Supplemento alla III parte

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Articolo 1 - Se il sesso femminile impedisca di ricevere gli ordini

Pare che il sesso femminile non impedisca di ricevere gli ordini.

Infatti:

1. L'ufficio di profeta è superiore a quello di sacerdote: poiché il profeta è intermediario tra Dio e il sacerdote, mentre il sacerdote lo è tra Dio e il popolo [ Eb 5,1 ].

Eppure l'ufficio di profeta talora fu concesso alle donne, come risulta dalla Scrittura [ 2 Re 22,14ss ].

Quindi può loro competere anche il sacerdozio.

2. La prelatura, il martirio e lo stato religioso implicano una superiorità al pari dell'ordine.

Ora, alle donne viene conferita la prelatura, come è evidente per il nuovo Testamento nel caso delle abbadesse, e per l'antico nel caso di Debora [ Gdc 4,4ss ], la quale fu giudice in Israele.

Inoltre riscontriamo in esse il martirio e lo stato religioso.

Quindi può essere loro attribuito anche l'ordine.

3. Il potere di ordine risiede nell'anima.

Il sesso invece non incide sull'anima.

Quindi la differenza di sesso non implica una diversa abilità nella ricezione degli ordini.

In contrario:

1. S. Paolo [ 1 Tm 2,12 ] ha scritto: « Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo ».

2. Negli ordinandi è prerequisita la corona clericale: sebbene non sotto pena di nullità del sacramento.

Ma la corona e la tonsura non si addicono alle donne, stando alle parole di S. Paolo [ 1 Cor 11,6 ].

Quindi neppure gli ordini.

Dimostrazione:

Per ricevere i sacramenti certe cose sono richieste quasi dalla natura stessa del sacramento: quindi in mancanza di esse uno non può ricevere né il sacramento, né la grazia sacramentale.

Altre invece sono richieste non dalla natura del sacramento, ma dalla legge, per il rispetto dovuto al sacramento.

E senza di esse si riceve il sacramento, ma non la grazia sacramentale.

Ora, il sesso virile è richiesto per ricevere l'ordine non solo in quest'ultima maniera, bensì anche nella prima.

Perciò anche se su una donna venissero fatte tutte le cerimonie dell'ordinazione, essa non riceverebbe l'ordine.

Essendo infatti il sacramento un segno, gli atti che lo compiono non devono soltanto produrre la grazia sacramentale, ma [ anche ] esprimerne il segno.

Così nell'estrema unzione, come si è visto [ q. 32, a. 1 ], si richiede che uno sia infermo, per poter esprimere l'esigenza della guarigione.

Non potendo dunque il sesso femminile esprimere alcuna eminenza di grado, essendo la donna in stato di sudditanza, è chiaro che essa non può ricevere il sacramento dell'ordine.

Alcuni invece hanno insegnato che il sesso virile è richiesto per legge, e non per la natura del sacramento, poiché anche nel Decreto [ di Graz. 2,27,1,23 ] si parla di diaconesse e di presbitere.

Ma la diaconessa è solo una donna a cui sono accordate alcune funzioni del diacono, come la lettura dell'omelia nell'ufficio corale.

E presbitere sono denominate le vedove, poiché presbitero significa anziano.

Analisi delle obiezioni:

1. La profezia non è un sacramento, ma un dono di Dio, il quale non esige una significazione, ma solo una realtà spirituale.

E poiché in realtà rispetto alle cose dell'anima la donna non differisce dall'uomo, ché anzi talora si trovano delle donne superiori a molti uomini quanto all'anima, è evidente che essa può ricevere il dono profetico e altri consimili; non però il sacramento dell'ordine.

2. 3. Sono così risolte anche le altre due obiezioni.

Per le abbadesse però va detto che esse non hanno un'autorità ordinaria, ma solo delegata, per evitare i pericoli della coabitazione di uomini e donne.

- Debora poi ebbe un'autorità civile, non sacerdotale: come anche adesso le donne possono avere il dominio temporale.

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