Rapporti con l'Unione

I. L'Unione

Lo stato della questione

A. Fratel Teodoreto ebbe un'idea originale a Lembecq, e cioè, assicurare la perseveranza dei giovani nostri allievi per mezzo della generosità cristiana, e più precisamente per la pietà e il buon esempio, ma oltre i confini degli anni scolastici: nell'intera vita.

Quel nocciolo si arricchì successivamente di certe convergenze:

- Fr. Teodoreto, da Fratello Lasalliano, pensò a plasmare questa generosità cristiana nell'apostolato della catechesi: man mano questo è diventato rilevante e in certo senso caratteristico.

- Fra Leopoldo, per vaglio di Fr. Teodoreto, trasmise ai Catechisti una divozione rinnovata, quella del Crocifisso; anzi, una pratica concreta, l'Adorazione delle Sante Piaghe.

( Ancora di più: l'una e l'altra - difficili da separare in Fra leopoldo son state commesse ai Fratelli stessi, e fino a un certo punto, ufficialmente accettate ).

- Il Card. Gamba, per una sua opportuna intervenzione, diede all'Unione una spinta verso l'Istituto secolare.

Quella consacrazione "religiosa" nel mondo era già stata intravista da Fr. Teodoreto almeno sin dal 1925.

Dobbiamo dunque considerare per primo quest'Istituto Secolare.

Inaugurata l'Unione il 17 maggio 1914 da Pia Unione canonicamente eretta, e convertita in Istituto secolare di diritto diocesano per decreto del 24 giugno 1948, è ancora quest'oggi ridotta in effettivi, giacché i membri congregati non oltrepassano la trentina.

Orbene, siccome il fatto di essere Istituto Secolare ( oggi tanto moderno ) di essere catechisti o educatori ( oggi tanto necessario ) di essere in intimo rapporto coi Fratelli ( oggi Istituto universale ) porterebbe da sé verso una diffusione molto più larga, c'è da chiedersi sinceramente:

su i capisaldi dell'Unione stessa, per vedere se là c'è qualche cosa che comporta un ostacolo imprevedibile o sconosciuto a questa diffusione o sviluppo;

sul poco interessamento e poca conoscenza da parte dei Fratelli, e sul perchè di questa situazione.

B. L'Unione è nata in un momento storico, in un tempo, in un luogo, da un Fondatore tale, concreto.

Per fortuna, ma anche per sfortuna, l'opera subisce il loro marchio, e lavorano insieme la grazia e il carisma del Fondatore, con le limitazioni di quell"Insieme storico.

Se l'Unione vuol essere universale deve esser pronta a varcare quella cerchia di tempo luogo persone, dentro della fedeltà al Vangelo, e alle intenzioni specifiche del Fondatore ( Perf. Car., 2 ) e nella misura in cui sia necessario al "decollo".

Ho parlato di fedeltà.

Infatti, questo suggerimento a varcare una soglia storica, è tutt'altro che un invito all'infedeltà.

Ma devo chiarire ( leggendo la Dichiarazione del Capitolo Generale sul Fratello delle Scuole Cristiane, ai nn. 5-6-7 ), che - Ciò che conta nel Fondatore non sono i suoi gesti materiali, neanche i suoi gusti o divozioni personali, a titolo individuale.

Lui aveva la sua psicologia, intrasferibile, italiana, piemontese, di quell'epoca … - ciò che conta è il suo carisma di Fondatore.

Si deve dunque esaminare oggettivamente la vita, l'opera, il pensiero "come Fondatore", di Fratel Teodoreto.

Non possiamo aspettarci che Fr. Teodoreto, al suo tempo -preconciliare - abbia già apportato una risposta a tutti i nostri problemi di oggi e a tutte le nostre domande.

La sua psicologia individuale è morta con lui; e invece il carisma di Fondatore non è scomparso con lui.

È la comunità viva dei suoi figli, depositari oggi del suo ideale apostolico e di consacrazione, il possidente di quel carisma.

È da uomini vivi e consapevoli che questi catechisti di oggi debbono chiedersi nella preghiera e nella vivenza profonda della loro esistenza stessa cosa fare oggi, qui o altrove, per mantenersi fedeli allo spirito del Fondatore, alle sue intenzioni specifiche.

