Summa Teologica - II-II

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Articolo 7 - Se siano ben determinate le sei figlie dell'ira

Supra, q. 37, a. 2, ad 1; q. 41, a. 2; De Malo, q. 12, a. 5

Pare che non siano ben determinate le sei figlie dell'ira, che sono « la rissa, la tracotanza, l'insulto, il clamore, l'indignazione, la bestemmia ».

Infatti:

1. La bestemmia è posta da S. Isidoro [ Quaest. in Dt, su 7,16 ] tra le figlie della superbia.

Perciò essa non è figlia dell'ira.

2. Come dice S. Agostino [ Epist. 211 ], dall'ira nasce l'odio.

Quindi quest'ultimo andrebbe enumerato tra le figlie dell'ira.

3. La tracotanza pare che si identifichi con la superbia.

Ora, la superbia non è figlia di altri vizi, ma piuttosto è « la madre di tutti i vizi », come dice S. Gregorio [ Mor. 31,45 ].

Quindi la tracotanza non va enumerata tra le figlie dell'ira.

In contrario:

S. Gregorio [ ib. ] assegna all'ira queste figlie.

Dimostrazione:

L'ira può essere considerata sotto tre aspetti.

Primo, in quanto è nel cuore.

E così nascono da essa due vizi.

L'uno in rapporto alla persona contro la quale uno si adira, reputandola indegna per avergli essa fatto tale cosa.

E allora si ha l'indignazione.

- L'altro in rapporto a se stessi: in quanto cioè chi si adira pensa ai vari modi di vendicarsi, colmando di essi il proprio animo, secondo l'accenno della Scrittura [ Gb 15,2 ]: « Potrebbe il saggio riempirsi il ventre di vento d'oriente? ».

E così abbiamo la tracotanza.

Secondo, l'ira può essere considerata in quanto è sulla bocca.

E allora dall'ira nascono due disordini.

Il primo per il fatto che uno mostra di essere adirato col modo di parlare: come si è detto [ a. 5, ad 3 ] a proposito di « chi dice al suo fratello: Stupido ».

E così abbiamo il clamore: che è un parlare disordinato e confuso.

- Il secondo invece sta nel fatto che uno esce in parole ingiuriose.

E se queste sono contro Dio si avrà la bestemmia; se invece sono contro il prossimo si avrà l'insulto.

In terzo luogo l'ira può essere considerata negli atti esterni.

E allora dall'ira nascono le risse: in cui sono compresi tutti i danni che si possono procurare al prossimo per vie di fatto.

Analisi delle obiezioni:

1. La bestemmia che viene pronunziata con piena deliberazione deriva dalla superbia di un uomo che si ribella contro Dio, poiché come dice la Scrittura [ Sir 10,12 ] « il principio della superbia umana è l'allontanarsi dal Signore »: cioè l'abbandono del suo culto è la parte principale della superbia, dalla quale nasce la bestemmia.

Ma la bestemmia che viene dal turbamento dell'animo nasce dall'ira.

2. Sebbene l'odio nasca talora dall'ira, tuttavia esso ha una causa più profonda da cui nasce direttamente, cioè la tristezza, o dolore: come al contrario l'amore nasce dal piacere.

Infatti da un dispiacere ricevuto uno è spinto talvolta all'ira, e talvolta all'odio.

È quindi giusto che l'odio venga fatto derivare più dall'accidia che dall'ira.

3. La tracotanza qui non è sinonimo di superbia, ma sta a indicare una certa violenza, o audacia, di chi mira alla vendetta.

Ora, l'audacia è un vizio che si contrappone alla fortezza.

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