Summa Teologica - I-II

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Articolo 8 - Se le virtù siano da preferirsi ai doni

In 3 Sent., d. 34, q. 1, a. 1, ad 5; De Virt., q. 2, a. 2, ad 17

Pare che le virtù siano da preferirsi ai doni.

Infatti:

1. S. Agostino [ De Trin. 15,18.32 ] così scrive, parlando della carità: « Nulla è superiore a questo dono di Dio.

Esso è il solo che divide i figli del regno eterno dai figli dell'eterna perdizione.

Dallo Spirito Santo sono elargiti anche altri doni, ma senza la carità non giovano a nulla ».

Ma la carità è una virtù.

Quindi le virtù valgono più dei doni dello Spirito Santo.

2. Le cose che vengono prima in ordine di natura sono anche superiori.

Ora, le virtù precedono i doni: infatti S. Gregorio [ Mor. 2,49 ] ha scritto che « il dono dello Spirito Santo nell'anima a lui soggetta forma innanzi tutto la giustizia, la prudenza, la fortezza e la temperanza, e quindi cura l'anima stessa con le sette virtù » o doni, « donando contro la stoltezza la sapienza, contro l'ottusità l'intelletto, contro la precipitazione il consiglio, contro il timore la fortezza, contro l'ignoranza la scienza, contro la durezza la pietà e contro la superbia il timore ».

Perciò le virtù sono superiori ai doni.

3. Come dice S. Agostino [ De lib. arb. 2, cc. 18,19 ], « nessuno può usare malamente delle virtù ».

Invece è possibile fare un cattivo uso dei doni: infatti, come dice S. Gregorio [ Mor. 1,35 ], « noi immoliamo la vittima della nostra preghiera perché la sapienza non si levi in superbia; perché l'intelletto, investigando sottilmente, non erri; perché il consiglio, moltiplicandosi, non confonda, e la fortezza nel dar fiducia non ci faccia cadere; perché la scienza non ci gonfi con una conoscenza senza amore, e la pietà non ci renda tortuosi facendoci deviare lontano dalla giustizia; e perché il timore, facendoci temere più del giusto, non ci faccia cadere nella fossa della disperazione ».

Quindi le virtù sono più nobili dei doni dello Spirito Santo.

In contrario:

I doni sono dati in aiuto delle virtù contro i difetti, come è evidente dai passi ricordati di S. Gregorio [ ob. 2 ]: perciò sembra che essi possano compiere ciò che non possono le virtù.

Quindi i doni sono superiori alle virtù.

Dimostrazione:

È evidente da quanto si è detto [ q. 58, a. 3; q. 61, a. 2 ] che le virtù si dividono in tre generi: virtù teologali, virtù intellettuali e virtù morali.

Le virtù teologali hanno la funzione di unire l'anima umana con Dio, le virtù intellettuali quella di perfezionare la ragione in se stessa e le virtù morali quella di predisporre le potenze appetitive a obbedire alla ragione.

Invece i doni dello Spirito Santo hanno la funzione di predisporre tutte le potenze dell'anima ad assecondare la mozione divina.

Perciò è evidente che i doni stanno alle virtù teologali, mediante le quali l'uomo si unisce allo Spirito Santo movente, come le virtù morali stanno alle virtù intellettuali, mediante le quali è perfezionata la ragione, motrice delle virtù morali.

Come quindi le virtù intellettuali precedono e regolano le virtù morali, così le virtù teologali precedono e regolano i doni dello Spirito Santo.

Per cui S. Gregorio [ Mor. 1,27 ] afferma che « i sette figli », cioè i sette doni, « non possono raggiungere la perfezione del numero dieci se tutto ciò che fanno non lo compiono nella fede, nella speranza e nella carità ».

Se invece confrontiamo i doni con le altre virtù intellettuali o morali, allora i doni precedono le virtù.

Poiché i doni predispongono le potenze dell'anima alla mozione dello Spirito Santo, mentre le altre virtù predispongono o la ragione stessa o le altre facoltà in ordine alla ragione.

Ora, è evidente che per un motore più alto si richiede che il soggetto mobile venga predisposto da una perfezione superiore.

Quindi i doni sono più perfetti delle virtù.

Analisi delle obiezioni:

1. La carità è una virtù teologale, perciò concediamo che è superiore ai doni.

2. Si può dire che una cosa precede un'altra in due modi.

Primo, in ordine di perfezione e di dignità, come l'amore di Dio precede l'amore del prossimo.

E in questo senso i doni vengono prima delle virtù intellettuali e morali, e dopo le virtù teologali.

- Secondo, in ordine di generazione e di predisposizione, come l'amore del prossimo precede, quanto agli atti, l'amore di Dio.

E in questo senso le virtù intellettuali e morali precedono i doni: poiché l'uomo con le buone disposizioni nei riguardi della propria ragione si prepara a essere ben disposto in ordine a Dio.

3. La sapienza, l'intelletto ecc. sono doni dello Spirito Santo in quanto sono informati dalla carità; la quale, al dire di S. Paolo [ 1 Cor 13,4 ], « non agisce malamente ».

Perciò nessuno si serve malamente della sapienza, dell'intelletto ecc. in quanto doni dello Spirito Santo.

Ma affinché essi non si allontanino dalla perfezione della carità, l'uno è sostenuto dall'altro.

E questo è quanto intende dire S. Gregorio.

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