Summa Teologica - III

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Articolo 4 - Se il sacramento sia sempre qualcosa di sensibile

Infra, q. 61, a. 1; In 4 Sent., d. 1, q. 1, a. 2, sol. 1; a. 3; d. 14, q. 1, a. 1, sol. 1; C. G., IV, c. 56; In Ioan., c. 3, lect. 1

Pare che il sacramento non sia sempre qualcosa di sensibile.

Infatti:

1. Il Filosofo [ Prior. 2,29 ] dice che « ogni effetto è segno della sua causa ».

Ma come ci sono degli effetti sensibili, così ci sono anche degli effetti spirituali: la scienza, p. es., è un effetto della dimostrazione.

Perciò non ogni segno è sensibile.

Ora, per la nozione di sacramento basta che ci sia la significazione di una cosa fatta per santificare l'uomo, come si è già detto [ a. 2 ].

Non si richiede dunque che il sacramento sia una realtà sensibile.

2. I sacramenti fanno parte del regno di Dio e del culto di Dio.

Ma le realtà sensibili non rientrano nel culto di Dio, poiché, come dice il Vangelo [ Gv 4,24 ], « Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità »; e S. Paolo [ Rm 14,17 ] insegna: « Il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda ».

Quindi per il sacramento non si richiedono delle realtà sensibili.

3. S. Agostino [ De lib. arb. 2,19.51 ] insegna che « le realtà sensibili sono beni minimi, senza dei quali l'uomo può vivere rettamente ».

I sacramenti invece sono necessari alla salvezza umana, come vedremo in seguito [ q. 61, a. 1 ], per cui senza di essi non si può vivere rettamente.

Quindi per i sacramenti non si richiedono delle realtà sensibili.

In contrario:

S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 80 ] scrive: « La parola raggiunge l'elemento e ne fa un sacramento ».

E nel caso si riferisce all'elemento sensibile dell'acqua.

Quindi per i sacramenti sono richieste delle realtà sensibili.

Dimostrazione:

La sapienza divina provvede a ciascun essere secondo la sua natura: per cui si legge [ Sap 8,1 ] che essa « dispone ogni cosa con soavità », e il Vangelo [ Mt 25,15 ] precisa che « diede a ciascuno secondo la sua capacità ».

Ora, all'uomo è connaturale giungere alla conoscenza delle realtà spirituali attraverso quelle sensibili.

D'altra parte il segno serve come mezzo per conoscere altre cose.

Poiché dunque le realtà sacre significate dai sacramenti sono certi beni spirituali e soprasensibili che santificano l'uomo, ne segue che la significazione dei sacramenti sarà pienamente compiuta attraverso elementi sensibili: come anche nella S. Scrittura le realtà spirituali ci vengono descritte sotto le immagini di realtà sensibili.

Così dunque per i sacramenti si richiedono degli elementi sensibili; e ciò risulta anche dall'insegnamento di Dionigi [ De cael. hier. 1,3 ].

Analisi delle obiezioni:

1. Ogni cosa prende il nome e la definizione da ciò che le appartiene in modo primario ed essenziale, non da ciò che le viene attribuito in relazione ad altro.

Ora un effetto sensibile, imponendosi immediatamente per se stesso alla nostra conoscenza, ha per sua natura la funzione di guidarci a conoscere altre cose, poiché la nostra conoscenza inizia sempre dal senso.

Al contrario gli effetti intelligibili non hanno tale potere se non per il fatto e dopo che si sono resi manifesti attraverso degli effetti sensibili.

Per questo motivo dunque a prendere il nome di segni sono prima e principalmente le cose che si offrono ai sensi, tanto che S. Agostino [ De doctr. christ. 2,1 ] definisce il segno: « ciò che oltre all'immagine di sé che imprime nei sensi fa conoscere qualche altra cosa ».

Così gli effetti intelligibili non hanno natura di segno se non in dipendenza da altri segni che li fanno conoscere.

Ed è in questo senso che si dicono sacramenti anche alcune realtà non sensibili, in quanto sono significate da qualcosa di sensibile, come vedremo in seguito [ q. 63, a. 1, ad 2; a. 3, ad 2; q. 73, a. 6; q. 84, a. 1, ad 3 ].

2. Le realtà sensibili, se vengono considerate nella loro natura, non appartengono al culto o al regno di Dio, ma ne fanno parte solamente come segni delle realtà spirituali, nelle quali consiste il regno di Dio.

3. S. Agostino parla delle realtà sensibili secondo ciò che valgono per la loro natura, non in quanto sono assunte a significare i beni spirituali, che sono i beni supremi.

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