Summa Teologica - III

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Articolo 4 - Se alla croce di Cristo sia dovuto il culto di latria

II-II, q. 103, a. 4, ad 3; In 3 Sent., d. 9, q. 4, a. 2, sol. 4

Pare che alla croce di Cristo non sia dovuto il culto di latria.

Infatti:

1. Nessun figlio, se è pio, onora ciò che è stato di offesa a suo padre: p. es. i flagelli con i quali è stato colpito, o il legno sul quale fu ucciso, ma piuttosto li aborrisce.

Ora, Cristo sul legno della croce patì la morte più oltraggiosa, come dice la Scrittura [ Sap 2,20 ]: « Condanniamolo a una morte infame ».

Quindi non dobbiamo onorare la croce, ma piuttosto aborrirla.

2. L'umanità di Cristo viene adorata con culto di latria in quanto è unita ipostaticamente al Figlio di Dio.

Ma ciò non può dirsi della croce.

Quindi alla croce di Cristo non è dovuto il culto di latria.

3. Come la croce fu strumento della passione e morte di Cristo, così lo furono anche molte altre cose: p. es., i chiodi, la corona, la lancia, ai quali tuttavia non prestiamo un culto di latria.

Quindi neppure alla croce di Cristo è dovuta l'adorazione di latria.

In contrario:

Noi tributiamo l'adorazione di latria a quelle cose in cui riponiamo la speranza della nostra salvezza.

Ma nella croce di Cristo noi riponiamo la nostra speranza, poiché la Chiesa canta [ Vespri Dom. Pass. ]: « Ave, o Croce, unica speranza, in questo tempo di passione accresci ai fedeli la grazia, ottieni alle genti la pace ».

Quindi alla croce di Cristo è dovuto il culto di latria.

Dimostrazione:

Come si è detto in precedenza [ a. 3 ], l'onore o rispetto è dovuto di per sé solo alle creature razionali, mentre a quelle prive di coscienza non si deve onore e rispetto se non in riferimento a una natura razionale.

E tale riferimento si può avere in due modi: primo, poiché esse rappresentano una creatura razionale; secondo, perché in qualche modo sono unite ad essa.

Nel primo modo gli uomini hanno preso l'abitudine di onorare le immagini dei re, nel secondo le loro vesti.

Ma in ambedue i casi l'onore è quello stesso che viene tributato ai re.

Se dunque parliamo della croce stessa sulla quale Cristo fu confitto, essa merita il nostro culto per tutte e due le ragioni indicate: sia perché ci rappresenta la figura di Cristo disteso su di essa, sia perché venne a contatto con le sue membra e fu bagnata dal suo sangue.

Per ambedue i motivi dunque essa viene adorata con il medesimo culto reso a Cristo, cioè con il culto di latria.

E per questo motivo noi anche invochiamo la Croce, e ci raccomandiamo ad essa come allo stesso Crocifisso.

Se invece si tratta dell'immagine della croce di Cristo, fatta in qualunque altra materia, p. es. in pietra, legno, argento, oro, allora essa merita il culto solo quale immagine di Cristo, che veneriamo con culto di latria, come si è detto sopra [ a. 3 ].

Analisi delle obiezioni:

1. Nella croce di Cristo viene considerata la sua infamia secondo l'opinione e l'intenzione degli increduli, ma in rapporto alla nostra salvezza si rivela nella croce la potenza divina di Cristo che ha trionfato dei suoi nemici, secondo le parole di S. Paolo [ Col 2,14s ]: « Ha tolto di mezzo il documento scritto del nostro debito inchiodandolo alla croce; e avendo privato della loro forza i Principati e le Potestà, ne ha fatto pubblico spettacolo dietro al corteo trionfale di Cristo ».

Per cui il medesimo Apostolo [ 1 Cor 1,18 ] dice: « La parola della croce è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio ».

2. È vero che la croce di Cristo non fu unita ipostaticamente al Verbo di Dio, tuttavia in qualche modo gli fu unita per rappresentazione e per contatto.

E sono queste le sole ragioni per le quali noi rendiamo ad essa onore.

3. La ragione del contatto con le membra di Cristo vale per l'adorazione non solo della croce, ma anche di tutte le cose che appartengono a Cristo.

Per cui il Damasceno [ De fide orth. 4,11 ] scrive: « Giustamente dobbiamo adorare il legno prezioso santificato dal contatto del sacro corpo e sangue, i chiodi, le vesti, la lancia e i luoghi sacri che lo hanno accolto ».

Queste cose tuttavia non ci rappresentano l'immagine di Cristo come la croce, che viene chiamata « il segno del Figlio dell'Uomo », e che « apparirà nel cielo » [ Mt 24,30 ].

Per questo l'angelo [ Mc 16,6 ] disse alle donne: « Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso »; non « il trapassato dalla lancia », ma « il crocifisso ».

E questo è il motivo per cui veneriamo in qualunque materia le immagini della croce di Cristo, e non invece le immagini dei chiodi o di qualsiasi altro oggetto.

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