Costruisce un ponte tra scienze naturali e scienze dell'intelletto e, soprattutto, situa l'uomo nell'universo.

Questo modo di presentare l'uomo nei confronti della specie animale, prepara le menti scientifiche a vedere la grandezza dell'uomo come spirito nella materia.

« La vera Fisica, osserva Teilhard, è quella che arriverà un giorno a integrare l'Uomo totale, in una rappresentazione coerente del mondo ».84

In una visione evolutiva dell'universo, l'uomo non è un'anomalia, ma il coronamento del movimento fondamentale dell'universo verso la complessificazione interiorizzante.

L'uomo rappresenta un vertice nell'ascesa della materia e della vita.

Attraverso l'uomo, l'evoluzione prosegue a livello della coscienza e della libertà.

Se quindi l'uomo percorre lo sviluppo della Terra, se segue la direzione della crescita, della sintesi, della complessificazione, dell'interiorizzazione, scopre di essere il coronamento e il compimento di ciò che il mondo materiale ha portato in sé durante miliardi di anni.

L'uomo assume dimensioni cosmiche, perché l'evoluzione del cosmo, in definitiva, è servita a formarlo.

Questa fierezza si basa sulle osservazioni della scienza.

L'uomo appare come la « freccia » di un universo in via simultaneamente di complessificazione materiale e d'interiorizzazione psichica sempre accelerate.

Seguendo l'evoluzione dell'universo, dall'atomo all'uomo, Teilhard dimostra anche che il modo di vedere unilateralmente analitico delle scienze naturali deve essere corretto.

Per capire il mondo, non si deve semplicemente scendere verso gli elementi infimi, ma seguire la direzione opposta, la quale dimostra che la realtà si snoda dal più semplice al più complesso.

Il movimento verso la sintesi è un dato oggettivo della realtà fisica.

L'uomo è il termine e il coronamento di questo cammino in avanti.

Se quindi l'apparizione dell'uomo è legata all'evoluzione dell'universo, ciò che è provato, si impone come uno dei significati maggiori dell'universo.

Questa convergenza della natura fino all'uomo pone una grave questione; questo universo ha percorso un cammino così prodigioso che sarebbe difficile pensare che non va da nessuna parte, che non è fatto per raggiungere uno scopo.

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74 Le Phénomène humain, 1940, Oeuvres 1, p. 154.
75 Vie et Ptanèteit 1945, Oeuvres f, pp. 139-140.
76 Le Coeur de la matière, 1950, Oeuvres 13, p. 43.
77 Le Phénomène humain, 1940, Oeuvres 1, p. 154.
78 La piace de l'homme dans la nature. Le groupe zoologique humain, 1950, Oeuvres 8, p. 69.
79 Ibid., pp. 70-80.
80 Ibid., pp. 69-70.
81 Ibid.. p. 90.
82 Ibid., p. 91. Nella sua analisi Teiihard si limita al fenomeno, alle relazioni sperimentali, constatabili, che intuisce tra coscienza e complessità, senza nulla pregiudicare delle cause che conducono il gioco.
Una cosa è certa, è solo sotto le apparenze di un « punto critico » che possiamo afferrare sperimentalmente il passo ominizzante, spiritualizzante della riflessione.
Nulla impedisce di porre, sotto il velo di una trasformazione rivoluzionaria, un intervento creatore e divino.
Ma Dio fa sì che le cose si facciano da sé.
83 La formation de la Noosphère, 1947, Oeuvres 5, p. 205.
84 Le Phénomètie humaìn, 1940, i Oeuvres 1, p. 30.