Summa Teologica - I-II

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Articolo 2 - Se il peccato risieda più nell'essenza dell'anima che nelle sue potenze

In 2 Sent., d. 31, q. 2, a. 1; De Verit., q. 25, a. 6; q. 27, a. 6, ad 2; De Malo, q. 4, a. 4

Pare che il peccato originale non risieda più nell'essenza dell'anima che nelle sue potenze.

Infatti:

1. L'anima è fatta per essere sede del peccato in quanto può essere mossa dalla volontà.

Ora, l'anima non può essere mossa dalla volontà nella sua essenza, ma solo nelle sue potenze.

Perciò il peccato originale non risiede nell'essenza dell'anima, ma solo nelle sue potenze.

2. Il peccato originale è il contrario della giustizia originale.

Ma la giustizia originale si trovava in una certa potenza dell'anima, dove risiedeva la virtù.

Quindi anche il peccato originale è più nelle potenze dell'anima che nella sua essenza.

3. Come il peccato originale passa dal corpo nell'anima, così dall'essenza dell'anima passa alle potenze.

Ma il peccato originale è più nell'anima che nel corpo.

Quindi è anche più nelle potenze dell'anima che nella sua essenza.

4. Si è detto [ q. 82, a. 3 ] che il peccato originale è la concupiscenza.

Ma la concupiscenza risiede nelle potenze dell'anima.

Quindi anche il peccato originale.

In contrario:

Come si è ricordato sopra [ q. 81, a. 1 ], il peccato originale è un peccato di natura.

Ma l'anima è forma e natura del corpo per la sua essenza, e non per le sue potenze, come si è dimostrato nella Prima Parte [ q. 76, a. 6 ].

Perciò l'anima umana è sede del peccato originale principalmente in forza della sua essenza.

Dimostrazione:

La sede principale di un peccato è quella parte dell'anima che si ricollega primariamente alla causa motiva di quel peccato: come se la causa movente del peccato è il piacere dei sensi, il quale si ricollega primariamente, quale oggetto proprio, al concupiscibile, ne segue che la facoltà del concupiscibile è la sede propria di tale peccato.

Ora, è evidente che il peccato originale viene causato dall'origine, o generazione.

Perciò quella parte dell'anima che per prima viene raggiunta dalla generazione umana è la sede primaria del peccato originale.

Ora, la generazione ha come suo termine diretto l'anima in quanto è forma del corpo: cosa che le conviene, come si è visto nella Prima Parte [ q. 76, a. 6 ], in forza della sua essenza.

Per cui l'anima secondo la sua essenza è il soggetto primario del peccato originale.

Analisi delle obiezioni:

1. Come la mozione della volontà di ciascuno raggiunge le sole potenze e non l'essenza dell'anima, così la mozione della volontà del nostro progenitore raggiunge, per via di generazione, prima di tutto l'essenza dell'anima, secondo le spiegazioni date [ nel corpo ].

2. Anche la giustizia originale apparteneva principalmente all'essenza dell'anima: era infatti un dono di Dio fatto alla natura umana, la quale è costituita prima dall'essenza dell'anima che dalle sue potenze.

Infatti le potenze appartengono piuttosto alla persona, essendo i princìpi degli atti personali.

Per cui sono la sede propria dei peccati attuali, che sono peccati personali.

3. Il corpo sta all'anima come la materia sta alla forma la quale, sebbene sia posteriore in ordine genetico, tuttavia è anteriore in ordine di perfezione e di natura.

Invece l'essenza dell'anima sta alle potenze come un soggetto sta ai suoi accidenti propri, i quali sono ad esso posteriori sia in ordine genetico che in ordine di perfezione.

Perciò il paragone non regge.

4. Nel peccato originale la concupiscenza, come si è già visto [ q. 82, a. 3 ], è solo qualcosa di materiale e di derivato.

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