Supplemento alla III parte

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Articolo 4 - Se gli uomini santi, anche se non sono sacerdoti, possano esercitare il potere delle chiavi

Pare che gli uomini santi, anche se non sono sacerdoti, possano esercitare il potere delle chiavi.

Infatti:

1. Lo sciogliere e il legare che si compie mediante le chiavi non ha efficacia che dalla passione di Cristo.

Ma alla passione di Cristo si conformano soprattutto coloro che seguono Cristo sofferente con la pazienza e con le altre virtù.

Perciò sembra che costoro, anche se privi dell'ordine sacerdotale, abbiano la facoltà di legare e di sciogliere.

2. S. Paolo [ Eb 7,7 ] afferma: « Senza dubbio è l'inferiore che è benedetto dal superiore ».

Ma nell'ordine spirituale, come nota S. Agostino [ De Trin. 6,8 ], « superiore equivale a migliore ».

Quindi i migliori, cioè quelli forniti di carità, possono benedire gli altri assolvendoli.

Da cui la stessa conclusione di sopra.

In contrario:

Secondo il Filosofo [ De somno et vig. 1 ] « agire spetta a chi ne possiede la facoltà ».

Ora il potere delle chiavi, che è un potere spirituale, spetta soltanto ai sacerdoti.

Quindi il suo esercizio non può appartenere che ai sacerdoti.

Dimostrazione:

L'agente principale e quello strumentale differiscono per il fatto che quest'ultimo non imprime sull'effetto una propria somiglianza, ma quella dell'agente principale, mentre l'agente principale imprime la propria somiglianza.

Quindi ciò che costituisce l'agente principale è il fatto che esso ha una forma che è capace di trasfondere in altri, mentre ciò che fa di un essere un agente strumentale è il fatto che esso viene applicato all'atto dall'agente principale per ottenere un certo effetto.

Ora, siccome nell'esercizio del potere delle chiavi Cristo è l'agente principale, sia come Dio mediante l'autorità che come uomo mediante il merito, deriva dalla pienezza della sua bontà divina e dalla perfezione della sua grazia che egli possa esercitarlo.

Un altro uomo invece non può esercitarlo come agente principale: poiché non è in grado di dare né di meritare efficacemente a un altro la grazia con la quale vengono rimessi i peccati.

Perciò un altro uomo non è che un agente strumentale.

Colui infatti che ottiene l'effetto delle chiavi non ottiene una somiglianza con chi ha esercitato il potere delle chiavi, bensì con Cristo.

Così dunque nessuno, per quanta grazia abbia, può arrivare a produrre l'effetto delle chiavi senza esservi applicato quale ministro dopo aver ricevuto l'ordine sacro.

Analisi delle obiezioni:

1. Come fra lo strumento e l'effetto non si richiede una somiglianza secondo la forma, bensì secondo il rapporto proporzionale fra strumento ed effetto, così neppure fra lo strumento e l'agente principale.

Ora, nei santi c'è il primo tipo di somiglianza con Cristo sofferente, e tale somiglianza non conferisce loro l'esercizio del potere delle chiavi.

2. Sebbene un puro uomo non possa meritare a un altro la grazia de condigno, cioè a stretto rigore di giustizia, tuttavia il merito dell'uno può cooperare alla salute dell'altro.

Perciò vanno distinte due benedizioni.

La prima che promana dall'uomo in quanto merita personalmente col proprio atto.

E questa può essere data da qualsiasi santo, nel quale Cristo abita con la sua grazia.

E ciò richiede una bontà morale superiore, per lo meno relativa.

- La seconda è la benedizione con la quale uno applica ad altri quale strumento la benedizione che promana dai meriti di Cristo.

E per questa è indispensabile la superiorità dell'ordine sacro, e non della virtù.

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