Summa Teologica - I-II

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Articolo 1 - Se vi sia una legge eterna

Infra, q. 93, a. 1

Pare che non vi sia una legge eterna.

Infatti:

1. Qualsiasi legge viene imposta a qualcuno.

Ma non esiste dall'eternità un soggetto a cui imporre una legge, poiché dall'eternità esiste Dio solo.

Quindi nessuna legge può essere eterna.

2. La promulgazione è essenziale alla legge.

Ma la promulgazione non poté aversi dall'eternità, poiché non esisteva nessuno a cui promulgarla.

Quindi nessuna legge può essere eterna.

3. La legge implica un ordine al fine.

Ma nulla di ciò che viene ordinato al fine è eterno: poiché solo l'ultimo fine è eterno.

Perciò nessuna legge è eterna.

In contrario:

Scrive S. Agostino [ De lib. arb. 1,6.14 ]: « La legge che viene detta ragione suprema non può non apparire, a chiunque comprenda, immutabile ed eterna ».

Dimostrazione:

Come si è già visto [ q. 90, a. 1, ad 2; aa. 3,4 ], la legge non è che il dettame della ragione pratica esistente nel principe che governa una società, o comunità perfetta.

Ora, una volta dimostrato, come si è fatto nella Prima Parte [ q. 22, aa. 1,2 ], che il mondo è retto dalla divina provvidenza, è chiaro che tutta la comunità dell'universo è governata dalla ragione divina.

Perciò il piano stesso col quale Dio, come principe dell'universo, governa le cose ha natura di legge.

E poiché la mente divina non concepisce nulla nel tempo, essendo il suo pensiero eterno, come insegna la Scrittura [ Pr 8,23 ], tale legge deve essere eterna.

Analisi delle obiezioni:

1. Le cose che non esistono in se stesse esistono presso Dio in quanto preconosciute e preordinate da lui, secondo l'espressione dell'Apostolo [ Rm 4,17 ]: « Egli chiama le cose che non esistono come quelle che esistono ».

Perciò la concezione eterna della legge divina si presenta come legge eterna, in quanto è ordinata da Dio al governo di quelle cose che egli già conosce.

2. La promulgazione avviene a parole e per iscritto: e in tutti e due i modi la legge eterna ha la sua promulgazione dalla parte di Dio che la promulga: infatti il Verbo di Dio è eterno, come pure è eterna la scrittura del libro della vita.

Invece la promulgazione non può essere eterna dalla parte della creatura che deve leggerla o ascoltarla.

3. La legge implica un ordinamento al fine in maniera attiva, cioè in quanto essa serve a ordinare qualcosa al suo fine, e non già in maniera passiva, cioè nel senso che essa stessa sia ordinata a un fine.

Ciò infatti avviene solo per accidens in quei legislatori che hanno fuori di se stessi il loro fine, al quale devono ordinare le loro stesse leggi.

Invece il fine del governo divino è Dio stesso, e la sua legge non è altro che lui stesso.

Per cui la legge eterna non è ordinata a un altro fine.

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