Summa Teologica - III

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Articolo 1 - Se Cristo dovesse nascere da una Vergine sposata

In 4 Sent., d. 30, q. 2, a. 1, sol. 2, 3; In Matth., c. 1

Pare che Cristo non dovesse nascere da una vergine sposata.

Infatti:

1. Le nozze hanno per fine l'unione coniugale.

Ma la Madre del Signore non volle mai usarne, poiché ciò pregiudicava la verginità della sua anima.

Quindi non doveva sposarsi.

2. La nascita verginale di Cristo fu un miracolo, per cui S. Agostino [ Epist. 137,2 ] scrive: « Dalle inviolate viscere verginali della madre trasse le membra del bambino quella stessa virtù divina che nell'età adulta le fece entrare a porte chiuse.

Non se ne può conoscere il modo, altrimenti non sarebbe un miracolo; non se ne può avere un esempio, poiché è un fatto unico ».

Ma i miracoli, essendo fatti per confermare la fede, devono essere palesi.

Poiché dunque lo sposalizio occultava questo miracolo, non era conveniente che Cristo nascesse da una vergine sposata.

3. S. Ignazio Martire, come riferisce S. Girolamo [ In Mt 1, su 1,18 ], spiega il matrimonio della Madre di Dio con questa ragione: « Perché il suo parto rimanesse celato al diavolo, che avrebbe ritenuto Cristo generato non da una vergine, ma da una sposa ».

Ma questa ragione non regge.

Sia perché il diavolo con la sua perspicacia conosce tutto ciò che avviene fisicamente.

Sia perché in seguito i demoni conobbero in qualche modo Cristo con l'aiuto di molti indizi evidenti: per cui si legge nel Vangelo [ Mc 1,23s ] che « un uomo posseduto da uno spirito immondo si mise a gridare: "Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il Santo di Dio" ».

Non era dunque conveniente che la Madre di Dio fosse sposata.

4. S. Girolamo [ l. cit. ] adduce un'altra ragione: « Affinché la Madre di Dio non venisse lapidata dai Giudei come adultera ».

Ma è una ragione vana: perché se essa non fosse stata sposata non poteva essere condannata per adulterio.

Non era quindi ragionevole che Cristo nascesse da una donna sposata.

In contrario:

Il Vangelo [ Mt 1,18 ] afferma: « Essendo Maria, sua Madre, promessa sposa di Giuseppe »; e ancora [ Lc 1,26s ]: « L'angelo Gabriele fu mandato da Dio a una vergine, promessa sposa di un uomo chiamato Giuseppe ».

Dimostrazione:

Che Cristo nascesse da una vergine sposata era conveniente sia per lui, sia per la madre, sia anche per noi.

Riguardo a Cristo ciò era conveniente per quattro ragioni.

Primo, perché gli infedeli non lo respingessero come un illegittimo.

Per cui S. Ambrogio [ In Lc 2, su 1,26s ] osserva: « Che cosa si potrebbe rimproverare ai Giudei, che cosa a Erode, se avessero avuto il pretesto di perseguitare un figlio illegittimo? ».

- Secondo, perché la sua genealogia fosse ordinata seguendo la discendenza maschile, nel modo consueto.

Da cui le parole di S. Ambrogio [ In Lc 3, su 3,23 ]: « Colui che è venuto in questo mondo doveva essere registrato secondo gli usi del mondo.

Ora, è la persona dell'uomo che nel senato e nelle altre assemblee cittadine porta il nome della famiglia.

E anche la consuetudine delle Scritture ce lo insegna, poiché esse cercano la discendenza maschile ».

- Terzo, per la sicurezza del bambino, affinché il diavolo non agisse contro di lui con più malizia.

Per cui S. Ignazio afferma che la vergine fu sposata « perché la sua prole rimanesse celata al diavolo ».

- Quarto, perché Giuseppe provvedesse al sostentamento di Cristo.

Per cui egli viene anche detto suo padre nutrizio.

Era poi conveniente anche per la Vergine.

Primo, perché in tal modo essa venne sottratta a ogni castigo legale: « perché non fosse lapidata dai Giudei come adultera », dice S. Girolamo [ l. cit. ].

- Secondo, perché in tal modo veniva protetta da ogni infamia.

Scrive infatti S. Ambrogio [ In Lc 2, su 1,26s ]: « Si sposò per non essere segnata dall'infamia che accompagna la perdita della verginità ».

- Terzo, perché così le fu assicurata l'assistenza di Giuseppe, come dice S. Girolamo [ l. cit. ].

Infine ciò era opportuno anche per noi.

Primo, perché la testimonianza di Giuseppe garantisce che Cristo è nato da una vergine.

Da cui le parole di S. Ambrogio [ In Lc 2, su 1,26s ]: « Come testimonio validissimo del pudore si presenta lo sposo, che poteva querelarsi del torto subito e vendicarsi dell'offesa se fosse stato all'oscuro del mistero ».

- Secondo, perché diventano più attendibili le parole stesse della Vergine relative alla propria verginità.

