Summa Teologica - II-II

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Articolo 2 - Se nell'antica legge siano stati dati in modo conveniente i precetti relativi alla scienza e all'intelletto

Pare che nell'antica legge non siano stati dati in modo conveniente i precetti relativi alla scienza e all'intelletto.

Infatti:

1. La scienza e l'intelletto riguardano la conoscenza.

Ora, la conoscenza precede l'azione e la dirige.

Quindi i precetti riguardanti la scienza e l'intelletto devono precedere quelli che riguardano le azioni.

Siccome dunque i primi precetti della legge sono quelli del decalogo, bisognava mettere alcuni precetti relativi alla scienza e all'intelletto fra i precetti del decalogo.

2. L'istruzione precede l'insegnamento: infatti un uomo prima di insegnare deve imparare da altri.

Ora, nell'antica legge si trovano dei precetti sull'insegnamento: sia affermativi, p. es. là dove si dice [ Dt 4,9 ]: « Le insegnerai ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli », sia negativi, p. es. [ Dt 4,2 ]: « Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla ».

Perciò si dovevano dare anche dei comandamenti che spingessero gli uomini a istruirsi.

3. La scienza e l'intelletto sono più necessari al sacerdote che al re; in Malachia [ Ml 2,7 ] infatti sta scritto: « Le labbra del sacerdote devono custodire la scienza, e dalla sua bocca si ricercherà l'istruzione »; e in Osea [ Os 4,6 ]: « Poiché tu rifiuti la conoscenza, rifiuterò te come mio sacerdote ».

Ora, nel Deuteronomio [ Dt 17,18s ] si comanda al re di apprendere la scienza della legge.

Quindi a maggior ragione nella legge si doveva comandare tale istruzione ai sacerdoti.

4. Mentre si dorme è impossibile meditare ciò che è oggetto della scienza e dell'intelletto.

E tale meditazione è impedita anche dalle occupazioni estranee.

Quindi non è ragionevole quel precetto del Deuteronomio [ Dt 6,7 ]: « Mediterai queste parole quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai ».

Perciò nell'antica legge non sono dati in maniera conveniente i precetti relativi alla scienza e all'intelletto.

In contrario:

Sta scritto [ Dt 4,6 ]: « Tutti, udendo di queste leggi, diranno: Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente ».

Dimostrazione:

A proposito della scienza e dell'intelletto si possono considerare tre cose: primo, l'apprendimento; secondo, l'uso; terzo, la conservazione.

L'apprendimento della scienza e dell'intelletto si ha mediante l'insegnamento e l'istruzione.

E nella legge viene comandata l'una e l'altra cosa.

Infatti a proposito dell'insegnamento si legge nel Deuteronomio [ Dt 6,6 ]: « Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore »: poiché il discepolo ha il compito di applicarsi a ciò che viene detto.

E a proposito dell'insegnamento abbiamo la frase seguente: « Le ripeterai ai tuoi figli ».

- L'uso poi della scienza e dell'intelletto consiste nella meditazione di quanto uno sa o apprende.

Per cui abbiamo le espressioni successive: « Ne parlerai quando sarai seduto in casa tua », ecc.

Infine la conservazione viene assicurata dalla memoria.

E così abbiamo il precetto della legge: « Te li legherai alla mano come segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte ».

E si comanda in questo modo il continuo ricordo dei comandamenti di Dio: infatti non possono uscire dalla nostra memoria quelle cose che sono di continuo oggetto dei nostri sensi, come quelle che abbiamo in mano, o sotto gli occhi; o nelle quali dobbiamo imbatterci spesso, come la porta di casa.

Perciò in un altro testo [ Dt 4,9 ] si dice anche più chiaramente: « Guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste: e non ti sfuggano dal cuore, per tutto il tempo della tua vita ».

E tali ordini sono ancora più frequenti nel nuovo Testamento, sia nell'insegnamento del Vangelo che in quello degli Apostoli.

Analisi delle obiezioni:

1. Sta scritto nel Deuteronomio [ Dt 4,6 ]: « Questa sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli ».

Dal che si rileva che la scienza e l'intelletto di chi crede in Dio si trovano nei precetti della legge.

Per questo bisognava prima proporre tali precetti, poi esortare gli uomini ad averne la scienza e l'intelletto.

Perciò i precetti relativi a queste ultime cose non dovevano comparire tra i precetti del decalogo, che vengono al primo posto.

2. Nella legge, come si è notato [ nel corpo ], non mancano precetti neppure per l'istruzione.

Tuttavia l'insegnamento viene comandato più espressamente dell'istruzione perché l'insegnamento riguarda i maggiorenti, che essendo padroni di se stessi e immediatamente soggetti alla legge dovevano direttamente riceverne i precetti.

Invece l'istruzione riguarda gli umili, che sono chiamati a ricevere i precetti della legge dai maggiorenti.

3. La scienza della legge è così connessa con l'ufficio del sacerdote da doversi considerare imposta con l'ufficio medesimo.

Non era quindi necessario un precetto sull'istruzione del sacerdoti.

Invece l'insegnamento della legge di Dio non è così connesso con l'ufficio di re: poiché il re viene preposto al popolo nelle cose temporali.

E così viene comandato espressamente che il re venga istruito dai sacerdoti nella legge di Dio.

4. Questo precetto della legge non va inteso nel senso che l'uomo debba meditare la legge di Dio mentre dorme, ma che andando a dormire mediti la legge del Signore: poiché in questo modo anche mentre dormono gli uomini si trovano ad avere delle immaginazioni migliori, nella misura in cui le impressioni avute da svegli passano nel sonno, come spiega il Filosofo [ Ethic. 1,13 ].

E similmente là dove viene comandato di meditare la legge in ogni azione non è imposto di pensare sempre in modo attuale alla legge, ma di compiere ogni cosa secondo la legge.

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