Summa Teologica - II-II

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Articolo 8 - Se gli articoli di fede siano convenientemente enumerati

In 3 Sent., d. 25, q. 1, a. 2; Comp. Theol., c. 246; De art. fidei; Expos. I Decr., c. 2

Pare che gli articoli di fede non siano convenientemente enumerati.

Infatti:

1. Le cose che possono essere conosciute per dimostrazione scientifica non appartengono alla fede in modo da essere per tutti verità da credersi, come sopra [ a. 5, ad 3 ] si è detto.

Ora, che esiste un unico Dio può essere dimostrato scientificamente: così infatti fece Aristotele nella Metafisica [ 12,10 ], e anche molti altri filosofi portarono delle prove al riguardo.

Quindi non si deve considerare articolo di fede l'esistenza di un unico Dio.

2. La fede, come ci obbliga a credere che Dio è onnipotente, così ci impone anche di credere che è onniscente e che provvede a tutti gli esseri; e ci furono errori contro l'una e contro l'altra verità.

Perciò fra gli articoli di fede si dovevano ricordare anche la sapienza e la provvidenza divina, allo stesso modo dell'onnipotenza.

3. È un'identica cosa conoscere il Padre e il Figlio, come afferma il Signore nel Vangelo [ Gv 14,9 ]: « Chi ha visto me, ha visto il Padre ».

Quindi un unico articolo doveva abbracciare il Padre e il Figlio, e per la stessa ragione anche lo Spirito Santo.

4. Il Padre non è da meno del Figlio e dello Spirito Santo.

Ma per lo Spirito Santo sono enumerati diversi articoli, e così pure per il Figlio.

Quindi dovevano esserci più articoli anche per la persona del Padre.

5. Come viene appropriato qualcosa al Padre e allo Spirito Santo, così bisogna appropriare qualcosa alla persona del Figlio relativamente alla sua divinità.

Ora, negli articoli [ del simbolo ] troviamo ricordata l'opera della creazione, appropriata al Padre, e l'opera della rivelazione « fatta ai profeti », appropriata allo Spirito Santo.

Quindi negli articoli di fede si doveva appropriare qualcosa anche al Figlio, secondo la sua divinità.

6. Il sacramento dell'Eucaristia presenta una obiezione particolare superiore a quella di molti altri articoli.

Perciò esso meritava un articolo a parte.

Quindi non pare che gli articoli siano adeguatamente enumerati.

In contrario:

Sta l'autorità della Chiesa che li enumera così.

Dimostrazione:

Abbiamo già detto [ a. 6, ad 1 ] che alla fede appartengono essenzialmente quelle cose della cui visione godremo nella vita eterna, e quelle che ci conducono a tale visione.

Ora, due sono le cose che ci sono proposte da vedere: il mistero della divinità, la cui visione ci rende beati, e il mistero dell'umanità di Cristo, mediante il quale « possiamo accedere alla gloria dei figli di Dio » [ Rm 5,2 ].

Perciò sta scritto [ Gv 17,3 ]: « Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo ».

Quindi la prima divisione delle verità di fede è questa: che una parte di esse riguarda la grandezza di Dio e una parte il mistero dell'umanità di Cristo, che al dire di S. Paolo [ 1 Tm 3,16 ] è « il mistero della pietà ».

Ora, a proposito della grandezza di Dio vengono proposte alla nostra fede tre cose.

Primo, l'unità di Dio, di cui si occupa il primo articolo.

Secondo, la trinità delle Persone: e abbiamo così tre articoli, uno per ogni persona.

Terzo, le opere proprie della divinità.

La prima delle quali riguarda l'esistenza della natura: e così viene proposto l'articolo della creazione.

La seconda riguarda l'esistenza della grazia: e così ci vengono proposte sotto un unico articolo tutte le opere riguardanti la santificazione umana.

La terza riguarda l'esistenza della gloria: e così viene posto un altro articolo che riguarda la risurrezione e la vita eterna.

Abbiamo così sette articoli riguardanti la divinità.

Similmente, anche a proposito dell'umanità di Cristo sono proposti sette articoli.

