Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se gli insulti nascano dall'ira

Infra, q. 73, a. 3, ad 3; q. 158, a. 7

Pare che gli insulti non nascano dall'ira.

Infatti:

1. Nei Proverbi [ Pr 11,2 ] si legge: « Dove c'è la superbia, là c'è l'insulto ».

Ma l'ira è un vizio distinto dalla superbia.

Quindi l'insulto non nasce dall'ira.

2. Sta scritto [ Pr 20,3 ]: « Tutti gli stolti si immischiano nelle contumelie ».

Ma la stoltezza, come sopra [ q. 46, a. 1 ] si è visto, si contrappone alla sapienza, mentre l'ira si oppone alla mansuetudine.

Quindi le contumelie non nascono dall'ira.

3. Nessun peccato è reso più leggero dalla propria causa.

Ma il peccato di contumelia è reso meno grave se viene commesso per ira: infatti chi insulta per odio pecca più gravemente di chi insulta per ira.

Quindi gli insulti non nascono dall'ira.

In contrario:

S. Gregorio [ Mor. 31,45 ] insegna che gli insulti derivano dall'ira.

Dimostrazione:

Un peccato, anche se può nascere da cause molteplici, principalmente si dice che deriva da quella causa che ordinariamente lo produce con maggiore frequenza, in quanto più vicina al suo fine proprio.

Ora, l'insulto o contumelia ha una stretta connessione col fine dell'ira, che è la vendetta; e a chi è adirato nessuna vendetta si presenta più facile dell'insulto.

Perciò l'insulto nasce soprattutto dall'ira.

Analisi delle obiezioni:

1. L'insulto non è ordinato al fine della superbia, che è il prestigio: quindi non nasce da essa direttamente.

Però la superbia predispone all'insulto: poiché coloro che si stimano superiori disprezzano facilmente gli altri e li coprono di ingiurie.

Essi inoltre si adirano con facilità: poiché stimano insopportabile tutto ciò che viene fatto contro il loro volere.

2. Secondo il Filosofo [ Ethic. 7,6 ] « l'ira non ascolta perfettamente la ragione »: quindi chi è adirato soffre di una carenza di razionalità, che lo rende affine allo stolto.

E così l'insulto nasce dalla stoltezza per l'affinità che questa ha con l'ira.

3. Come spiega il Filosofo [ Reth. 2,2 ], « l'adirato cerca di far conoscere la sua vendetta, mentre chi odia non se ne cura ».

Perciò l'insulto, che implica un'ingiuria aperta, appartiene più all'ira che all'odio.

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