Summa Teologica - I-II

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Articolo 3 - Se qualche abito possa risiedere nelle potenze della parte sensitiva

In 3 Sent., d. 14, q. 1, a. 1, sol. 2; d. 23, q. 1, a. 1; De Virt., q. 1, a. 1

Pare che nelle potenze della parte sensitiva non possa risiedere alcun abito.

Infatti:

1. Le potenze sensitive sono irrazionali, come quelle nutritive.

Ma nelle potenze della parte nutritiva non si parla di abiti.

Quindi non se ne deve parlare neppure nelle potenze della parte sensitiva.

2. Le facoltà sensitive sono comuni a noi e agli animali bruti.

Ma negli animali non ci sono abiti: poiché manca in essi la volontà, che è inclusa nella definizione dell'abito, come si è visto sopra [ a. 1, ob. 1; q. 49, a. 3, s.c. ].

Quindi non ci sono abiti nelle facoltà sensitive.

3. Gli abiti dell'anima sono le scienze e le virtù; e come la scienza è legata alle potenze conoscitive, così la virtù è legata a quelle appetitive.

Ma nelle potenze sensitive non ci sono scienze: poiché la scienza ha per oggetto gli universali, che le facoltà sensitive non possono conoscere.

Perciò neppure nelle facoltà appetitive ci possono essere gli abiti delle virtù.

In contrario:

Il Filosofo [ Ethic. 3,10 ] afferma che « alcune virtù », come la temperanza e la fortezza, « appartengono alle parti irrazionali ».

Dimostrazione:

Le potenze sensitive si possono considerare in due modi:

primo, in quanto operano per istinto di natura;

secondo, in quanto operano sotto il comando della ragione.

In quanto dunque agiscono per istinto di natura sono preordinate a un'unica cosa, come anche la natura.

Perciò in questo senso nelle potenze sensitive non ci possono essere degli abiti, come non ci sono nelle potenze naturali.

- Ma in quanto agiscono sotto il comando della ragione le potenze sensitive possono essere ordinate a cose diverse.

E in questo senso possono avere degli abiti, che le predispongano bene o male a una data cosa.

Analisi delle obiezioni:

1. Le potenze nutritive non sono fatte per ubbidire al comando della ragione: perciò non vi si possono trovare degli abiti.

Ma le potenze sensitive sono fatte per ubbidire al comando della ragione, per cui vi si possono trovare degli abiti: in quanto infatti ubbidiscono alla ragione, in qualche modo sono dette razionali, come insegna Aristotele [ Ethic. 1,13 ].

2. Le facoltà sensitive negli animali bruti non operano sotto il comando della ragione; e se tali animali sono lasciati a se stessi agiscono per istinto di natura.

Quindi negli animali non ci sono abiti in ordine all'operazione.

Ci sono però in essi alcune disposizioni in ordine alla natura, come la salute e la bellezza.

- Tuttavia in essi si possono ammettere in qualche modo degli abiti in quanto tali animali ricevono dalla ragione umana una disposizione a compiere qualcosa in questa o in quell'altra maniera mediante l'assuefazione: infatti S. Agostino [ Lib. LXXXIII quaest. 36 ] scrive che « vediamo bestie ferocissime astenersi dai più grandi piaceri per paura del dolore; e quando questo modo di fare è divenuto per esse un'abitudine, si dicono domate e mansuete ».

Manca tuttavia per il carattere di un vero abito l'uso della volontà, poiché manca nelle bestie la potestà di usare e non usare, che appartiene all'essenza dell'abito.

Perciò, propriamente parlando, in esse non ci possono essere abiti.

3. Come insegna Aristotele [ De anima 3,11 ], l'appetito sensitivo è fatto per subire il moto dell'appetito razionale, mentre le facoltà conoscitive della ragione sono fatte per ricevere [ l'oggetto ] da quelle sensitive.

Perciò è più naturale che gli abiti si trovino nelle facoltà sensitive di ordine appetitivo che in quelle di ordine conoscitivo: poiché nelle facoltà appetitive del senso esistono degli abiti solo in quanto esse agiscono sotto il comando della ragione.

Tuttavia si possono riscontrare anche nelle facoltà inferiori della conoscenza sensitiva degli abiti grazie ai quali l'uomo può acquistare una buona disposizione alla memoria, o alla cogitativa, o all'immaginativa.

Per cui anche il Filosofo [ De mem. et remin 2 ] afferma che « la consuetudine giova molto a ben ricordare »: e ciò perché anche tali facoltà sono poste in esercizio dal comando della ragione.

Invece le facoltà conoscitive esterne, come la vista, l'udito e simili, non possono avere abiti, ma sono ordinate ai loro atti, determinati in forza della loro disposizione naturale, alla stregua delle membra del corpo: gli abiti infatti non risiedono nelle membra, ma piuttosto nelle facoltà che ne comandano i movimenti.

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