Summa Teologica - II-II

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Articolo 1 - Se la verginità consista nell'integrità fisica

In 4 Sent., d. 33, q. 3, a. 1; Quodl., 6, q. 10, al. a. 18

Pare che la verginità non consista nell'integrità fisica.

Infatti:

1. S. Agostino [ De virginit. 13 ] ha scritto che « la verginità è l'impegno costante di conservarsi incorrotti nella carne corruttibile ».

Ma l'impegno non riguarda il corpo.

Quindi la verginità non consiste in un fatto fisico.

2. La verginità implica una certa pudicizia.

Ma S. Agostino [ De civ. Dei 1,18 ] afferma che la pudicizia risiede nell'anima.

Quindi la verginità non consiste nell'integrità materiale.

3. L'integrità fisica si riduce al segno del pudore verginale.

Ma talora questo diaframma si rompe senza pregiudicare la verginità.

Infatti S. Agostino [ ib. ] ha scritto che « questi organi possono essere feriti e violati per vari incidenti; e talvolta i medici, per motivi di salute, vi compiono operazioni orribili, e certe ostetriche tolgono l'integrità mentre tentano di sincerarsene con il contatto ».

E aggiunge: « Penso che nessuno sia tanto stolto da ritenere che questa vergine abbia perduto qualcosa della santità del suo corpo per la perdita di questa integrità fisica ».

Quindi la verginità non consiste in questa integrità materiale.

4. La corruzione della carne si ha specialmente nel distacco del seme; il che può avvenire anche senza il rapporto sessuale, o nel sonno o da svegli.

Ma senza il rapporto sessuale non pare che si perda la verginità: poiché, come dice S. Agostino [ De virginit. 13 ], « l'integrità verginale e l'immunità da ogni rapporto sessuale mediante la continenza sono un retaggio degli angeli ».

Perciò la verginità non consiste nell'integrità fisica.

In contrario:

S. Agostino [ De virginit. 8 ] insegna che la verginità è « la continenza che offre in voto, consacra e riserva al Creatore l'integrità dell'anima e del corpo ».

Dimostrazione:

Il termine verginità pare che derivi da virente.

E come si dice virente ciò che non ha provato scottature per eccesso di calore, così la verginità implica che la persona in cui essa risiede sia immune dalla scottatura della concupiscenza, che si ha nello sperimentare il più forte piacere corporale, che è il piacere venereo.

S. Ambrogio [ De virginit. 1,5 ] infatti afferma che « la castità verginale è l'integrità senza contaminazione ».

Ma nel piacere venereo si devono distinguere tre cose.

La prima è di ordine fisico, cioè la violazione del segno della verginità.

La seconda è comune all'anima e al corpo: cioè l'emissione del seme che provoca un piacere sensibile.

La terza riguarda soltanto l'anima: ed è il proposito di giungere a tale piacere.

Ora, la prima di queste tre cose è solo accidentale nell'atto morale, il quale propriamente va considerato solo negli aspetti che riguardano l'anima.

La seconda poi è solo materiale nell'atto morale: infatti le passioni della sensibilità sono la materia degli atti morali.

La terza invece ne è l'elemento formale e costitutivo: poiché l'essenza degli atti morali sta nell'essere compiuti dalla ragione.

Poiché dunque la verginità viene definita come l'assenza della suddetta corruzione, è chiaro che l'integrità fisica è accidentale nella verginità.

L'assenza poi del piacere connesso con l'emissione del seme costituisce la verginità materialmente.

Invece il proposito di astenersi per sempre da tale piacere ne è come la forma e il costitutivo.

Analisi delle obiezioni:

1. La definizione di S. Agostino esprime direttamente in caso retto ciò che è formale nella verginità: infatti col termine « impegno » si intende il proposito della ragione.

Però l'aggettivo « costante » non va inteso nel senso che una vergine debba meditare sempre attualmente su tale impegno, ma nel senso che deve avere il proposito di perseverare in perpetuo.

L'elemento materiale è invece espresso indirettamente in caso obliquo con le parole: « di conservarsi incorrotti nella carne corruttibile ».

E ciò per mostrare la obiezioni della verginità: poiché se la carne non fosse così corruttibile, non sarebbe difficile l'impegno costante di rimanere incorrotti.

2. La pudicizia, come pure la verginità, è essenzialmente nell'anima, materialmente nella carne.

Per cui, secondo S. Agostino [ De virginit. 8 ], « sebbene la verginità sia conservata nel corpo », e sia quindi qualcosa di materiale, « tuttavia è spirituale per il fatto che a farne voto e a conservarla è la continenza dettata dalla pietà ».

3. L'integrità fisica, come si è detto [ nel corpo ], è solo accidentale nella verginità: cioè nel senso che essa normalmente risulta dal proposito della volontà di astenersi dai piaceri venerei.

Se quindi per altri motivi in qualche caso questa integrità viene perduta, ciò non pregiudica la verginità più della lesione di una mano o di un piede.

4. Il piacere derivante dall'emissione del seme può avvenire in due modi.

Primo, di proposito.

E allora esso toglie la verginità, sia che vi sia il rapporto sessuale, sia che non vi sia.

Se infatti S. Agostino parla del rapporto sessuale, è perché si tratta della via più naturale e comune.

- Secondo, questa emissione può avvenire in maniera preterintenzionale, o nel sonno, o per un atto di violenza subìto senza il consenso della volontà, sebbene la carne provi il piacere; oppure per malattia, come avviene in quelli che subiscono perdite ematiche o seminali.

E allora non si perde la verginità: poiché questa polluzione non è dovuta all'impudicizia che è incompatibile con la verginità.

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