Se un idea - apparentemente nuova - nascesse nell'ambito dell'Unione, prima di affermare se sia o no nella via della fedeltà, ci si dovrebbe sentire il parere dell'Unione intera, particolarmente dell'Assemblea Generale, dove i ragionamenti e le preghiere possono palesare una nuova strada, anche di apparenza rivoluzionaria, che se ottenesse l'appoggio della stragrande maggioranza, dovrebbe esser considerata frutto di quel carisma che continua vivo tra i Catechisti e in essi stessi.

Dobbiamo però ricordare che agli inizi - perchè ci troviamo ancora agli inizi - le luci più chiare sull'andamento dell'Unione e sul suo futuro vengono normalmente dai membri che vi hanno vissuto più a lungo, ad ancora di più da parte di quelli che condivisero col Fondatore i primi lavori, i travagli e le difficoltà della difficile gestazione dell'Unione.

( Così come anche nella Chiesa i Padri Apostolici, ed anche i sub apostolici, godono di una autorità più grande ed indiscussa, perchè più vicini alle sorgenti ).

Sinceramente però, devo dire che nell'ultima Assemblea Generale si direbbe che le decisioni sono state prese sempre all'unanimità e questo mi fa pensare ad un'assenza di pensiero individuale che potrebbe significare diminuzione nell'attività del carisma.

Certe deliberazioni infatti, come quelle di pagina 18 ( 2° ), e 19 ( 3° ) oppure 25 ( sempre citando la circolare n° 4 ) non sembrano proprie di un Capitolo Generale, ma piuttosto di un Congresso catechistico o cosa simile.

Non sarebbe buono che ogni assemblea continuasse per la stessa strada, aggiungendo preghiere di regolamento o Patroni all'Unione.

Ad ogni modo - parlo sempre da spettatore oggettivo, che pensa a tutti i Fratelli - quelle pagine fanno pensare a un'Unione troppo diocesana; certo che lo è; ma io voglio dire non abbastanza aperta verso un futuro universale.

A questo proposito voglio ricordare l'esempio caratteristico dei PP. Redentoristi.

Sembra che per Sant'Alfonso l'opera non sarebbe mai andata oltre i confini italiani, o addirittura campani, e ci si è voluto San Clemente Maria Hofbauer per farne un Istituto veramente universale.

E questo santo, oltre che santo, è stato il più fedele al Fondatore, anche se sembrasse rivoluzionario …

( È forse il momento di dire che la decisione dell'Assemblea del 1966 sulla sede centrale a Torino ( p. 48 ), se mi sembra normale per l'espressione 'in modo stabile" ( anche se lo trovo assolutamente innecessario ), non mi sembra affatto normale per quel che dice di 'in modo definitivo'.

E le ragioni che lo giustificano sembrano piuttosto sentimentali, e persino sintomi di un serrato schieramento contro ogni decollo ).

Presentazione dell'Unione ai Fratelli, e da essi agli altri

I Catechisti di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata sono:

A) Dei consacrati nel mondo ( proprio degli Istituti secolari )

Non sono canonicamente religiosi

Possono essere, sia Congregati ( vincolati coi voti di religione, e particolarmente del celibato: membri senso pieno ) sia Associati ( uniti da legami speciali, ma normalmente vivendo in matrimonio: membri senso largo ).

B) Con una certa vita comune, ma ben diversa da quella dei religiosi.

Normalmente stanno a casa loro, ma per l'apostolato uniscono comunitariamente i loro sforzi fino a una certa misura, in vista all'aiuto vicendevole.

L'Assemblea 1966 ha pensato seriamente ai Convitti, p. 46.

Le attività private dei Catechisti non vengono sostenute dall'Unione.

C) Con una spiritualità particolare e caratteristica: quella della divozione a Gesù Crocifisso.

Persino la riparazione ( uniti a Maria ) appartiene esplicitamente alla loro vocazione ( Regole 9, 79, 80, 202 ).

( Di questo ne parleremo a lungo più tardi ).

D) Con un apostolato specifico.

Ma qui risiede una difficoltà, al mio parere:

1) Si presenta spesso come finalità dell'Unione quella che é comune a tutti gli Istituti secolari:

- testimonio della vita cristiana generosa

- consecratio mundi, nel proprio mestiere, impiego, posto, casa, ambiente … ( Questo aspetto dovrebbe esprimersi soltanto in genere, parlando di tutti gli Istituti secolari.

Ma nel parlare di uno di essi, ciò che si deve sottolineare è la sua finalità apostolica specifica.

