Supplemento alla III parte

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Articolo 3 - Se soltanto i sacerdoti abbiano il potere delle chiavi

Pare che non soltanto i sacerdoti abbiano il potere delle chiavi.

Infatti:

1. S. Isidoro [ Etym. 7,12; De eccl. off. 2,15 ] scrive che « gli ostiari hanno l'incombenza di distinguere tra i buoni e i cattivi: accolgono i degni ed escludono gli indegni ».

Ma questa, come si è visto [ q. 17, a. 2 ], è la definizione del potere delle chiavi.

Quindi non solo i sacerdoti, ma anche gli ostiari hanno il potere delle chiavi.

2. Ai sacerdoti il potere delle chiavi viene conferito da Dio con l'unzione sacra.

Ma anche i re ricevono da Dio il potere sul popolo dei credenti, e vengono consacrati con l'unzione sacra.

Quindi il potere delle chiavi non spetta soltanto ai sacerdoti.

3. Il sacerdozio è un ordine sacro strettamente personale.

Invece il potere delle chiavi sembra talvolta appartenere a tutta un'assemblea: poiché ci sono dei capitoli che possono comminare la scomunica, il che rientra nel potere delle chiavi.

Perciò questo non spetta esclusivamente ai sacerdoti.

4. Le donne non sono suscettibili di ordini sacri: poiché, come dice S. Paolo [ 1 Cor 14,34s ], ad esse non spetta insegnare.

Eppure certe donne pare che abbiano il potere delle chiavi: le abbadesse, p. es., che hanno un potere spirituale sulle loro suddite.

Perciò non solo i sacerdoti hanno il potere delle chiavi.

In contrario:

1. S. Ambrogio [ De poenit. 1,2 ] insegna: « Questo diritto », cioè quello di legare e di sciogliere, « è concesso solo ai sacerdoti ».

2. Col potere delle chiavi uno è posto come intermediario tra il popolo e Dio.

Ma ciò compete solo ai sacerdoti i quali, come si legge [ Eb 5,1 ], « sono costituiti nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati ».

Perciò soltanto i sacerdoti hanno il potere delle chiavi.

Dimostrazione:

Esistono due tipi di chiavi.

La prima ha un potere che si estende direttamente fino al cielo, togliendo con la remissione dei peccati gli ostacoli che impediscono di entrarvi.

Essa viene chiamata « chiave dell'ordine ».

E questa si riscontra solo nei sacerdoti: poiché essi soltanto sono ordinati al popolo per le cose che riguardano direttamente Dio.

La seconda chiave non tende al cielo direttamente, bensì attraverso la Chiesa militante: poiché da questo potere uno viene escluso o ammesso nella Chiesa militante, rispettivamente con la scomunica e con l'assoluzione.

E questa viene nominata « chiave della giurisdizione in foro esterno ».

Per cui possono averla anche coloro che non sono sacerdoti: p. es. gli arcidiaconi, i vescovi eletti e gli altri che hanno la facoltà di scomunicare.

Tuttavia propriamente questa non può essere detta chiave del cielo, essendo solo un certo potere preparatorio rispetto a quella.

Analisi delle obiezioni:

1. Gli ostiari hanno le chiavi per custodire quanto è contenuto nel tempio materiale, e giudicano chi ammettere e chi escludere in tale tempio non stabilendo di propria autorità chi è degno e chi non è degno, ma eseguendo il giudizio dato dal sacerdote: per cui risultano dei puri esecutori del potere sacerdotale.

2. I re non hanno alcun potere nelle cose spirituali, per cui non ricevono le chiavi del regno dei cieli, ma l'hanno solo in quelle temporali, e anch'esso in totale dipendenza da Dio, come dice S. Paolo [ Rm 13,1 ].

Né mediante l'unzione che ricevono viene loro conferito alcun ordine sacro, ma si vuole solo indicare che l'eccellenza del loro potere deriva da Cristo, affinché essi regnino sul popolo cristiano come sudditi essi stessi di Cristo.

3. Come in campo politico il potere è talvolta tutto in un solo individuo, ed è il caso del regno, mentre talvolta è spartito ugualmente tra più individui costituiti nei vari uffici, secondo le parole di Aristotele [ Ethic. 8, cc. 10,11 ], così anche la giurisdizione spirituale può essere esercitata da uno solo, p. es. dal vescovo, oppure da più individui, p. es. dal capitolo.

E in tal caso costoro hanno cumulativamente la chiave della giurisdizione, ma non quella dell'ordine.

4. Secondo l'Apostolo [ 1 Cor 14,34; 1 Tm 2,11; Tt 2,5 ] la donna è in istato di sudditanza, per cui non può avere alcuna giurisdizione spirituale.

Del resto anche secondo il Filosofo [ Ethic. 8,12 ] si ha la corruzione di tutto il vivere civile quando il dominio finisce nelle mani di una donna.

Perciò la donna non ha né le chiavi dell'ordine né le chiavi della giurisdizione.

Tuttavia ad essa viene affidato qualche atto nell'uso delle chiavi: come la correzione di quelle donne che sono ad essa sottoposte, per evitare il pericolo che potrebbe risultare dalla coabitazione di uomini in mezzo a loro.

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