Summa Teologica - III

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Articolo 4 - Se le specie sacramentali possano corrompersi

In 4 Sent., d. 12, q. 1, a. 2, sol. 3; C. G., IV, c. 66; Resp. ad lect. Ven., res

Pare che le specie sacramentali non possano corrompersi.

Infatti:

1. La corruzione avviene per la separazione della forma dalla materia.

Ma la materia del pane, come si è spiegato sopra [ q. 75, aa. 4,8 ], non rimane in questo sacramento.

Quindi le specie suddette non possono corrompersi.

2. Una forma non può corrompersi che indirettamente per la corruzione del soggetto: per cui le forme per sé sussistenti sono incorruttibili, come vediamo nel caso delle sostanze spirituali.

Ma le specie sacramentali sono forme prive di soggetto.

Quindi non possono corrompersi.

3. Se si corrompono, ciò accadrà o naturalmente o miracolosamente.

Ma non può accadere naturalmente, non essendo possibile individuare un soggetto della corruzione che perduri dopo la corruzione.

E non può accadere miracolosamente, poiché i miracoli compiuti in questo sacramento avvengono in virtù della consacrazione, la quale mira a conservare le specie sacramentali, e d'altra parte una stessa cosa non può essere causa di conservazione e di corruzione.

Quindi le specie sacramentali non possono corrompersi in alcun modo.

In contrario:

I nostri sensi avvertono che le ostie consacrate imputridiscono e si corrompono.

Dimostrazione:

La corruzione è « il passaggio dall'essere al non essere » [ Phys. 5,1 ].

Ma le specie sacramentali, come si è detto sopra [ a. 3 ], mantengono lo stesso essere che avevano prima, quando sussisteva la sostanza del pane e del vino.

Perciò, come l'essere di tali accidenti poteva corrompersi nella sostanza del pane e del vino, così pure può corrompersi quando quella sostanza viene a mancare.

Ma prima tali accidenti potevano corrompersi in due modi: direttamente o indirettamente.

Direttamente sia per l'alterarsi delle qualità, sia per l'aumento o la diminuzione della quantità: non certamente per crescita o decrescita come nei corpi animati, non essendo tale la sostanza del pane e del vino, ma per addizione o per divisione; infatti, come nota Aristotele [ Met. 3,5 ], con la divisione una dimensione si corrompe e ne sorgono due, e al contrario con l'addizione da due ne sorge una.

Ed è in questo modo che possono manifestamente corrompersi gli accidenti eucaristici dopo la consacrazione, sia perché la quantità del sacramento può essere soggetta a divisione e addizione, sia perché, essendo essa il soggetto delle qualità sensibili, come si è detto [ a. 2 ], può anche essere il soggetto delle loro alterazioni, p. es. se viene alterato il colore o il sapore del pane o del vino.

Inoltre le specie del pane e del vino prima della consacrazione potevano corrompersi indirettamente per la corruzione del loro soggetto.

E in questo modo possono corrompersi anche dopo la consacrazione.

Sebbene infatti non rimanga il loro soggetto, rimane tuttavia l'essere che tali accidenti avevano nel loro soggetto, e che è un essere proprio e connaturale ad esso.

Perciò questo essere può venire corrotto da un agente contrario come dallo stesso poteva essere corrotta la sostanza del pane e del vino: la quale pure non si corrompeva se non in seguito all'alterazione degli accidenti.

Occorre però distinguere questi due tipi di corruzione.

Siccome infatti il corpo e il sangue di Cristo succedono in questo sacramento alla sostanza del pane e del vino, qualora intervenga dalla parte degli accidenti un cambiamento che non sarebbe stato sufficiente a corrompere il pane e il vino, con tale mutazione non cessano di essere presenti nel sacramento il corpo e il sangue di Cristo: sia che il cambiamento avvenga nelle qualità, p. es. mediante una lieve alterazione del colore o del sapore del pane o del vino, sia che avvenga nella quantità, p. es. mediante la divisione delle specie in parti tali che potrebbero conservare in sé la natura del pane o del vino.

- Se invece intervenisse un cambiamento così profondo che avrebbe corrotto la sostanza del pane e del vino, allora il corpo e il sangue di Cristo non rimangono più nel sacramento.

E ciò sia dalla parte delle qualità, come quando il colore, il sapore e le altre qualità del pane e del vino vengono alterate in un modo che sarebbe del tutto incompatibile con la natura del pane e del vino, sia dalla parte della quantità: p. es. se il pane venisse polverizzato, o il vino diviso in parti minime, così da far scomparire le specie del pane o del vino.

Analisi delle obiezioni:

1. Dato che la corruzione ha propriamente il compito di far cessare l'essere di una cosa in quanto l'essere di una certa forma si trova nella materia, ne consegue necessariamente che la corruzione separa la forma dalla materia.

Se però tale essere non si trovasse nella materia, ma fosse tuttavia simile all'essere che si trova nella materia, potrebbe corrompersi anche in assenza della materia: e ciò appunto avviene in questo sacramento, come risulta da quanto si è detto [ nel corpo ].

2. Le specie sacramentali, sebbene siano delle forme senza materia, conservano tuttavia l'essere che prima avevano nella materia.

3. La corruzione delle specie sacramentali non è miracolosa, ma naturale: presupponendo però il miracolo compiutosi nella consacrazione, che cioè quelle specie sacramentali mantengano senza il soggetto l'essere che prima avevano nel soggetto; allo stesso modo in cui un cieco guarito in maniera miracolosa vede in maniera naturale.

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