Altrimenti:

- o lì dove esiste, qualunque persona può aderirvi, anche quelle che mai potranno votarsi al suo apostolato specifico; e con questo si disperdono le forze e scompare la faccia concreta dell'Istituto,

- o lì dove non esiste, chi si sente chiamato alla vita come consacrato a Dio nel mondo, tralascierà quell'Istituto così generico per andare ad un altro, nel quale l'apostolato specifico è primo e chiaro ).

2) Ora, per l'Unione questo apostolato specifico esiste:

- Viene espresso come: catechistico e sociale ( Regole, 1 ).

E doppio o no? Qui il dott. Conti è molto chiaro, particolarmente nelle sue conferenze a Barcellona oppure nell'Assemblea Generale, migliorando, io direi, fors'anche le Regole, "Il loro compito sociale è anzitutto di natura educativa".

"L'Apostolato sociale dei Catechisti non tende direttamente a modificare o trasformare le strutture o gli strumenti della politica".

"La scuola è dunque come il centro del loro apostolato sociale".

Tutto però non è tanto chiaro negli scritti: Circolare sull'Assemblea, p. 32,6.

Lo è nella vita? Voglio pensare di sì.

E mi rassicura quando leggo ( Assemblea, p. 37,1° ): "La collaborazione alla scuola cristiana è la sintesi caratteristica e fondamentale dell'apstolato catechistico e sociale della Unione".

- La Regola dice: "e più specialmente quelle opere che consentono la diffusione e difesa della verità e la cristiana educazione della gioventù" ( 81 ).

Ma, giunti qui, devo sinceramente manifestare le mie impressioni:

- a. Le Regole, considerate nel loro insieme, non solo nel capo X, danno un'importanza direi ridotta all'apostolato diretto, sia catechistico che sociale.

E fanno pensar ad una Pia Unione, piuttosto che ad un Istituto secolare di consacrati per sempre ad un apostolato ( forse è valido però per i soli associati ).

C'è poi da considerarsi il modo di fare l'apostolato che è quanto mai confuso, e comunque non troppo specifico.

Mi permetto di citare:

- Regola, 15: "La loro civile professione" è diversa dal loro apostolato catechistico; si tratta dunque del testimonio cristiano.

- Regola, 51: "ciò che rimane delle loro rendite e del frutto del loro lavoro …"

- Regola, 82,3°: "occupano i giorni festivi e tutto il tempo che loro rimane … nelle opere di apostolato".

( Ripeto, che se si trattasse degli Associati sarebbe facile a capire; ma per essi c'è il n° 208 ).

- Assemblea 1966; pag. 37,4°: orientare ciascun catechista nella scelta della attività professionale verso quelle occupazioni che offrano possibilità. .. nel senso dell'apostolato dell'Unione". ( Si tratta di una svolta? di un nuovo indirizzo? )

Id. Ibid, p. 38: "L'attività professionale deve considerarsi come una caratteristica espressione della consacrazione e dell'apostolato dei catechisti". ( E qui si torna da capo? )

b. Gli scritti trasmessi da Fr. Teodoreto ( nel citare gli scritti di Fra Leopoldo ) si parla molto di una spiritualità di contemplativo ( lui lo era almeno nella pratica: portineria e preghiera ): ma non corrispondono a delle anime consacrate nell'apostolato attivo.

Vi si insiste sulla vita di orazione ( senza vedere in essa una connessione chiara con l'apostolato ); di riparazione, con un'alta importanza; di diffusione di una pratica di divozione.

Per esempio si lega questo testo citato tre volte da Fratel Teodoreto: "L'Ordine che verrà sarà fondato sulla pietà, l'assistenza mutua ( ? ), e l'umiltà, sull'attività ( ? ), la modestia ed una grande carità fraterna" 29-8-1908; pag. 249 dell'edizione francese; ho dovuto tradurre! ).

Tutto questo fa pensare, sia ad un momento di evoluzione che il Fondatore non riuscì o non potè portare a fine, sia ad un tipo di unione che non è prevalentemente votata all'apostolato attivo, bensì prevalentemente a quello del testimonio: preghiera, riparazione, buon esempio, perseveranza, occasionalmente con qualche mezzo attivo intervenzione in favore della "salvezza del prossimo …"

c. D'altra parte abbiamo una realtà ( sempre più avvincente che ogni parola ) le opere dell'Unione:

Casa di Carità

Catechesi sotto tante specie

Messa del povero le domeniche

Aiuto alla scuola, vario, anche se piccolo

Esercizi spirituali di giovani …

E la domanda finale di chi cerca è questa:

- Si tratta o meno di un vero Istituto "apostolico", oppure cerca sopratutto il "testimonio" in mezzo al mondo?

