Summa Teologica - I-II

Indice

Articolo 6 - Se era giusto che la legge antica fosse data al tempo di Mosè

III, q. 70, a. 2, ad 2; In 4 Sent., d. 1, q. 1, a.2, sol. 4; In Galat., c. 3, lect. 7

Non pare giusto che l'antica legge fosse data al tempo di Mosè.

Infatti:

1. La legge antica, come si è detto [ aa. 2;3 ], doveva preparare alla futura redenzione di Cristo.

Ma l'uomo ebbe bisogno di questo rimedio subito dopo il peccato.

Perciò la legge antica doveva essere data subito dopo il peccato.

2. La legge antica fu data per santificare coloro dai quali doveva nascere Cristo.

Ma la promessa della « discendenza che è Cristo » [ Gen 12,7 ] risale ad Abramo.

Quindi la legge andava data fin dal tempo di Abramo.

3. Tra i discendenti di Noè, dal solo Abramo, al quale fu fatta la promessa, nacque Cristo; e tra i figli di Abramo solo da Davide, al quale la promessa fu rinnovata, e di cui così parla la Scrittura [ 2 Sam 23,1 ]: « Oracolo di Davide, a cui fu garantito un patto riguardo al Cristo del Dio di Giacobbe ».

Quindi la legge antica doveva essere data dopo Davide, come fu data dopo Abramo.

In contrario:

L'Apostolo [ Gal 3,19 ] insegna che « la legge fu aggiunta per le trasgressioni, fino alla venuta della discendenza per la quale era stata fatta la promessa, e fu promulgata per mezzo di angeli attraverso un mediatore »: cioè, come spiega la Glossa [ ord. ], « fu data con ordine ».

Perciò era giusto che la legge antica fosse data in quel tempo preciso.

Dimostrazione:

Era giustissimo che la legge antica fosse data al tempo di Mosè.

E ciò può essere dimostrato con due ragioni, osservando che ogni legge viene imposta a due generi di uomini.

È imposta infatti ai duri e ai superbi, che la legge costringe e doma, ed è imposta anche ai buoni i quali, istruiti dalla legge, sono aiutati ad adempiere ciò a cui aspirano.

Fu quindi giusto che la legge antica venisse data nel tempo suddetto, per reprimere l'umana superbia.

Infatti l'uomo si era inorgoglito di due cose: della scienza e della potenza.

Della scienza, pensando che la ragione naturale potesse bastare alla propria salvezza.

Quindi, per reprimerne l'orgoglio, l'uomo fu lasciato al solo governo della ragione, senza l'aiuto di una legge scritta: e così per esperienza egli poté capire le deficienze della sua ragione, dal momento che gli uomini ai tempi di Abramo vennero a cadere nell'idolatria e nei vizi più turpi.

Perciò era necessario che la legge scritta fosse data dopo tale tempo come rimedio all'umana ignoranza: poiché, come dice S. Paolo [ Rm 3,20 ], « per mezzo della legge si ha la conoscenza del peccato ».

- Ma dopo che l'uomo fu istruito dalla legge, la sua superbia fu convinta della propria debolezza, trovandosi egli incapace di compiere quanto conosceva.

Quindi l'Apostolo conclude [ Rm 8,3s ]: « Ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile mandando il proprio Figlio ( … ), perché la giustizia della legge si adempisse in noi ».

Quanto ai buoni invece la legge doveva essere un aiuto.

E questo era necessario per il popolo, soprattutto quando la legge naturale cominciava a oscurarsi per il dilagare dei peccati.

Ma bisognava dare tale aiuto con un certo ordine, in modo da guidare dalle cose imperfette alla perfezione.

Perciò la legge antica doveva essere data fra la legge di natura e la legge della grazia.

Analisi delle obiezioni:

1. Non era opportuno dare la legge antica subito dopo il peccato originale: sia perché l'uomo, confidando nella propria ragione, ancora non riconosceva di averne bisogno, sia perché il dettame della legge naturale non era ancora ottenebrato dall'abitudine del peccato.

2. La legge non deve essere data se non a tutto un popolo: poiché si tratta, come si è visto [ q. 96, a. 1 ], di norme universali.

Perciò al tempo di Abramo furono date da Dio delle norme familiari, e quasi domestiche.

Dopo invece, essendosi i suoi posteri moltiplicati in modo da formare un popolo, ed essendo stati liberati dalla schiavitù, era giusto che fosse loro data una legge: infatti gli schiavi, come nota il Filosofo [ Polit. 3,5; 4,4 ], non fanno parte del popolo o dello stato, a cui si addice l'imposizione di una legge.

3. La legge non fu ricevuta solo da quelli dai quali doveva nascere il Cristo per il fatto che andava data a tutto un popolo: e così tutto il popolo ricevette il sigillo della circoncisione, che fu il segno della promessa fatta da Dio ad Abramo, come nota l'Apostolo [ Rm 4,11 ].

Perciò la legge andava data già prima di Davide, non appena tale popolo si fosse formato.

Indice