Summa Teologica - II-II

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Articolo 2 - Se sia sufficiente dividere la menzogna in ufficiosa, giocosa e dannosa

In 3 Sent., d. 38, q. 1, aa. 2, 5; Expos. in Decal., c. De Octavo Praecepto; In Psalm., 5

Pare che la divisione della menzogna in ufficiosa, giocosa e dannosa non sia sufficiente.

Infatti:

1. La divisione va fatta in base agli elementi essenziali di una cosa, come insegna il Filosofo [ Met. 7,12 ].

Ora, l'effetto è un elemento estraneo alla specie di un atto morale, ed è evidentemente accidentale per esso: infatti da un atto può derivare un numero indefinito di effetti.

Ma la divisione proposta è basata sugli effetti: poiché la bugia giocosa è quella che si dice per gioco, la bugia ufficiosa quella che si dice per un'utilità e la bugia dannosa quella che si dice per fare del male.

Questa divisione della menzogna dunque non è una buona.

2. S. Agostino [ Contra mendacium 14.25 ] divide la menzogna in otto specie.

La prima ha per oggetto « l'insegnamento religioso »;

la seconda è quella che « non giova a nessuno e danneggia qualcuno »;

la terza è la bugia che « giova a una persona danneggiandone un'altra »;

la quarta è quella che « viene detta per il solo gusto di mentire e di ingannare »;

la quinta è la bugia « detta solo per divertire »;

la sesta è la bugia che « non danneggia nessuno e giova a conservare il danaro di qualcuno »;

la settima è quella che, « senza danneggiare nessuno, giova a evitare la morte di qualcuno »;

l'ottava infine è la bugia che « non danneggia nessuno, e giova a qualcuno evitando un peccato carnale ».

Perciò la divisione precedente della menzogna è insufficiente.

3. Il Filosofo [ Ethic. 4,7 ] divide la menzogna in « millanteria », che nel parlare va al di là del vero per esagerazione, e « ironia », che rimane al disotto del vero.

Ma queste due specie di menzogna non si riscontrano nella suddivisione riferita.

Quindi la suddetta divisione della bugia, o menzogna, non è accettabile.

In contrario:

Commentando quel testo dei Salmi [ Sal 5,7 ]: « Tu fai perire i bugiardi », la Glossa [ P. Lomb. ] afferma che « ci sono tre generi di menzogne.

Alcune infatti sono dette per dare scampo o aiuto a qualcuno;

il secondo genere è invece quello delle bugie dette per gioco e

il terzo quello delle bugie dette per fare del male ».

Ora, il primo genere costituisce la bugia ufficiosa, il secondo la giocosa e il terzo la dannosa.

Quindi la menzogna si divide nelle specie suddette.

Dimostrazione:

La menzogna può essere divisa in tre modi.

Primo, in base all'essenza stessa della menzogna: e questa è la divisione propria ed essenziale.

E da questo punto di vista, secondo il Filosofo [ l. cit. ] la menzogna si divide in due specie: quella che va al di là del vero per esagerazione, e costituisce la millanteria, e quella che rimane al disotto della verità, e costituisce l'ironia.

E questa divisione è essenziale per la menzogna, poiché la menzogna come tale si contrappone alla veracità, come sopra [ a. prec. ] si è spiegato: la veracità infatti consiste in una certa adeguazione a cui si contrappone il più e il meno.

Secondo, la menzogna può essere suddivisa sotto l'aspetto della colpa: cioè in base a ciò che aggrava o diminuisce la colpa in rapporto al fine perseguito.

Ora, è un'aggravante per il peccato di menzogna che uno tenda con esso a danneggiare il prossimo: e in ciò abbiamo la bugia dannosa.

Invece la colpa viene diminuita se uno ordina la menzogna a un bene qualsiasi: o al bene dilettevole, e allora abbiamo la bugia giocosa, o al bene utile, e allora abbiamo la bugia ufficiosa, con la quale si cerca di dare aiuto o di evitare dei danni a qualche persona.

Ed è in questo modo che viene fatta la divisione della menzogna nei tre tipi di cui stiamo discutendo.

Terzo, la menzogna può suddividersi ancora più radicalmente in ordine al fine, senza badare se questo incida o meno sull'aumento o sulla diminuzione della colpa.

Abbiamo così la divisione agostiniana in otto membri [ cf. ob. 2 ].

In essa i primi tre tipi di menzogna rientrano nella bugia dannosa.

La quale può essere detta contro Dio: e abbiamo il primo tipo, che ha per oggetto « l'insegnamento religioso ».

Oppure è detta contro l'uomo: o con la sola intenzione di nuocere a qualcuno, e allora abbiamo il secondo tipo, cioè la bugia che « non giova a nessuno e danneggia qualcuno »; o con l'intenzione di nuocere a una persona per giovare a un'altra, e allora abbiamo il terzo tipo di menzogna, che « giova all'uno danneggiando l'altro ».

E fra questi tre tipi il primo è il più grave: poiché i peccati contro Dio sono sempre i più gravi, come sopra [ q. 94, a. 3; I-II, q. 73, a. 3 ] si è spiegato.

Il secondo poi è più grave del terzo, il quale ha un'attenuante nell'intenzione di giovare a un altro.

- A questi tre tipi di bugia, che aggiungono degli elementi aggravanti al peccato di menzogna, segue il quarto, che ha una gravità intrinseca, senza aggravanti o attenuanti.

E questa è la bugia detta « per il solo gusto di mentire », il che deriva dall'abito vizioso: per cui anche il Filosofo [ l. cit. ] afferma che il bugiardo, « essendo tale per abito, gode della menzogna stessa ».

- I quattro tipi che seguono attenuano invece la gravità della menzogna.

Infatti il quinto è la bugia giocosa, detta « per il gusto di divertire ».

Gli altri tre poi rientrano nella bugia ufficiosa.

E l'utilità verso una persona può riguardare o i beni esterni, e allora abbiamo il sesto tipo di bugia, che « giova a conservare il danaro di qualcuno »; o il vantaggio del corpo, e abbiamo il settimo tipo di bugia, che « giova a evitare la morte di un uomo », oppure la salvaguardia dell'onestà e della virtù, e abbiamo l'ottavo tipo di bugia, « con la quale si impedisce un peccato carnale ».

Ora, è evidente che la colpevolezza della menzogna diminuisce in proporzione inversa del valore dei beni perseguiti.

Perciò a ben considerare si nota che l'ordine dell'enumerazione descritta segue l'ordine della gravità morale della menzogna: infatti il bene utile va preferito al bene dilettevole, la vita corporale alle ricchezze e l'onestà alla stessa vita del corpo.

Sono così risolte anche le obiezioni.

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