Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se il fato sia nelle realtà create

In 1 Sent., d. 39, q. 2, a. 1, ad 5; C. G., III, c. 93; De Verit., q. 5, a. 1, ad 1; Quodl., 12, q. 3, a. 2; Comp. Theol., c. 138

Pare che il fato non sia nelle realtà create.

Infatti:

1. Secondo S. Agostino [ De civ. Dei 5,1 ], « col nome di fato si designa la volontà o la potenza di Dio ».

Ora, la volontà e la potenza di Dio non sono nelle creature, ma in Dio.

Quindi il fato è in Dio, e non nelle realtà create.

2. Il fato è causa in rapporto agli eventi da esso dipendenti, come indica il modo stesso in cui se ne parla.

Ma Dio soltanto è la causa universale diretta degli eventi che si verificano per accidens, come sopra si è visto [ a. 1 ].

Quindi il fato è in Dio e non nelle realtà create.

3. Se il fato fosse nelle creature sarebbe o sostanza o accidente: e in tutte e due le ipotesi dovrebbe moltiplicarsi secondo il numero delle creature.

Siccome invece il fato è uno soltanto, esso non è nelle creature, ma in Dio.

In contrario:

Boezio [ De consol. 4, pr. 6 ] insegna che « il fato è una disposizione inerente agli esseri mobili ».

Dimostrazione:

La provvidenza divina, come si è dimostrato in precedenza [ q. 22, a. 3; q. 103, a. 6 ], porta a compimento i suoi effetti servendosi di cause intermedie.

Quindi l'ordinamento causale degli effetti può essere considerato in due modi.

Primo, in quanto è in Dio stesso: e allora tale ordinamento viene detto provvidenza.

- Secondo, in quanto è nelle cause intermedie: e considerato in questo modo il predetto ordinamento prende l'aspetto di fato.

Per questo Boezio [ l. cit. ] scrive: « Il fato si compie sia mediante gli spiriti che sono al servizio della provvidenza divina, sia mediante il servizio dell'anima o di tutta la natura, sia mediante i moti celesti degli astri, sia mediante le virtù degli angeli, sia mediante le molteplici astuzie dei demoni, che agiscono talora separatamente e altre volte in concomitanza »: tutte cose delle quali si è già trattato distintamente in precedenza [ a. 1; q. 104, a. 2; q. 110, a. 1; q. 113, 114 ].

È quindi evidente che il fato ha sede nelle cause create, in quanto sono ordinate da Dio a produrre i loro effetti.

Analisi delle obiezioni:

1. L'ordinamento delle cause seconde, da S. Agostino [ De civ. Dei 5,8 ] chiamato « serie delle cause », prende il nome di fato solo in quanto dipende da Dio.

Quindi la volontà e la potenza di Dio possono essere dette fato in senso causale.

Ma essenzialmente il fato è la disposizione, la serie, ovvero il coordinamento delle cause seconde.

2. Il fato ha ragione di causa in quanto la hanno le stesse cause seconde, il cui ordinamento appunto prende il nome di fato.

3. Quando si dice che il fato è una disposizione, non si intende la disposizione che è nella categoria della qualità, ma si prende la disposizione nel significato di ordine, il quale non è sostanza, ma relazione.

Ora, se quest'ordine viene considerato in rapporto al suo principio, è uno solo: e allora è unico anche il fato.

Se invece viene considerato in rapporto agli effetti o alle cause seconde, allora è molteplice; e in questo senso il Poeta [ Aeneid. 5,509 ] poteva dire: « Tu sei trascinato dai tuoi fati ».

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