Summa Teologica - I-II

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Articolo 2 - Se le virtù morali riguardanti le operazioni siano distinte da quelle riguardanti le passioni

In 2 Ethic., lect. 8

Pare che le virtù morali non si distinguano per il fatto che alcune riguardano le operazioni e altre le passioni.

Infatti:

1. Il Filosofo [ Ethic. 2,3 ] scrive che la virtù morale « ha il compito di operare il meglio in materia di piaceri e di tristezze ».

Ora, il piacere e la tristezza sono passioni, come si è visto [ q. 31, a. 1; q. 35, a. 1 ].

Quindi la virtù che riguarda le passioni riguarda anche le operazioni, essendo fatta per operare.

2. Le passioni sono princìpi di operazioni esterne.

Se dunque ci sono delle virtù che rendono buone le passioni, esse dovranno necessariamente rettificare anche le operazioni.

Quindi le stesse virtù morali riguardano le passioni e le operazioni.

3. Qualsiasi atto esterno dipende da un moto buono o cattivo dell'appetito sensitivo.

Ma i moti dell'appetito sensitivo sono passioni.

Quindi le stesse virtù riguardanti le operazioni riguardano pure le passioni.

In contrario:

Il Filosofo [ Ethic. 2,7; 4,11; 5,1 ] alla giustizia assegna le operazioni, alla fortezza e alla temperanza invece assegna alcune passioni.

Dimostrazione:

Le operazioni e le passioni si possono riferire alla virtù in due modi.

Primo, come effetti.

E in questo senso qualsiasi virtù morale ha delle buone operazioni, che essa ha il compito di produrre, e qualche piacere o tristezza, che sono passioni, come sopra [ q. 59, a. 4, ad 1 ] abbiamo spiegato.

Secondo, le operazioni si possono riferire alla virtù morale come la materia di cui quest'ultima si occupa.

E in questo senso è necessario che le virtù morali riguardanti le operazioni siano distinte da quelle riguardanti le passioni.

E la ragione è che la bontà o la malizia di certe operazioni viene desunta da queste medesime, comunque l'uomo sia disposto nei loro riguardi: poiché la loro bontà o malizia si misura in base al rapporto con altri.

E per tali operazioni si richiede una virtù atta a dirigerle per se stesse: come nel caso della compravendita e di tutte le operazioni consimili, in cui va tenuto conto di ciò che è o non è dovuto, sia a se stessi che ad altri.

Per questo la giustizia e le sue parti hanno propriamente come loro materia le operazioni.

- Invece per altre operazioni la bontà o la malizia viene desunta in base alla loro convenienza rispetto a chi le compie.

Perciò in questo caso la bontà o la malizia va misurata e considerata in base alla buona o alla cattiva disposizione del soggetto nei loro riguardi.

Quindi in tal caso le virtù dovranno riguardare principalmente gli affetti interiori, che sono appunto le passioni: come è evidente nel caso della temperanza, della fortezza e delle altre virtù consimili.

Può tuttavia capitare che anche nelle operazioni misurate dal rapporto con altri si sacrifichi il bene della virtù per una passione disordinata.

E allora, in quanto viene infranta la misura dell'operazione esterna si ha un'infrazione della giustizia, ma in quanto viene infranto l'equilibrio delle passioni interiori si ha l'infrazione di qualche altra virtù.

Quando uno, p. es., percuote un altro per ira, i colpi ingiustificati distruggono la giustizia, mentre l'eccesso di collera distrugge la mansuetudine.

E lo stesso si dica delle altre virtù.

Analisi delle obiezioni:

1. È così evidente la soluzione delle obiezioni.

Infatti la prima prende le operazioni come effetti delle virtù.

- Le altre due invece argomentano partendo dal fatto che l'operazione e la passione concorrono al medesimo effetto.

Ma in alcuni casi le virtù riguardano principalmente le operazioni, in altri invece principalmente le passioni, come si è spiegato [ nel corpo ].

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