Gesù Cristo rivelazione dell'uomo

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Capitolo quinto - VI

VI. Punto di crisi e apertura a Dio

Pascal, Teilhard e Blondel cercano tutti e tre di mettere in stato di crisi il non credente: una crisi esistenziale che obbliga a un capovolgimento dal quale risulterà un'apertura a Dio.

Pascal rappresenta l'uomo in stato di deriva, spaesato nell'universo, senza equilibrio in se stesso, ignorante del proprio destino, impotente a vivere nella giustizia, nella verità e nella felicità che persegue.

L'uomo di Pascal è un essere braccato e ripugnante.

Il divertimento è una nuova manifestazione della, sua ebetudine.

Se ne va stupidamente verso la morte, per mancanza di riflessione su se stesso che gli permetta di riprendersi.

Che l'uomo si fermi quindi un momento: vi è in lui un abisso che non potrebbe essere colmato che da un altro abisso; l'uomo supera infinitamente l'uomo.

Se Pascal lavora così a turbare l'uomo fino a sconvolgerlo, è per condurlo a mettersi in cammino, in cerca della verità, col desiderio soprattutto di trovarla; è per deciderlo a voler decifrare il proprio mistero.

La verità dell'uomo, per Pascal, è in Gesù Cristo, totalità del significato, sola luce e solo rimedio.

Per Pascal, Dio, è il Dio di Gesù Cristo e non quello della teodicea.

Perciò passa direttamente dalla descrizione della condizione umana a Gesù Cristo crocifisso.

La crisi sbocca in Gesù Cristo.

Anche in Teilhard vi è un punto di crisi.

Ma questo punto di rottura o di crisi concerne il fenomeno totale dell'evoluzione, nel quale si trova impegnato in prima istanza il fenomeno umano.

A differenza dell'uomo pascaliano, l'uomo secondo Teilhard vive in un mondo orientato, dove lui stesso è posto come la freccia dell'evoluzione.

Ma si tratta di sapere se l'uomo arriverà al termine della corsa.

L'evoluzione abortirà o riuscirà? Ha un avvenire?

Oppure è entrata in un vicolo cieco, condannata a una morte totale, o peggio ancora, al suicidio dell'odio universale?

Per Teilhard l'evoluzione non può continuare senza un vertice ( Omega ) personale e divino, amabile e amante, motore e consondatore dell'evoluzione, capace di eternizzare l'evoluzione.

Teilhard fonda la sua riflessione sulle aspirazioni della noosfera più che su quelle dell'individuo.

Fa appello al Dio-Omega, causa finale, per attirare, unire, amorizzare; causa efficiente per consolidare.

In un secondo tempo, questo centro divino è identificato al Cristo universale, evolutore e parusiaco.

Per Blondel il punto di crisi è nel cuore dell'attività volontaria dell'uomo.

Vi è discordanza sempre rinascente tra il termine concreto del suo volere e il dinamismo inesauribile della sua volontà.

Per volersi pienamente, l'uomo deve volere di più di quanto non abbia potuto trovare finora.

Non riesce a eguagliare se stesso, a colmare l'abisso, che lo separa da se stesso.

Deve andare avanti per trovare la sua realizzazione, ma non potrebbe avanzare da solo.

Si trova davanti all'inaccessibile necessario.

Da questo conflitto interiore nasce la ricerca dell'Unico necessario, dell'inaccessibile sconosciuto, dell'ideale irrealizzabile che persegue.

L'Assoluto, che scopre come una presenza che emerge, è Dio e la sua azione sovrana: un'azione alla quale l'uomo è invitato ad « aprirsi » per vivere; altrimenti si rinchiude da sé nella morte eterna.

Il cristianesimo è proposto come l'ipotesi che potrà permettere di identificare e di determinare il rapporto cercato tra l'uomo e l'Assoluto.

In Pascal, Cristo è proposto di primo acchito come la chiave dell'enigma umano, e come rimedio alla miseria dell'uomo.

Per Teilhard, Cristo, identificato a Omega, è proposto come fattore di coerenza e di consistenza del mondo della scienza e del mondo della fede.

Per Blondel, Cristo è l'ipotesi posta all'orizzonte della coscienza umana, come colui dal quale l'uomo potrebbe ricevere una risposta che colmi gli appelli e i bisogni della sua azione volontaria, se mai il cristianesimo si affermasse come rivelazione storica.

Pascal vuole condurre l'ateo fino al Dio di Gesù Cristo; Teilhard vuole condurre l'evoluzione fino al suo termine; Blondel vuole condurre la fragilità umana fino all'invocazione dell'Unico necessario.

Ma ciò che Pascal pone e Teilhard propone, Blondel l'insinua.

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