Summa Teologica - I

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Articolo 4 - Se il termine persona significhi una relazione

In 1 Sent., d. 23, q. 1, a. 3; d. 26, q. 1, a. 1; De Pot., q. 9, a. 4

Pare che il termine persona non significhi in Dio una relazione, ma la sostanza.

Infatti:

1. S. Agostino [ De Trin. 7,6.12 ] afferma: « Quando diciamo: "la persona del Padre" non diciamo altro che: "la sostanza del Padre", poiché egli è detto persona in ordine a se stesso, e non in ordine al Figlio ».

2. [ Quando si domanda ] il quid si ricerca l'essenza.

Ma come dice S. Agostino nello stesso libro [ cc. 4,6; cf. 5,9 ], quando si dice: « Sono tre che fanno testimonianza in cielo: il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo », e si chiede: « Tre che cosa? » si risponde: « Tre persone ».

Quindi il termine persona significa l'essenza.

3. Secondo il Filosofo [ Met. 4,7 ], il nome significa la definizione della cosa da esso designata; ma la definizione di persona è « sostanza individuale di natura razionale », come si è detto [ a. 1 ].

Quindi il nome persona significa la sostanza.

4. Sia negli uomini che negli angeli la persona non significa una relazione, ma qualcosa di assoluto.

Se dunque in Dio significasse una relazione, si applicherebbe equivocamente a Dio, agli angeli e agli uomini.

In contrario:

Boezio [ De Trin. 6 ] afferma che ogni nome appartenente alle persone significa una relazione.

Ma nessun nome appartiene alla persona più che lo stesso nome di persona: esso perciò significa una relazione.

Dimostrazione:

Circa il significato del nome persona applicato a Dio può portare obiezioni il fatto che, contro la natura dei nomi assoluti, si dica al plurale delle tre persone; e d'altra parte non è un nome che esprima un rapporto, come i nomi relativi.

Quindi ad alcuni parve che il nome persona, semplicemente in forza della parola, in Dio significasse l'essenza, come il nome Dio e il nome sapiente, ma poi, in seguito alle obiezioni degli eretici, per decisione di un Concilio, sarebbe stato adattato a prendere il posto dei relativi: e specialmente se usato al plurale o col partitivo, come quando diciamo tre persone, oppure altra è la persona del Padre, altra quella del Figlio.

Nel singolare invece può stare tanto per l'assoluto quanto per il relativo.

- Però questa non pare una spiegazione sufficiente.

Perché se in Dio persona, in forza del suo significato, non indica altro che l'essenza, dicendo che in Dio vi sono tre persone si sarebbe data agli eretici l'occasione per una calunnia ancora più grave, invece di rigettare la loro accusa.

Per questo altri sostennero che persona significa simultaneamente l'essenza e la relazione.

E alcuni di costoro affermarono che direttamente significa l'essenza e solo indirettamente [ in caso obliquo ] la relazione.

Poiché persona deriva da per se una: ora, l'unità si riferisce all'essenza, e d'altra parte il per se indica la relazione indirettamente [ in caso obliquo ]: infatti il Padre viene concepito come sussistente di per sé in quanto distinto dal Figlio mediante la relazione.

Altri invece affermarono il contrario: che cioè la persona significa direttamente la relazione, e solo indirettamente l'essenza, poiché nella definizione di persona la natura è posta in caso obliquo; e questi si avvicinarono di più al vero.

Per chiarire dunque la questione bisogna notare che si può dare un elemento che rientra nel significato di un termine meno universale senza che rientri nel significato di un termine più universale: come razionale è incluso nel significato di uomo, ma non rientra nel significato di animale.

Perciò una cosa è cercare il significato di animale e altra cosa è cercare il significato di quell'animale che è l'uomo.

E così pure altro è cercare il significato del termine persona in generale, e altro è cercare il significato del termine persona divina.

La persona in generale infatti, come si è detto [ a. 1 ], significa una sostanza individuale di natura razionale.

L'individuo poi è ciò che è indistinto in se stesso e distinto dagli altri.

La persona dunque, in qualsiasi natura, significa ciò che è distinto in quella natura: come nella natura umana significa questa carne, queste ossa, questa anima, che sono i princìpi individuanti l'uomo; le quali cose, pur non facendo parte del significato di persona, tuttavia fanno parte di quello di persona umana.

Ora, come si è detto [ q. 28, a. 3 ], la distinzione in Dio non avviene se non per le relazioni di origine.

E tali relazioni in Dio non sono come accidenti inerenti al soggetto, ma sono la stessa essenza divina: perciò esse sono sussistenti come sussiste l'essenza divina.

Come dunque la divinità è Dio, così la paternità divina è Dio Padre, il quale è una persona divina.

Perciò la persona divina significa la relazione come sussistente.

E ciò equivale a significare la relazione a modo di sostanza, cioè di ipostasi sussistente nella natura divina; benché ciò che sussiste nella natura divina non sia altro che la stessa natura divina.

Stando dunque a queste premesse è vero che il nome persona significa direttamente la relazione e solo indirettamente l'essenza: non però la relazione in quanto relazione, ma in quanto significata come ipostasi.

- Parimenti significa pure direttamente l'essenza e indirettamente la relazione: in quanto l'essenza si identifica con l'ipostasi; ma l'ipostasi in Dio viene significata come distinta da una relazione, e quindi la relazione nel suo significato di relazione rientra nel concetto di persona indirettamente [ in caso obliquo ].

E in base a ciò si può anche dire che il significato del nome persona non era ben conosciuto prima delle critiche degli eretici: perciò non si usava il termine persona se non come uno degli altri nomi assoluti.

Invece in seguito, per l'adattabilità del suo significato, il termine persona fu portato a fungere da relativo: per cui questo suo stare per il relativo non l'ebbe solo dall'uso, come voleva la prima opinione, ma anche in forza del suo significato.

Analisi delle obiezioni:

1. Il termine persona appartiene ai nomi assoluti perché significa la relazione non come relazione, ma come sostanza, ossia ipostasi.

E in questo senso S. Agostino dice che significa l'essenza, in quanto in Dio l'essenza è lo stesso che l'ipostasi: poiché in Dio il quod est [ il soggetto ] non differisce dal quo est [ l'essenza o natura ].

2. Il quid si riferisce alcune volte alla natura espressa dalla definizione, come quando si domanda: Che cosa è l'uomo?, e si risponde: Un animale razionale mortale.

Altre volte però si riferisce al soggetto, come quando si domanda: Che cosa nuota nel mare?, e si risponde: Il pesce.

E così a chi chiede: Tre che cosa?, si risponde: Tre persone.

3. Nel concetto di sostanza individuale, cioè distinta e incomunicabile, è inclusa, in Dio, la relazione, come si è detto [ nel corpo ].

4. Il diverso significato di un termine meno universale non comporta equivocazione nel termine più universale [ corrispondente ].

Sebbene infatti sia differente la definizione propria del cavallo e dell'asino, tuttavia il nome animale conviene loro univocamente: poiché all'uno e all'altro conviene la definizione comune di animale.

Quindi, sebbene nella definizione della persona divina sia contenuta la relazione, e non invece in quella della persona angelica o umana, da ciò non segue che il nome di persona [ loro attribuito ] sia equivoco.

Ma non è neppure univoco: poiché, come si è già detto [ q. 13, a. 5 ], nulla si può predicare univocamente di Dio e delle creature.

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