Summa Teologica - I

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Articolo 3 - Se in Dio, oltre alla generazione del verbo, vi sia una seconda processione

In 1 Sent., d. 13, q. 1, a. 2; C. G., IV, c. 19; De Pot., q. 10, aa. 1, 2; De rat. fidei, c. 3

Pare che in Dio non vi sia una seconda processione, oltre alla generazione del verbo.

Infatti:

1. Per la stessa ragione per cui si ammette questa [ seconda ], se ne dovrebbe poi ammettere una terza, e poi una quarta, e così si andrebbe all'infinito, il che è inammissibile.

Bisogna quindi fermarsi alla prima, in modo che in Dio non vi sia che un'unica processione.

2. Per ogni natura non c'è che un solo modo di essere comunicata.

E ciò perché le operazioni hanno la loro unità e diversità in base al termine.

Ora, la processione che si trova in Dio è solo per comunicare la natura divina.

Essendo dunque questa una sola, come si è detto [ q. 11, a. 3 ], una sola deve essere la processione in Dio.

3. Se in Dio ci fosse un'altra processione diversa da quella del verbo, non potrebbe essere che quella dell'amore, risultante dall'operazione della volontà.

Ma questa processione non può essere distinta da quella intellettuale dell'intelletto, poiché in Dio la volontà non differisce dall'intelletto, come si è già dimostrato [ q. 19, a. 1 ].

Quindi in Dio non c'è un'altra processione oltre a quella del verbo.

In contrario:

Lo Spirito Santo procede dal Padre, come è detto nel Vangelo [ Gv 15,26 ].

Ora, egli è distinto dal Figlio, secondo quanto è scritto [ Gv 14,16 ]: « Io pregherò il Padre, ed egli vi manderà un altro Consolatore ».

Quindi in Dio c'è un'altra processione oltre a quella del verbo.

Dimostrazione:

In Dio ci sono due processioni: quella del verbo e un'altra ancora.

A chiarimento di ciò si tenga presente che in Dio c'è soltanto la processione per azione immanente, e non quella che tende a un termine estrinseco.

Ora, una tale azione nella natura intellettuale appartiene all'intelletto e alla volontà: secondo l'azione dell'intelletto si ha la processione del verbo, mentre secondo l'operazione della volontà si trova in noi un'altra processione, cioè quella dell'amore, mediante la quale l'amato si trova nell'amante, a quel modo in cui mediante la concezione del verbo la cosa espressa o intesa è in chi la intende.

Quindi, oltre alla processione del verbo, si pone in Dio un'altra processione, quella dell'amore.

Analisi delle obiezioni:

1. Non c'è bisogno di giungere all'infinito nel numero delle processioni divine.

Infatti in una natura intellettuale le processioni immanenti si arrestano a quella della volontà.

2. Contrariamente a quanto si verifica nelle altre realtà, tutto ciò che è in Dio è Dio, come si è detto [ q. 3, aa. 3,4 ].

Quindi con ogni processione immanente in Dio si comunica la natura divina; il che non avviene nelle altre nature.

3. Sebbene in Dio la volontà non differisca dall'intelletto, tuttavia la volontà e l'intelletto richiedono che le loro processioni abbiano tra loro un ordine.

Infatti non si dà la processione dell'amore se non in rapporto a quella del verbo [ mentale ]: poiché la volontà non può amare se non ciò che è appreso dall'intelletto.

Come dunque abbiamo un ordine del verbo rispetto al principio da cui procede, quantunque in Dio l'intelletto e il verbo mentale siano essenzialmente la stessa cosa, così, sebbene in Dio siano la stessa cosa la volontà e l'intelletto, tuttavia, dato che l'amore non può procedere se non dal verbo mentale, ne viene che la processione dell'amore [ anche ] in Dio ha una distinzione di ordine da quella del verbo.

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