Summa Teologica - III

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Articolo 11 - Se la grazia di Cristo sia infinita

In 1 Sent., d. 17, q. 2, a. 4, ad 3; d. 44, a. 3, ad 2; In 3 Sent., d. 13, q. 1, a. 2, sol. 2; De Verit., q. 29, a. 3; Comp. Theol., c. 215; In Ioan., c. 3, lect. 6

Pare che la grazia di Cristo sia infinita.

Infatti:

1. L'immenso è infinito.

Ma la grazia di Cristo è immensa, come asserisce S. Giovanni [ Gv 3,34 ]: « Dio concede lo Spirito senza misura », e si intende a Cristo.

Quindi la grazia di Cristo è infinita.

2. Un effetto infinito suppone un'efficacia infinita, che non si può fondare se non in una natura infinita.

Ma l'effetto della grazia di Cristo è infinito, estendendosi alla salvezza di tutto il genere umano, come si legge [ 1 Gv 2,2 ]: « Egli è vittima di espiazione per i peccati di tutto il mondo ».

Quindi la grazia di Cristo è infinita.

3. Ogni realtà limitata può raggiungere, crescendo, la grandezza di qualunque altra realtà limitata.

Se dunque la grazia di Cristo è limitata, la grazia di un altro uomo potrebbe crescere tanto da uguagliarla.

Ma contro tale eventualità, come spiega S. Gregorio [ Mor 18,48 ], valgono le parole della Scrittura [ Gb 28,17 ]: « Non la pareggia l'oro e il cristallo ».

Quindi la grazia di Cristo è infinita.

In contrario:

La grazia di Cristo è qualcosa di creato nell'anima.

Ma ogni realtà creata è limitata, secondo l'affermazione della Scrittura [ Sap 11,21 ]: « Tu hai tutto disposto con misura, numero e peso ».

Quindi la grazia di Cristo non è infinita.

Dimostrazione:

Come risulta da quanto detto sopra [ q. 2, a. 10; q. 6, a. 6 ], in Cristo possiamo considerare una duplice grazia.

La prima è la grazia dell'unione, che è lo stesso unirsi personalmente al Figlio di Dio, gratuitamente concesso alla natura umana.

E questa è una grazia infinita, essendo infinita la persona del Verbo.

L'altra invece è la grazia abituale, che può essere considerata sotto due aspetti.

Primo, in quanto è una certa entità.

E allora è necessariamente un'entità finita.

Infatti ha per soggetto l'anima di Cristo, la quale è una certa creatura, avente una capacità limitata.

Perciò l'entità della grazia, corrispondendo al suo soggetto, non può essere infinita.

Secondo, può essere considerata nella sua stessa natura di grazia.

E allora la grazia [ in lui ] può dirsi infinita, nel senso che non ha limiti: Cristo infatti possiede tutto ciò che appartiene all'essenza della grazia senza alcuna restrizione, poiché «secondo la gratuita volontà di Dio » [ Rm 4,5 Vg ], a cui spetta il diritto di misurare la grazia, questa viene conferita all'anima di Cristo come a una certa causa universale di gratificazione della natura umana, secondo quel testo di S. Paolo [ Ef 1,6 ]: « Ci ha gratificati nel suo Figlio diletto ».

( Come se dicessimo che è infinita la luce del sole, non certo nella sua entità, ma nella sua luminosità, avendo essa ogni possibile luminosità ).

Analisi delle obiezioni:

1. La frase: « Il Padre concede lo Spirito al Figlio senza misura » può riferirsi al dono che Dio Padre ha fatto al Figlio dall'eternità, al dono cioè della natura divina, che è un dono infinito.

Per cui la Glossa [ interlin. ] aggiunge: « Affinché il Figlio sia grande quanto il Padre ».

Secondo un'altra spiegazione ciò può invece intendersi del dono che fu fatto alla natura umana di essere unita alla persona divina, e che è un dono infinito.

Per cui la stessa Glossa in proposito osserva: « Il Verbo si è unito alla natura umana nello stesso modo pieno e perfetto con cui lo aveva generato il Padre ».

Secondo una terza spiegazione ciò può infine intendersi della grazia abituale, in quanto essa in Cristo comprende tutto ciò che è proprio della grazia.

Per cui S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 14 ], spiegando quelle parole, afferma: « La misura è una certa divisione dei doni: a uno viene dato dallo Spirito il linguaggio della sapienza, a un altro il linguaggio della scienza.

Ma Cristo, che dà, non ha ricevuto su misura ».

2. La grazia di Cristo produce un effetto infinito sia per l'infinità della grazia stessa, nel senso spiegato [ nel corpo ], sia per l'unità della persona divina a cui l'anima di Cristo fu unita.

3. Il meno può raggiungere il più con successivi aumenti se si tratta di quantità della medesima natura.

Ma la grazia degli altri uomini sta alla grazia di Cristo come un potere particolare a un potere universale.

Come quindi il calore del fuoco, per quanto salga, non può mai pareggiare il calore del sole, così la grazia degli altri uomini, per quanto cresca, non potrà mai uguagliare la grazia di Cristo.

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