Summa Teologica - II-II

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Articolo 1 - Se evitare il male e fare il bene siano le parti integranti della giustizia

In Psalm. 33, 36

Pare che evitare il male e fare il bene non siano le parti integranti della giustizia.

Infatti:

1. Fare il bene ed evitare il male appartengono a ogni specie di virtù.

Ora, le parti non possono essere più estese del tutto.

Perciò evitare il male e fare il bene non sono parti della giustizia in quanto è una virtù speciale.

2. Commentando le parole del Salmo [ Sal 34,15 ]: « Allontanati dal male e fa' il bene », la Glossa [ P. Lomb. di Cassiod. ] afferma: « La prima cosa », cioè l'allontanarsi dal male, « evita la colpa; la seconda », cioè il fare del bene, « merita la vita e la palma ».

Ma qualsiasi parte di una virtù merita la vita e la palma.

Quindi l'allontanarsi dal male non è una parte della giustizia.

3. Quando di due cose l'una è inclusa nell'altra non è possibile che esse si distinguano tra loro come le parti di un tutto.

Ma l'allontanarsi dal male è incluso nel fare il bene: nessuno infatti può compiere simultaneamente il male e il bene.

Perciò evitare il male e fare il bene non sono parti della giustizia.

In contrario:

S. Agostino [ De corr. et gratia 1 ] insegna che alla giustizia legale appartiene « evitare il male e fare il bene ».

Dimostrazione:

Se parliamo del bene e del male in generale, allora fare il bene ed evitare il male appartiene a tutte le virtù.

E in questo senso queste due cose non possono essere considerate come parti della giustizia, a meno che per giustizia non si intenda la virtù in genere [ cf. q. 58, a. 5 ].

Tuttavia, anche presa in questo senso, la giustizia riguarda una speciale ragione di bene: cioè il bene sotto l'aspetto di cosa dovuta rispetto alla legge divina o umana.

La giustizia invece in quanto virtù specificamente distinta ha per oggetto il bene sotto l'aspetto di cosa dovuta al prossimo.

E in questo senso la giustizia speciale ha il compito di fare il bene sotto l'aspetto di cosa dovuta al prossimo, e di evitare il male contrario, cioè il male nocivo al prossimo. Invece la giustizia generale ha il compito di fare il bene dovuto in ordine alla collettività o a Dio, e di evitare il male contrario.

E queste due parti della giustizia generale, o speciale, sono parti quasi integranti della giustizia: poiché entrambe sono richieste per un perfetto atto di giustizia.

Infatti quest'ultima ha il compito di stabilire l'uguaglianza nei nostri rapporti con gli altri, come sopra [ q. 58, a. 2 ] si è visto.

Ora, spetta a una medesima virtù costituire una cosa e conservare ciò che viene così costituito.

Ma uno costituisce l'uguaglianza della giustizia facendo il bene, cioè dando agli altri ciò che loro spetta, e ne conserva l'uguaglianza già costituita evitando il male, cioè non infliggendo alcun danno al prossimo.

Analisi delle obiezioni:

1. Il bene e il male sono qui considerati sotto un aspetto particolare, che li rende propri della giustizia.

Ora, le due cose suddette vengono considerate, secondo un certo aspetto particolare del bene e del male, come parti integranti della giustizia e non delle altre virtù morali inquantoché le altre virtù morali hanno per oggetto le passioni, nelle quali fare il bene consiste nel raggiungere il giusto mezzo allontanandosi dai due eccessi come da due mali: per cui nelle altre virtù fare il bene ed evitare il male sono la stessa cosa.

Invece la giustizia ha di mira le operazioni e le realtà esterne, e in questo campo una cosa è fare l'uguaglianza e un'altra il non distruggerla.

2. L'allontanamento dal male in quanto costituisce una parte integrante della giustizia non implica solo una pura negazione, ossia il non fare il male - ciò infatti non merita la palma [ della vittoria ], ma evita soltanto la pena -: esso invece implica un moto volontario di ripulsa contro il male, come indica il nome stesso di allontanamento [ declinatio ].

E questo atteggiamento è meritorio: specialmente quando uno viene spinto a fare il male, e resiste.

3. Fare il bene è l'atto completivo della giustizia, e come la parte principale di essa.

Invece evitare il male ne è l'atto imperfetto, e la parte secondaria: quindi ne costituisce come l'elemento materiale, di cui non può fare a meno la parte formale completiva.

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