Summa Teologica - III

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Articolo 6 - Se sia stato conveniente per il Figlio di Dio assumere una natura umana dalla stirpe di Adamo

Infra, q. 31, a. 1; In 3 Sent., d. 2, q. 1, a. 2, sol. 2, 3; Comp. Theol., c. 217

Pare che non sia stato conveniente per il Figlio di Dio assumere una natura umana dalla stirpe di Adamo.

Infatti:

1. Dice l'Apostolo [ Eb 7,26 ]: « Ci occorreva un sommo sacerdote separato dai peccatori ».

Ma questi sarebbe stato maggiormente separato dai peccatori se non avesse assunto la natura umana dalla stirpe di Adamo peccatore.

Quindi non doveva prendere una natura umana dalla stirpe di Adamo.

2. In ogni ordine di cose il principio è più nobile delle sue derivazioni.

Se dunque [ il Verbo ] voleva prendere una natura umana, la doveva assumere piuttosto in Adamo stesso.

3. I pagani erano più peccatori dei Giudei, come dice la Glossa [ interlin. ] su quelle parole di S. Paolo [ Gal 2,15 ]: « Noi per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori ».

Se dunque [ il Figlio di Dio ] voleva assumere la natura umana dai peccatori, la doveva prendere dai pagani più che dalla stirpe di Abramo, che era giusto.

In contrario:

Il Vangelo [ Lc 3,23ss ] fa risalire ad Adamo la genealogia del Signore.

Dimostrazione:

Come osserva S. Agostino [ De Trin. 13,18.23 ], « Dio poteva farsi uomo senza prendere l'umanità dalla stirpe di quell'Adamo che aveva ridotto in schiavitù con la sua colpa il genere umano.

Ma preferì assumere dalla stessa stirpe che era stata sconfitta l'uomo con il quale avrebbe sconfitto il nemico del genere umano ».

E ciò per tre motivi.

Primo, perché è giusto che soddisfi chi ha peccato.

Perciò è dalla natura che Adamo aveva corrotto che doveva essere assunto quanto sarebbe servito alla completa riparazione di tutta la natura.

Secondo, perché ridonda anche a maggiore onore dell'uomo che il vincitore del diavolo nasca da quella stirpe che era stata vinta dal diavolo.

Terzo, perché ciò mette in maggior rilievo la potenza di Dio: questi infatti assunse da una natura corrotta e inferma lo strumento che fu elevato a una così grande virtù e dignità.

Analisi delle obiezioni:

1. Cristo doveva essere separato dai peccatori quanto alla colpa che era venuto a distruggere, non quanto alla natura che era venuto a salvare: nella quale invece « doveva essere in tutto simile ai fratelli », come dice lo stesso Apostolo [ Eb 2,17 ].

E in ciò risulta ancora più mirabile la sua innocenza, in quanto cioè una natura assunta da una massa soggetta al peccato ebbe una così grande purezza.

2. Secondo le spiegazioni date [ ad 1 ], colui che era venuto a togliere i peccati doveva essere separato dai peccatori quanto alla colpa, alla quale Adamo soggiacque, e dalla quale Cristo « lo liberò », come sta scritto [ Sap 10,2 ].

Ora, conveniva che non avesse bisogno di purificazione colui che era venuto a purificare tutti gli altri: come anche in ogni genere di moto il primo motore è immobile secondo quel moto, come il primo alterante è inalterabile.

Non era dunque conveniente che [ il Figlio di Dio ] assumesse la natura umana in Adamo stesso.

3. Poiché Cristo doveva essere assolutamente separato dai peccatori quanto alla colpa, raggiungendo il vertice dell'innocenza, era opportuno che dal primo peccatore si arrivasse a lui attraverso una serie di giusti nei quali splendessero alcuni segni della santità futura.

A tale scopo inoltre Dio istituì nel popolo da cui Cristo sarebbe nato dei segni di santità, che ebbero inizio con Abramo, il quale per primo ricevette la promessa di Cristo, e fu circonciso a testimonianza di un'alleanza durevole, come è scritto nella Genesi [ Gen 17,11 ].

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