Summa Teologica - I

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Se la creazione sia un'entità reale nelle creature

In 1 Sent., d. 40, q. 1, a. 1, ad 1; In 2 Sent., d. 1, q. 1, a. 2, ad 4, 5; C. G., II, c. 18; De Pot., q. 3, a. 3

Pare che la creazione non sia un'entità reale nelle creature.

Infatti:

1. La creazione al passivo è attribuita alla creatura, come la creazione all'attivo è attribuita al Creatore.

Ma la creazione all'attivo non è un'entità reale nel Creatore: perché altrimenti ne seguirebbe che in Dio vi è qualcosa di temporale.

Quindi anche la creazione al passivo non è un qualcosa nelle creature.

2. Tra Creatore e creatura non ci sono intermediari.

Ma nel parlare della creazione ci si esprime come se questa fosse un qualcosa di intermedio tra l'uno e l'altra: infatti essa non è il Creatore, non essendo eterna, e neppure è una creatura, perché allora per lo stesso motivo bisognerebbe ammettere un'altra creazione per mezzo della quale fosse creata; e così all'infinito.

Quindi la creazione non è qualcosa di reale.

3. Se la creazione è qualcosa di diverso dalla sostanza creata, bisogna che sia un suo accidente.

Ma ogni accidente esiste nel suo soggetto.

Quindi la realtà creata sarebbe il soggetto della creazione.

E così una stessa cosa sarebbe soggetto e termine della creazione.

Cosa impossibile, perché il soggetto è prima dell'accidente e sostiene l'accidente, e d'altra parte il termine è posteriore all'operazione di cui è termine; e quando esso è raggiunto, cessa l'operazione.

Quindi la creazione non è qualcosa di reale.

In contrario:

È più difficile produrre tutta la sostanza di una cosa che produrre la sola sua forma sostanziale o accidentale.

Ora, la generazione vera e propria o quella impropria, mediante le quali una cosa viene generata secondo la forma sostanziale o la forma accidentale, sono un'entità [ reale ] nel soggetto che viene generato.

Quindi con molta maggior ragione la creazione, per mezzo della quale una cosa viene a essere prodotta in tutta la sua sostanza, è una vera entità nella creatura.

Dimostrazione:

La creazione pone qualcosa nella realtà creata soltanto secondo la categoria della relazione: poiché ciò che è creato non viene prodotto per mezzo di un moto o di una mutazione.

Infatti ciò che viene prodotto per mezzo di un moto o di una trasmutazione viene fatto con qualcosa di preesistente: il che avviene nelle produzioni particolari di determinati esseri; ma ciò non può avvenire nella produzione di tutto l'essere da parte della causa universale di tutti gli enti, che è Dio.

Quindi Dio, nel creare, produce le cose senza moto.

Ma se da un'operazione vista all'attivo o al passivo togliamo il moto non rimane che una relazione, come si è detto [ a. 2, ad 2 ].

Resta dunque stabilito che la creazione nelle creature non è altro che una certa relazione verso il Creatore, in quanto è la causa del loro essere; come in un effetto verificatosi mediante la mutazione viene a determinarsi un rapporto con la causa di tale mutamento.

Analisi delle obiezioni:

1. Per creazione attiva si intende l'azione di Dio, che è poi la sua essenza, con in più una relazione verso la creatura.

Ma questo rapporto alla creature in Dio non è reale, ma solo di ragione.

Invece la relazione delle creature a Dio è reale, come si è detto sopra [ q. 13, a. 7 ] trattando dei nomi di Dio.

2. Si è visto che la creazione è [ da noi ] concepita come una mutazione, e la mutazione è in qualche modo tramite tra chi muove e ciò che viene mosso: per questo anche la creazione viene concepita come se fosse un tramite fra il Creatore e la creatura.

Sta il fatto però che la creazione presa al passivo esiste realmente nella creatura, ed è una creatura.

Ma non è necessario che essa venga creata mediante un'altra creazione: poiché le relazioni, dicendo ordine a qualcosa in forza del loro essere stesso, non si riferiscono per mezzo di altre relazioni, ma per mezzo di se medesime; come si disse anche sopra [ q. 42, a. 1, ad 4 ], trattando dell'uguaglianza delle Persone divine.

3. La creazione, concepita [ impropriamente ] come mutazione, ha nella creatura il suo termine; ma in quanto è realmente una relazione trova nella creatura il proprio soggetto e quindi, nell'ordine reale e ontologico, la creatura precede la creazione stessa, come un soggetto precede i propri accidenti.

La creazione però conserva una certa priorità [ rispetto alla creatura ] se consideriamo l'oggetto a cui si riferisce, che è il principio della creatura.

E tuttavia non è necessario pensare che la creatura venga creata per tutto il tempo della sua esistenza: infatti la creazione dice relazione della creatura al Creatore, ma unita all'idea di novità o inizio.

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