Il primo riguarda l'incarnazione, ossia la concezione di Cristo; il secondo la sua nascita dalla Vergine; il terzo la sua passione, morte e sepoltura; il quarto la discesa agli inferi; il quinto la risurrezione; il sesto l'ascensione; il settimo il suo ritorno per il giudizio [ finale ].

E così in tutto sono quattordici [ articoli ].

Alcuni però distinguono dodici articoli di fede: sei per la divinità e sei per l'umanità [ del Redentore ].

Essi infatti riducono a uno solo i tre articoli riguardanti le Persone: poiché la conoscenza delle tre Persone è identica.

Distinguono invece in due articoli l'opera della glorificazione: uno riguardante la risurrezione della carne e l'altro la gloria dell'anima; e al contrario riducono a uno solo gli articoli dell'incarnazione e della nascita.

Analisi delle obiezioni:

1. Con la fede noi apprendiamo su Dio molte cose che i filosofi non furono in grado di investigare con la ragione naturale: p. es. che egli è provvidente e onnipotente, e che lui solo deve essere adorato.

Cose tutte racchiuse nell'articolo riguardante l'unità di Dio.

2. Il nome stesso di Dio implica l'idea di provvidenza, come si è visto nella Prima Parte [ q. 13, a. 8 ].

Inoltre la potenza, negli esseri dotati di intelletto, non opera che seguendo la volontà e la conoscenza.

Perciò l'onnipotenza di Dio include in qualche modo la scienza e la provvidenza di tutte le cose: egli infatti non potrebbe compiere nel mondo tutto ciò che vuole se non conoscesse le cose e non ne avesse provvidenza.

3. Unica è la conoscenza del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo quanto all'unità dell'essenza, che rientra nel primo articolo.

Quanto invece alla distinzione delle Persone, che dipende dalle relazioni di origine, troviamo che nella conoscenza del Padre è inclusa in qualche modo la conoscenza del Figlio: poiché Dio non sarebbe Padre se non avesse un Figlio; e il loro nesso è lo Spirito Santo.

E da questo lato hanno un giusto motivo quelli che enumerano un unico articolo per le tre Persone divine.

Siccome però riguardo alle singole Persone vanno tenute presenti alcune cose su cui è possibile ingannarsi, si possono distinguere tre articoli a proposito di esse.

Ario infatti credeva che il Padre fosse onnipotente ed eterno, ma non credeva che il Figlio fosse coequale e consustanziale al Padre: era quindi necessario un articolo sulla persona del Figlio, per determinare questo punto.

E per la stessa ragione fu necessario stabilire contro Macedonio un terzo articolo sulla persona dello Spirito Santo.

Parimenti l'incarnazione e la nascita di Cristo, come pure la risurrezione e la vita eterna, sotto un certo aspetto possono essere racchiuse in un solo articolo, in quanto ordinate a uno scopo unico, e sotto un altro aspetto possono venire distinte, in quanto aventi ciascuna obiezioni particolari.

4. Al Figlio e allo Spirito Santo spetta di essere inviati per santificare le creature, opera questa nella quale troviamo molte cose da credere.

E così sono più gli articoli riguardanti le persone del Figlio e dello Spirito Santo che non quelli riguardanti il Padre, il quale non viene mai inviato, come si è detto nella Prima Parte [ q. 43, a. 4 ].

5. La santificazione delle creature con la grazia e la loro sublimazione con la gloria avvengono sia mediante il dono della carità, che è appropriato allo Spirito Santo, sia mediante il dono della sapienza, che è appropriato al Figlio.

Perciò queste due opere appartengono per appropriazione sia al Figlio che allo Spirito Santo, sotto aspetti diversi.

6. Nel sacramento dell'Eucaristia si possono considerare due aspetti.

Primo, che è un sacramento: e questo è un aspetto comune a tutti gli altri effetti della grazia santificante.

Secondo, che vi è contenuto miracolosamente il corpo di Cristo: e allora esso è incluso nell'onnipotenza come tutti gli altri miracoli, che ad essa appunto sono attribuiti.

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