Summa Teologica - I

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Articolo 1 - Se Dio sia in tutte le cose

In 1 Sent., d. 37, q. 1, a. 1; C. G., III, c. 68

Pare che Dio non sia in tutte le cose.

Infatti:

1. Ciò che è al disopra di tutte le cose non può trovarsi in esse.

Ma Dio è al disopra di tutte le cose, secondo il detto della Scrittura [ Sal 113,4 ]: « Su tutti i popoli eccelso è il Signore ».

Quindi Dio non è in tutte le cose.

2. Ciò che è in altro è contenuto da esso.

Ora, Dio non è contenuto dalle cose, ma piuttosto contiene le cose.

Quindi Dio non è nelle cose, ma piuttosto le cose sono in Dio.

Da cui il detto di S. Agostino [ Lib. LXXXIII quaest. 20 ]: « Tutte le cose sono in lui, piuttosto che egli in qualche luogo».

3. Quanto più potente è un agente, a tanto maggior distanza arriva la sua azione.

Ma Dio è un agente onnipotente.

Quindi la sua azione può giungere anche alle cose che distano da lui, e non è necessario che egli sia in tutte le cose.

4. I demoni sono delle realtà, e tuttavia Dio non è in essi, poiché come dice l'Apostolo [ 2 Cor 6,14 ]: « Quale unione tra la luce e le tenebre? ».

Quindi Dio non è in tutte le cose.

In contrario:

Una cosa è dove opera.

Ma Dio opera in tutte le cose, secondo il detto di Isaia [ Is 26,12 ]: « O Signore, hai operato in noi tutte le nostre opere ».

Quindi Dio è in tutte le cose.

Dimostrazione:

Dio è in tutte le cose, non già come parte della loro essenza, o come una loro qualità accidentale, ma come l'agente è presente a ciò su cui agisce.

È necessario infatti che ogni agente sia congiunto a ciò su cui agisce immediatamente, e che lo tocchi con la sua virtù: perciò Aristotele [ Phys. 7,2 ] prova che il motore e ciò che è mosso devono essere insieme.

Ora, essendo Dio l'Essere stesso per essenza, bisogna che l'essere creato sia l'effetto proprio di lui, come il bruciare è l'effetto proprio del fuoco.

E questo effetto Dio lo causa nelle cose non soltanto quando cominciano a esistere, ma fin tanto che perdurano nell'essere: come la luce è causata nell'aria dal sole finché l'aria rimane illuminata.

Fintanto dunque che una cosa ha l'essere è necessario che Dio le sia presente in proporzione di come essa possiede l'essere.

L'essere poi è ciò che nelle cose vi è di più intimo e di più profondamente radicato, poiché, come si è detto [ q. 4, a. 1, ad 3 ], è l'elemento formale rispetto a tutti i principi e i componenti che si trovano in una data realtà.

Quindi necessariamente Dio è in tutte le cose, e in maniera intima.

Analisi delle obiezioni:

1. Dio è sopra tutte le cose per l'eccellenza della sua natura, ma è di necessità anche dentro di esse, in quanto causa l'essere di ogni cosa, come si è appena detto.

2. Mentre si dice che le realtà corporee sono in altre come il contenuto nel contenente, quelle spirituali invece contengono le cose in cui si trovano: come l'anima contiene il corpo.

Quindi anche Dio è nelle cose come contenente le cose.

Tuttavia, per una certa analogia con le realtà corporee, si dice che tutte le cose sono in Dio, dato che Dio le contiene.

3. Nessun agente, per quanto efficace, può agire su un oggetto distante se non in quanto agisce su di esso mediante il mezzo.

Ma appartiene alla somma potenza di Dio agire in tutti gli enti immediatamente: quindi nulla è distante da Dio, come se non avesse Dio in sé.

Tuttavia si dice che alcune cose distano da Dio per una dissomiglianza di natura o di grazia; come anche [ si dice che ] egli stesso è al disopra di tutte le cose a motivo dell'eccellenza della sua natura.

4. Nei demoni c'è da distinguere la natura, che è da Dio, e la deformità della colpa, che non è da Dio.

Che quindi Dio sia nei demoni non va concesso in modo assoluto, ma con questa restrizione: in quanto sono delle realtà.

Dobbiamo invece asserire che Dio si trova in senso assoluto in quelle cose che indicano nature non deformate.

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