Summa Teologica - I

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Articolo 4 - Se essere creato sia proprio dei composti e dei sussistenti

De Pot., q. 3, a. 1, ad 12; a. 3, ad 2; a. 8, ad 3; De Verit., q. 27, a. 3, ad 9; Quodl., 9, q. 5, a. 1

Pare che essere creato non sia proprio [ ed esclusivo ] dei composti e dei sussistenti.

Infatti:

1. Nel De Causis [ 4 ] si afferma: « La prima fra le realtà create è l'essere ».

Ma l'esistenza della realtà creata non è qualcosa di sussistente.

Quindi l'essere creato non appartiene in modo esclusivo agli esseri sussistenti e composti.

2. Ciò che è creato viene dal nulla.

Ma i composti non vengono dal nulla, bensì dai loro componenti.

Quindi non è ai composti che si addice di essere creati.

3. Nella prima emanazione propriamente viene prodotto ciò che nella seconda è presupposto: come i prodotti naturali vengono dalla natura, e poi formano a loro volta il presupposto all'operazione dell'arte.

Ma alle produzioni della natura è presupposta la materia.

Quindi è propriamente la materia ciò che viene creato, non il composto.

In contrario:

Si legge nella Genesi [ Gen 1,1 ]: « In principio Dio creò il cielo e la terra ».

Ma il cielo e la terra sono realtà composte e sussistenti.

Quindi ad esse propriamente conviene di essere create.

Dimostrazione:

Si è già detto [ a. 2, ad 2 ] che venire creato è un modo di divenire.

Ora, ogni divenire tende a dare l'esistenza a una cosa.

Quindi sia il divenire che l'essere creato appartengono propriamente a quelle cose a cui spetta di esistere.

E ciò a rigore spetta agli esseri sussistenti: siano essi semplici come le sostanze separate, o composti come le sostanze corporee.

Infatti esistere, propriamente, conviene solo a ciò che ha l'esistenza: che è quanto dire a ciò che sussiste nel proprio essere.

Invece le forme, gli accidenti e le altre cose del genere sono chiamati enti non nel senso che essi stessi abbiano l'essere, ma perché per mezzo di essi qualcosa viene a essere [ in un modo o nell'altro ]: come la bianchezza è detta ente perché per mezzo di essa una sostanza è bianca.

Quindi, al dire di Aristotele [ Met. 7,1 ], l'accidente a tutto rigore non dovrebbe essere chiamato ente, ma [ cosa ] dell'ente.

Quindi, come gli accidenti, le forme e le altre realtà che non sussistono sono piuttosto coesistenti che enti, così vanno detti piuttosto concreati che creati.

Invece le realtà che propriamente vengono create sono quelle sussistenti.

Analisi delle obiezioni:

1. Quando si afferma che « la prima fra le realtà create è l'essere », il termine essere non indica una creatura determinata, ma il carattere proprio sotto il quale la creazione raggiunge il suo oggetto.

Infatti una cosa è detta creata per il fatto che è ente [ o che esiste ], non per il fatto che è tale ente [ mediante una data essenza o qualità ]: poiché la creazione è l'emanazione di tutto l'essere dall'ente universale, come si è spiegato [ a. 1 ].

Quindi quell'espressione è simile a quella di chi dicesse: la prima cosa che si vede è il colore, sebbene ciò che propriamente vediamo sia l'oggetto colorato.

2. La creazione non sta a indicare il costituirsi del composto mediante princìpi preesistenti, ma si dice che il composto è creato per il fatto che esso viene portato all'esistenza assieme a tutti i princìpi [ che lo compongono ].

3. Il ragionamento non prova che viene creata soltanto la materia, ma che la materia esiste solo per creazione.

Infatti la creazione è la produzione non della sola materia, ma di tutto l'essere.

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