Supplemento alla III parte

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Articolo 4 - Se unirsi a una concubina sia peccato mortale

Pare che unirsi a una concubina non sia peccato mortale.

Infatti:

1. La bugia è un peccato più grave della semplice fornicazione: come risulta dal fatto che Giuda [ Gen 38,23 ], il quale non esitò a commettere fornicazione con Tamar, rifiutò di dire una bugia, affermando: « Essa certo non potrà accusarmi di menzogna ».

Ora, la bugia non sempre è un peccato mortale.

Quindi neppure la semplice fornicazione.

2. Il peccato mortale va punito con la morte.

Ora, l'antica legge non punì mai con la morte la fornicazione concubinaria, eccetto qualche caso particolare [ Dt 22,20ss ].

Essa quindi non è un peccato mortale.

3. Secondo S. Gregorio [ Mor 33,12 ] i peccati mortali della carne sono meno gravi dei peccati spirituali.

Ora, non sempre la superbia e l'avarizia, che pure sono peccati spirituali, sono colpe mortali.

Quindi non può esserlo ogni fornicazione, che è un peccato carnale.

4. Più la tentazione è forte, meno grave è il peccato: poiché pecca più gravemente chi si lascia vincere da una tentazione più debole.

Ora, la massima istigazione della concupiscenza è quella verso il piacere sessuale.

Siccome dunque il peccato di gola non sempre è mortale, non sarà mortale neppure la semplice fornicazione.

In contrario:

1. Dal regno di Dio non esclude se non il peccato mortale.

Ma i fornicatori, secondo S. Paolo [ 1 Cor 6,9s ], sono esclusi dal regno di Dio.

Quindi la fornicazione semplice è un peccato mortale.

2. Solo i peccati mortali sono chiamati crimini.

Ora, qualsiasi fornicazione è così denominata dalla Scrittura [ Tb 4,13 Vg ]: « Guardati da ogni fornicazione, e non ti permettere mai di compiere un crimine con una che non sia tua moglie ».

Dimostrazione:

Come si è visto a suo tempo [ I-II, q. 88, a. 2 ], sono peccati mortali nel loro genere quegli atti che spezzano il vincolo di amicizia con Dio o tra gli uomini: essi infatti sono incompatibili con i due precetti di quella carità che è la vita dell'anima.

Togliendo quindi il rapporto sessuale fornicario il doveroso ordinamento che i genitori hanno verso la prole, il quale è nell'intenzione della natura, non c'è dubbio che la semplice fornicazione è per se stessa un peccato mortale, anche se non esistesse alcuna legge scritta.

Analisi delle obiezioni:

1. Spesso degli uomini che non evitano dei peccati mortali, evitano dei peccati veniali verso cui non sentono una propensione troppo forte.

E così anche Giuda evitò la bugia senza evitare la fornicazione.

- Però nel caso si trattava di una bugia dannosa, poiché ne sarebbe seguita un'ingiustizia, se egli non avesse dato ciò che aveva promesso.

2. Il peccato mortale è così denominato non perché è punito con la pena della morte temporale, ma perché è punito con la pena eterna.

Perciò anche il furto, che come altre colpe è un peccato mortale, non sempre è punito dalla legge con la pena di morte.

E lo stesso avviene per la fornicazione.

3. Come non è peccato mortale qualsiasi moto di superbia, così non lo è nemmeno qualsiasi moto di lussuria: poiché i primi moti di lussuria e certe cose simili sono peccati veniali, come talora anche certi atti matrimoniali.

Tuttavia certi atti di lussuria sono peccati mortali, mentre alcuni moti di superbia sono peccati veniali: poiché nelle parole riferite di S. Gregorio si fa un confronto tra i vizi secondo il loro genere, non già rispetto ai singoli atti.

4. La circostanza più aggravante è quella che più si avvicina alla formalità specifica del peccato.

Sebbene quindi la fornicazione venga scusata per la gravità dell'incitamento, tuttavia per la materia su cui verte ha una gravità maggiore del mangiare disordinato: poiché ha per oggetto realtà che sono ordinate a stringere i legami della società umana.

Perciò l'argomento non regge.

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