Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se la morte sia essenziale al martirio

In 4 Sent., d. 49, q. 5, a. 3, sol. 2, ad 8

Pare che la morte non sia essenziale al martirio.

Infatti:

1. S. Girolamo [ Epist. 9, ad Paulam et Eustoch. ] afferma: « Si può dire con verità che la Vergine Madre di Dio è stata martire, sebbene abbia finito in pace la vita ».

E S. Gregorio [ In Evang. hom. 3 ] a sua volta dice: « Sebbene manchi la persecuzione, anche la pace ha il suo martirio: poiché pur non sottomettendo al ferro le nostre teste, possiamo tuttavia trucidare con la spada dello spirito i desideri carnali della nostra mente ».

Quindi ci può essere il martirio senza subire la morte.

2. A lode di alcune donne si legge che rinunziarono alla vita per conservare la loro verginità: pare quindi che l'integrità corporale della castità sia da preferirsi alla vita corporale.

Ma talora la stessa verginità viene tolta, o almeno minacciata, per la confessione della fede cristiana, come risulta dagli atti di S. Agnese e di S. Lucia.

Per cui quando una donna per la fede di Cristo perde l'integrità della carne si deve parlare di martirio più che se perdesse la vita.

Per cui S. Lucia disse al suo giudice: « Se tu mi farai violare contro la mia volontà, la mia castità avrà una doppia corona ».

3. Il martirio è un atto di fortezza.

Ora, la fortezza ha il compito di sfidare non solo la morte, ma anche le altre avversità, come dice S. Agostino [ De musica 6,15.49 ].

E le altre avversità che si possono affrontare per Cristo sono molte: come il carcere, l'esilio e la confisca dei beni, per riferirci a S. Paolo [ Eb 10,34 ].

Per cui si celebra anche il martirio di S. Marcello Papa, che pure morì in carcere.

Quindi per il martirio non si richiede che uno affronti la morte.

4. Il martirio, come si è detto [ a. 2, ad 2; a. 3 ], è un atto meritorio.

Ma un atto non può essere meritorio dopo la morte.

Quindi lo è prima.

Quindi la morte non è essenziale al martirio.

In contrario:

S. Massimo [ Serm. 16 ] parlando di un martire afferma che « vince morendo per la fede colui che sarebbe vinto vivendo senza fede ».

Dimostrazione:

Abbiamo già notato [ a. 2, ob. 1 ] che « martire » suona « testimone della fede cristiana »: la quale, secondo S. Paolo [ Eb 11,34 ], ci insegna a disprezzare le cose visibili per quelle invisibili.

Appartiene dunque al martirio che uno testimoni la fede mostrando con le opere di disprezzare tutti i beni presenti per giungere ai beni futuri e invisibili.

Ora, finché a un uomo rimane la vita corporale, egli non mostra ancora con le opere di disprezzare tutti i beni temporali: infatti gli uomini sono disposti a rinunziare ai parenti e a tutti i beni che possiedono, e a soffrire tutti i dolori fisici, pur di conservare la vita.

Così infatti Satana disse a proposito di Giobbe [ Gb 2,4 ]: « Pelle per pelle! Tutto quanto ha, l'uomo è pronto a darlo per la sua vita », cioè per la vita corporale.

Quindi la perfetta nozione di martirio esige che uno per Cristo affronti la morte.

Analisi delle obiezioni:

1. I testi riportati e altri consimili parlano del martirio in senso metaforico.

2. Quando una donna perde la sua integrità, o è condannata a perderla per la fede cristiana, non è evidente presso gli uomini se essa subisca tale affronto per amore della sua fede o non piuttosto per disistima della castità.

Per cui il fatto non si presenta come martirio.

Tuttavia presso Dio, il quale scruta i cuori, ciò può essere oggetto di premio, come disse appunto S. Lucia.

3. Come si è notato sopra [ q. 123, a. 4 ], la fortezza ha di mira principalmente i pericoli di morte, e solo secondariamente gli altri pericoli.

Perciò anche il martirio non si limita alla sopportazione delle pene del carcere, dell'esilio o della confisca dei beni, a meno che esse non provochino la morte.

4. Il merito del martirio non si produce dopo la morte, ma nella volontaria accettazione della morte violenta.

Tuttavia può capitare che uno sopravviva a lungo alle ferite mortali ricevute per Cristo, oppure ad altre tribolazioni spinte dai persecutori della fede cristiana fino alla morte.

Ora, in questo caso l'atto del martirio ottiene il suo merito: e anche nel momento stesso in cui furono affrontate tali afflizioni.

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