Summa Teologica - I-II

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Articolo 8 - Se un peccato di passione possa essere mortale

De Malo, q. 3, a. 10

Pare che un peccato di passione non possa essere mortale.

Infatti:

1. Il peccato veniale si contrappone al mortale.

Ora, il peccato di fragilità è veniale, o perdonabile, avendo in se stesso un motivo di perdono.

Quindi è chiaro che il peccato di passione, essendo di fragilità, non può essere mortale.

2. La causa non può essere inferiore all'effetto.

Ora, la passione non può essere un peccato mortale: infatti tale peccato non può risiedere nella sensualità, come si è visto [ q. 74, a. 4 ].

Quindi un peccato di passione non può essere mortale.

3. Si è detto [ aa. 1,2 ] che la passione allontana dalla ragione.

Ma spetta alla ragione volgersi a Dio, o scostarsi da lui, commettendo così un peccato mortale.

Quindi il peccato di passione non può essere mortale.

In contrario:

L'Apostolo [ Rm 7,5 ] scrive che « le passioni peccaminose si scatenano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte ».

Ora, portare frutti per la morte è proprio del peccato mortale.

Quindi il peccato di passione può essere mortale.

Dimostrazione:

Si è già spiegato [ q. 72, a. 5 ] che il peccato mortale consiste nel volgere le spalle all'ultimo fine, che è Dio: e questo gesto spetta alla deliberazione della ragione, che ha il compito di ordinare al fine.

Perciò può capitare che il volgersi dell'anima verso quanto è contrario al fine ultimo non sia peccato mortale solo nel caso in cui la ragione non possa intervenire a deliberare: e ciò avviene nei moti improvvisi.

Ma quando per la passione uno passa all'atto peccaminoso, o al consenso deliberato, il fatto non è improvviso.

Quindi la ragione può intervenire a deliberare: infatti può reprimere od ostacolare la passione, come si è visto [ a. 7; q. 10, a. 3, ad 2 ].

Per cui, se non interviene, è peccato mortale: e infatti vediamo che per passione si commettono molti omicidi e adulteri.

Analisi delle obiezioni:

1. Un peccato può dirsi veniale o perdonabile in tre modi diversi.

Primo, a motivo della causa, e cioè per il fatto che ha una qualche causa di perdono, che diminuisce il peccato: e in questo senso si dice veniale il peccato di fragilità e di ignoranza.

Secondo, per il fatto del perdono avvenuto: e così tutti i peccati diventano veniali col pentimento, cioè in forza del perdono ricevuto.

Terzo, un peccato può essere veniale nel suo genere, come ad es. le parole oziose.

Ora, soltanto quest'ultimo tipo di peccato veniale si contrappone al mortale: invece l'obiezione partiva dal primo.

2. La passione è causa del peccato sotto l'aspetto della conversione.

Ma che esso sia mortale, come si è visto [ a. 6, ad 1 ], dipende dall'aspetto dell'allontanamento da Dio, che consegue accidentalmente alla conversione alle creature.

Perciò l'argomento non regge.

3. Non sempre la ragione viene impedita totalmente nei suoi atti dalla passione: perciò le rimane il libero arbitrio per aderire a Dio, o per allontanarsi da lui.

Se invece venisse tolto completamente l'uso della ragione, allora non ci sarebbe più peccato, né mortale né veniale.

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