Summa Teologica - III

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Articolo 2 - Se sia esatto assegnare, come parti della penitenza, la contrizione, la confessione e la soddisfazione

In 4 Sent., d. 16, q. 1, a. 1, sol. 2, 4; d. 17, q. 3, a. 3, sol. 4; d. 22, q. 2, a. 1, sol. 2, ad 3; C. G., IV, c. 72; De art. fidei

Pare che non sia esatto assegnare, come parti della penitenza, la contrizione, la confessione e la soddisfazione.

Infatti:

1. La contrizione si produce nel cuore: e così rientra nella penitenza interiore.

La confessione invece si ha nella bocca, e la soddisfazione nell'opera: per cui questi due ultimi elementi appartengono alla penitenza esteriore.

Ora, la penitenza interiore non è un sacramento, ma lo è solo la penitenza esteriore, che cade sotto i sensi.

Perciò tali parti non sono convenientemente assegnate al sacramento della penitenza.

2. Nei sacramenti della nuova legge viene conferita la grazia, come si è visto sopra [ q. 62, aa. 1,6 ].

Ma nella soddisfazione non viene conferita alcuna grazia.

Quindi la soddisfazione non è una parte di questo sacramento.

3. I frutti non si identificano con le parti di una cosa.

Ma la soddisfazione è un frutto della penitenza, secondo l'esortazione evangelica [ Lc 3,8 ]: « Fate degni frutti di penitenza ».

Essa quindi non è una parte della penitenza.

4. La penitenza è ordinata contro il peccato.

Ma il peccato può essere consumato anche solo nel cuore mediante il consenso, come si è visto nella Seconda Parte [ I-II, q. 72, a. 7 ].

Quindi anche la penitenza.

Perciò non devono considerarsi come sue parti la confessione della bocca e la soddisfazione delle opere.

In contrario:

Pare che le parti della penitenza debbano essere più numerose.

Infatti tra le parti dell'uomo non c'è soltanto il corpo, quale materia, ma c'è anche l'anima, che è la forma.

Ora le tre parti suddette, in quanto atti del penitente, hanno funzione di materia, mentre l'assoluzione del sacerdote ha funzione di forma.

Quindi l'assoluzione del sacerdote va considerata come una quarta parte della penitenza.

Dimostrazione:

Ci sono due tipi di parti, come spiega Aristotele [ Met. 5,25 ]: le parti essenziali e le parti quantitative.

Le parti essenziali in natura sono la forma e la materia, mentre in logica sono il genere e la differenza.

E in questo senso qualsiasi sacramento si divide nelle sue parti essenziali che sono la materia e la forma: per cui sopra [ q. 60, aa. 4,6 ] abbiamo detto che i sacramenti sono costituiti « di cose e di parole ».

- Ma poiché la quantità è connessa con la materia, le parti quantitative sono parti della materia.

Ed è da questo lato che al sacramento della penitenza, come si è precisato sopra [ a. 1, ad 2 ], vengono assegnate in modo speciale delle parti in rapporto agli atti del penitente, i quali formano la materia di questo sacramento.

Però sopra [ q. 85, a. 3, ad 3 ] abbiamo notato che il risarcimento dell'offesa avviene nella penitenza in modo diverso che nella giustizia vendicativa.

In quest'ultima infatti il risarcimento viene fatto secondo la sentenza arbitrale di un giudice, e non secondo la volontà dell'offensore o dell'offeso, mentre nella penitenza il risarcimento dell'offesa viene fatto secondo la volontà di chi ha peccato e secondo la libera determinazione di Dio, contro il quale si pecca: poiché qui non si cerca la sola reintegrazione della giusta uguaglianza, come nella giustizia vendicativa, ma piuttosto la riconciliazione dell'amicizia, la quale è assicurata dal fatto che l'offensore risarcisce secondo la volontà dell'offeso.

Perciò da parte del penitente si richiede:

primo, la volontà di risarcire, il che si ha con la contrizione;

secondo, la sottomissione al giudizio del sacerdote facente le veci di Dio, il che avviene nella confessione;

terzo, il risarcimento secondo la sentenza del ministro di Dio, il che si ha nella soddisfazione.

Per questo si dice che la contrizione, la confessione e la soddisfazione sono le parti della penitenza.

Analisi delle obiezioni:

1. La contrizione risiede essenzialmente nel cuore, e appartiene alla penitenza interiore, ma virtualmente appartiene alla penitenza esteriore, in quanto implica il proposito di confessarsi e di soddisfare.

2. La soddisfazione conferisce la grazia in quanto è concepita come proposito, e la aumenta in quanto è posta in esecuzione: analogamente a quanto avviene nel battesimo degli adulti, come si è visto sopra [ q. 68, a. 2; q. 69, a. 1, ad 2; a. 4, ad 2 ].

3. La soddisfazione è una parte della penitenza sacramento, ed è un frutto della penitenza virtù.

4. I requisiti del bene, il quale « procede da una causa integra », sono più numerosi dei requisiti del male, il quale « deriva dai singoli difetti », come dice Dionigi [ De div. nom. 4 ].

Sebbene quindi il peccato si compia già nel solo consenso del cuore, per la perfezione della penitenza si richiede sia la contrizione del cuore, sia la confessione della bocca, sia la soddisfazione dell'opera.

5. [ S. c. ]. La Analisi dell'argomento in contrario risulta da quanto abbiamo detto [ nel corpo ].

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