Scrive infatti S. Ambrogio [ ib. ]: « La fede nelle parole di Maria ha più fondamento, e sparisce ogni motivo di menzogna.

Si potrebbe infatti pensare che una donna non sposata e gravida volesse coprire la sua colpa con una menzogna; invece una donna maritata non aveva ragione di mentire, essendo la figliolanza, per una donna, premio del matrimonio e dono delle nozze ».

Queste due ragioni dunque valgono a conferma della nostra fede.

- Terzo, perché non avessero scuse le nubili che incautamente si espongono all'infamia.

Da cui le parole di S. Ambrogio [ ib. ]: « Non era opportuno che alle vergini viventi in cattiva reputazione rimanesse come parvenza di scusa il fatto che anche la Madre del Signore fosse stata infamata ».

- Quarto, poiché ciò è un simbolo della Chiesa universale, che « pur essendo vergine è tuttavia sposata a Cristo, suo unico sposo », come dice S. Agostino [ De sancta virginit. 12 ].

- Si può infine aggiungere, come quinta ragione del fatto che la Madre del Signore fu sposa e vergine, l'intenzione di onorare nella sua persona tanto la verginità quanto il matrimonio: e ciò contro quegli eretici che condannano o l'una o l'altro.

Analisi delle obiezioni:

1. Si deve credere che la Beata Vergine Madre di Dio fu spinta a sposarsi da un impulso segreto dello Spirito Santo, nella certezza che con l'aiuto divino non sarebbe mai giunta all'unione carnale; rimettendosi tuttavia in ciò alla volontà divina.

Cosicché la sua verginità non ebbe alcun detrimento.

2. Come scrive S. Ambrogio [ l. cit. ], « il Signore preferì che qualcuno dubitasse della sua nascita [ prodigiosa ] piuttosto che dell'onestà di sua madre.

Sapeva infatti quanto è delicato il pudore di una vergine e fragile la sua fama di purezza, e non giudicò di dover stabilire la verità della propria nascita [ prodigiosa ] con l'infamia della propria madre ».

Quanto poi ai miracoli divini, dobbiamo avvertire che alcuni di essi sono oggetto di fede: come il miracolo del parto verginale, della risurrezione del Signore, e anche del Sacramento dell'Altare.

Per cui il Signore li ha voluti occultare maggiormente, affinché la fede in essi fosse più meritoria.

- Altri miracoli invece sono prove della fede.

E questi devono essere palesi.

3. Come rileva S. Agostino [ De Trin. 3,9.19 ], il demonio può fare molte cose con le sue capacità naturali, ma questo potere è limitato dalla potenza divina.

E così possiamo dire che il demonio poteva conoscere naturalmente che la Madre di Dio non era stata violata nella sua verginità, ma Dio gli impedì di conoscere il modo della nascita di Cristo.

Che poi in seguito il demonio sia venuto a conoscere in qualche modo che Cristo era il Figlio di Dio non fa obiezioni, poiché era ormai giunto il tempo in cui Cristo doveva mostrare il suo potere contro il demonio e affrontare le persecuzioni da lui sollevate.

Nell'infanzia invece bisognava impedire alla malizia del demonio di perseguitarlo con troppa durezza, non avendo per allora disposto Cristo né di soffrire, né di mostrare il suo potere, volendo piuttosto essere uguale in tutto agli altri bambini.

Per cui dice il papa S. Leone [ Serm. 34 ] che « i Magi trovarono il bambino Gesù piccolo, bisognoso dell'assistenza altrui, incapace di parlare, che non si scostava in nulla dalla comune situazione dell'infanzia ».

S. Ambrogio [ l. cit. ] invece riferisce l'ignoranza suddetta piuttosto agli uomini membra del demonio.

Dopo avere infatti riferito la ragione suddetta, relativa all'inganno del principe di questo mondo, soggiunge: « I più ingannati però sono stati i grandi di questo secolo.

Poiché la malizia dei demoni scopre con facilità anche le cose occulte, mentre coloro che si fanno sopraffare dalle vanità del secolo non possono conoscere le realtà divine ».

4. Secondo la legge doveva subire la lapidazione degli adulteri non solo la donna già fidanzata o sposata, ma anche quella che viveva come nubile nella sua casa paterna.

Si legge infatti nel Deuteronomio [ Dt 22,20s ]: « Se la giovane non è stata trovata in stato di verginità, la gente della sua città la lapiderà, così che muoia, perché ha commesso un'infamia in Israele, disonorandosi in casa del padre ».

Oppure, secondo alcuni, si può dire che la Beata Vergine era della stirpe o della famiglia di Aronne, e quindi parente di Elisabetta, come nota il Vangelo [ Lc 1,36 ].

Ora, una vergine di stirpe sacerdotale, se si lasciava violare, era condannata a morte: si legge infatti nel Levitico [ Lv 21,9 ]: « Se la figlia di un sacerdote si disonora prostituendosi, disonora suo padre; sarà arsa con il fuoco ».

Alcuni [ infine ] intendono la lapidazione di cui parla S. Girolamo nel senso di una lapidazione morale.

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