Summa Teologica - III

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Articolo 4 - Se Cristo potesse meritare per gli altri

I-II, q. 114, a. 6; infra, q. 48, a. 1; In 2 Sent., d. 20, q. 2, a. 3, ad 3;In 3 Sent., d. 18, q. 1, a. 6, sol. 1; De Verit., q. 29, a. 7; Comp. Theol., c. 231

Pare che Cristo non potesse meritare per gli altri.

Infatti:

1. Si legge nella Scrittura [ Ez 18,20 ]: « L'anima che pecca morirà ».

Quindi per lo stesso motivo l'anima che merita sarà premiata.

Non è dunque possibile che Cristo abbia meritato per gli altri.

2. Il Vangelo [ Gv 1,16 ] afferma che « tutti ricevono dalla pienezza della grazia di Cristo ».

Ma gli uomini che ricevono la grazia di Cristo non possono meritare per gli altri: leggiamo infatti [ Ez 14,20 ] che « anche se in mezzo a quella terra ci fossero Noè, Daniele e Giobbe, non salverebbero né figli né figlie: soltanto essi si salverebbero per la loro giustizia ».

Quindi neppure Cristo poteva meritare per noi.

3. Come osserva S. Paolo [ Rm 4,4 ], « la mercede » che uno merita « gli è dovuta per giustizia, non per grazia ».

Se dunque Cristo ha meritato la nostra salvezza, ne segue che questa non ci viene dalla grazia di Dio, ma dalla giustizia, e che Dio agisce ingiustamente con quelli che non salva: poiché il merito di Cristo si estende a tutti.

In contrario:

Scrive l'Apostolo [ Rm 5,18 ] che « come per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di un solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita ».

Ma il demerito di Adamo porta alla condanna di tutti.

Quindi molto più il merito di Cristo può rifluire sugli altri.

Dimostrazione:

Stando alle spiegazioni date sopra [ q. 8, aa. 1,5 ], Cristo non aveva soltanto la grazia come uomo singolo, ma anche come capo di tutta la Chiesa, a cui tutti si uniscono come le membra al capo per formare insieme misticamente una sola persona.

Da ciò consegue dunque che il merito di Cristo si estende agli altri, in quanto sono sue membra: come anche in un uomo l'azione della testa in qualche modo giova a tutte le sue membra, poiché essa sente non solo per sé, ma anche per tutte le membra.

Analisi delle obiezioni:

1. Il peccato di una persona privata nuoce solo a lei stessa, ma il peccato di Adamo, che Dio ha costituito principio di tutta la natura [ umana ], si comunica agli altri con la generazione.

Similmente il merito di Cristo, che Dio ha costituito capo di tutti gli uomini quanto alla grazia, si estende a tutte le sue membra.

2. Gli uomini ricevono dalla pienezza di Cristo non una fonte di grazia, ma una grazia individuale.

Perciò non segue che gli uomini siano in grado di meritare per gli altri come Cristo.

3. Come il peccato di Adamo non si propaga negli altri se non per mezzo della generazione corporale, così il merito di Cristo non viene partecipato agli altri se non per mezzo della rigenerazione spirituale, che avviene nel battesimo e che ci incorpora a Cristo, secondo le parole di S. Paolo [ Gal 3,27 ]: « Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo ».

E anche questa rigenerazione in Cristo concessa all'uomo è dovuta alla grazia.

Perciò la salvezza dell'uomo viene dalla grazia.

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