Summa Teologica - III

Indice

Articolo 2 - Se ogni segno di una realtà sacra sia un sacramento

In 4 Sent., d. 1, q. 1, a. 1, sol. 1

Pare che non ogni segno di una realtà sacra sia un sacramento.

Infatti:

1. Tutte le creature sensibili sono segni di cose sacre, secondo quelle parole di S. Paolo [ Rm 1,20 ]: « Le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute ».

Ma non tutte le realtà sensibili possono dirsi sacramento.

Quindi non ogni segno di una realtà sacra è un sacramento.

2. Tutto ciò che veniva compiuto nell'antica legge raffigurava Cristo, il Santo dei Santi, come afferma S. Paolo [ 1 Cor 10,11 ]: « Tutte queste cose accadevano loro in senso figurale », ed erano « l'ombra delle realtà future, mentre la realtà è Cristo » [ Col 2,17 ].

Però non tutti i fatti dell'antico Testamento, né tutti i riti dell'antica legge, sono dei sacramenti, ma solo alcuni in particolare, come si è detto nella Seconda Parte [ I-II, q. 101, a. 4 ].

Perciò non ogni segno di una realtà sacra è un sacramento.

3. Anche nel nuovo Testamento molte cose hanno un significato sacro, e tuttavia non sono sacramenti: come l'aspersione dell'acqua benedetta, la consacrazione di un altare e altre cose simili.

Quindi non ogni segno di una realtà sacra è un sacramento.

In contrario:

La definizione si identifica con la cosa definita.

Ma alcuni definiscono il sacramento « il segno di una realtà sacra », e ciò anche in base al testo di S. Agostino citato sopra [ a. 1, s. c. ].

Pare quindi che ogni segno di una realtà sacra sia un sacramento.

Dimostrazione:

I segni sono dati all'uomo, poiché egli ha bisogno di procedere dal noto all'ignoto.

Quindi si dice sacramento in senso proprio ciò che è segno di qualche realtà sacra riguardante gli uomini: ossia è sacramento, nel senso in cui intendiamo parlarne ora, « il segno di una realtà sacra in quanto santificante gli uomini ».

Analisi delle obiezioni:

1. Le creature sensibili significano qualcosa di sacro, cioè la sapienza e la bontà divina, in quanto sono sacre in se stesse, non in quanto santificano noi: per cui non possono essere dette sacramenti nel senso indicato.

2. Alcune realtà dell'antico Testamento stavano a significare la santità di Cristo in quanto posseduta da lui.

Altre invece significavano la sua santità in quanto santifica noi: come l'immolazione dell'agnello pasquale prefigurava l'immolazione di Cristo dalla quale siamo stati santificati.

Ora, solo queste ultime erano in senso proprio i sacramenti dell'antica legge.

3. Le cose vengono denominate in base al loro fine e compimento.

Ora, il fine non si ha nella disposizione, ma nella perfezione raggiunta.

Perciò hanno nome di sacramenti non le cose che dispongono alla santità, come quelle ricordate nell'obiezione, ma soltanto quelle che significano la santità umana nella sua perfezione.

Indice