Gesù Cristo rivelazione dell'uomo

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Capitolo quinto - X

X. Originalità e coplementarietà

Nessuna di queste apologetiche passa per vie battute: ciascuna rappresenta una impresa originale.

L'apologetica di Pascal è innanzitutto religiosa e di ispirazione biblica.

Mira alla conversione dell'incredulo e del libertino.

Mette crudamente davanti alla croce.

Esige, umilia.

Pascal ha le sue esagerazioni: è fissato, ossessionato dal peccato, dalla caduta originale.

L'uomo è un essere deteriorato e ferito.

Il giansenismo ha segnato Pascal.

L'apologetica di Teilhard è un'apologetica della speranza, che desidera salvare l'uomo e l'universo.

Esalta l'uomo e l'evoluzione, in vista di un lavoro gigantesco, la cui unità universale sarebbe il termine trionfante.

Anche Teilhard ha le sue esagerazioni.

Quest'epopea grandiosa della natura riflessa sembra svolgersi al di sopra dell'esistenza opaca che noi conduciamo.

Il peccato, i peccati, il male, la malattia, sembrano eclissati dalla luce accecante dell'evoluzione in ascesa.

L'apologetica di Teilhard è promettente e sembra facile.

Coloro che vi rispondono sono pronti ai più grandi sacrifici?

Desiderano una salvezza che, di fatto, passa attraverso la croce, o semplimente una speranza in un mondo migliore?

La via della salvezza, troppo stretta in Pascal, sembra troppo larga in Teilhard.

L'apologetica di Blondel è un'apologetica d'appello, d'invito.

Prima di proporre il cristianesimo, vi è una serie di operazioni, di « prime cure » da fare: uno sblocco intellettuale preliminare.

Occorre dimostrare all'uomo che mancherà di ossigeno se pretende di vivere solo.

Le sue pretese di autonomia sono irrealizzabili e si urtano al fallimento.

Solo non si vive.

La vita diventa presto un campo della morte.

Occorre che la paura dell'asfissia faccia desiderare un aiuto dall'esterno: l'aiuto di Qualcuno, un aiuto efficace.

L'Azione ci lascia sulla soglia dell'edificio.

Si apre la porta e ci lascia intravedere attraverso uno spiraglio ciò che potrebbe essere la vita.

La filosofia non si crede in diritto di andare più lontano.

Se tu vuoi!

Pascal fa pressione; Teilhard cerca di creare un contagio mediante la visione entusiastica di un mondo coerente; Blondel insinua e indica, puntando il dito, una direzione, ogni apologetica ha la sua originalità.

Teilhard guarda l'uomo in modo benevolo e ottimista, più incline a sottolineare i suoi lati buoni che le sue debolezze.

Teilhard fa uscire l'uomo dalla prigione in cui Pascal l'aveva rinchiuso.

Dio facendo l'uomo non gli ha soltanto aperto il cielo: gli ha consegnato la terra perché la rendesse abitabile, degna dell'uomo, promessa anch'essa alla gloria.

La funzione dell'uomo è di ominizzare il mondo per sottometterlo a Cristo, prima della trasformazione degli ultimi tempi.

Questa visione ottimista di un universo in progresso è tale da piacere agli uomini di scienza, come agli uomini contemporanei in generale.

Conquistando il suo passaporto di figlio di Dio, il cristiano di oggi non vuole perdere il suo passaporto di figlio della terra.

Pascal, a differenza di Teilhard, richiama l'uomo al sentimento dei suoi limiti.

Pascal non condivide l'ottimismo di Teilhard sulla riuscita dell'umanità; per quest'ultimo, infatti, tutto si accomoda o finirà per accomodarsi ( per lo meno lo spera ).

Per Pascal, invece, l'esistenza umana resta drammatica: rappresenta il conflitto della luce e delle tenebre.

Pascal riconosce al peccato il suo volume, il suo peso nella storia dell'uomo, individuo o collettività.

Il sangue di Cristo è una realtà che conta, e non è stato sparso invano.

La natura dell'uomo è di aver bisogno di salvezza e di salvatore.

Trasformato fin che si vuole, il mondo resterà un luogo di prova.

Perciò a ogni crisi personale, si ritorna a Pascal.

Ciò che l'uomo vuole in definitiva e in fondo a se stesso, non è il progresso, ma la felicità.

La visione di Pascal aderisce di più alla realtà umana e personale di quella di Teilhard.

L'uomo è innanzitutto un peccatore graziato, in cerca della salvezza e della felicità in Gesù Cristo.

A questo proposito Pascal si situa nella linea di Agostino, di Newman, di san Paolo, per i quali la fessura è nel cuore dell'uomo.

Blondel si situa nella linea di Pascal.

Anche per lui l'uomo non coincide con se stesso: vive a distanza da sé.

Il solo male dell'uomo è di chiudersi in se stesso, pretendere di bastarsi; è rifiutarsi di essere sostituito da Dio; è di mentire al proprio destino; è di voler essere senza essere.

La salvezza, invece, la vera vita incomincia per l'uomo quando accetta di aprirsi a un'azione che non è la sua, quando si lascia invadere da Dio, lasciando alla Causa prima il primo posto.

A partire da questa apertura tutto è possibile.

Tutti e tre sono di natura ponderata, uomini seri davanti alla serietà della vita, che si fanno carico del problema supremo dell'uomo.

Perché sono seri, insistono tutti sulle disposizioni interiori.

Non si arriva alla verità se non si cerca di tutto cuore, se non si è pronti ai più grandi sacrifici per trovarla.

Questa necessità delle disposizioni interiori, che si riallaccia al Vangelo di san Giovanni, è particolarmente sottolineata da Pascal e da Blondel.

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