- Se è apostolico, quale è, strettamente parlando, il suo apostolato specifico, prevalente, predominante?

3) Rispondo da me, così come io lo vedrei ( in questo caso credo che il dott. Conti è d'accordo ma riconosco che se la mia risposta è esatta, ci vorrebbe un'altra redazione delle Regole! )

- L'Istituto è apostolico ( attivo! )

Il suo apostolato specifico dovrebbe essere l'educazione cristiana ( meglio che la catechesi; e per questo sarebbe buono leggere la Dichiarazione capitolare sul Fratello, ai numeri 35-38 e 42 ).

Ragioni:

1. Lo dice quel capitolo X delle Regole

2. Lo indica già il loro primo nome ( Unione dei Catechisti )

3. Lo suggerisce il fatto di essere nati da un Fratello delle Scuole Cristiane, nell'ambito della scuola cristiana.

4. Lo proclama la loro principale opera ( provvidenziale! ): Casa di carità, strettamente ( e egregiamente ) educativa.

5. Lo ribadisce la loro opera o attività apostolica più frequente oggi.

6. Lo ricordano i Catechisti nella formula ( d'altronde un po' strana ) della loro professione: vocazione all'apostolato catechistico!

7. Si ricordi quella condizione 'unica' per diventare catechista effettivo ( Regole, 191, 2° ): diploma di catechista e disposizioni!

8. E anche quell'anno di esercizio prima del noviziato ( Regole, 23 ).

9. E lo hanno ricordato loro nelle decisioni della loro Assemblea Generale del 1966: 'il campo fondamentale del loro apostolato sociale e catechistico' ( pag. 39,3 ): la scuola cristiana ( pag. 37,1 ).

- Il loro unico impiego, la loro professione civile normale ( parlo dei Congregati ), quella dalla quale vivono loro e la loro famiglia, sarebbe quella di educatore.

Sempre ci saranno delle eccezioni.

4) In questo sforzo per veder chiaro, credo che il dott. Conti non condivida il mio pensiero in due o tre cosette.

- a) Che la Casa di Carità sia un'opera caratteristica dell'Unione.

Lui considera piuttosto che loro ci sono perchè i Fratelli non hanno saputo conservare una "Casa di carità".

Ho visto poi che l'Assemblea Generale ha pensato a passare l'opera ai Fratelli ( pag. 42, 43 ).

Io mi chiedo, però, se non è da considerarsi questo fatto come rivelatore della volontà di Dio, come provvidenziale, proprio per indicar loro la strada definitiva e caratteristica, anche se non prendono dei centri di educazione così comunitariamente dopo di questo qua.

I frutti che lì si raccolgono per il bene spirituale di quei giovani e della società, e l'assistenza costante e miracolosa della Divina Provvidenza, non ci dovrebbe far pensare così?

- b) Che un posto caratteristico per i catechisti siano le scuole statali, lì dove i Fratelli o i religiosi in genere non possono arrivare, specialmente nei paesi - ogni giorno più numerosi - di spiccata neutralità o anticlericalismo.

Lui dice che preferisce l'aiuto alla scuola cristiana, a fianco dei Fratelli, per fedeltà e ringraziamento alla loro origine, per preparare la élite del popolo di Dio … senza escludere la scuola di stato, ove di fatto ci sono oggi uno o due Congregati.

c) Credo che ci sia ancora un altro particolare.

Quel centrare lo sforzo specie adesso che sono pochi, su di un apostolato più concreto che avvicinerebbe tutti i catechisti, e che io considero necessario, a lui non sembra così conveniente né ottimo.

Preferisce il lavoro così com'è, ognuno al suo posto e nel suo ambiente, riuniti forse le domeniche in altri sforzi catechistici comuni.

Ho dovuto scrivere questo perchè credo che ci sono tanti Fratelli che non muoveranno un dito mentre non si possa rispondere schiettamente a queste cose.

Anzi, ritengo che mentre tutto non sia nitido sull'apostolato specifico dell'Unione, non sarebbe ancora giunto il momento favorevole per presentarla ai Fratelli.

Dei quattro elementi ( A. B. C. D. ) sù esposti ( chiarito per me questo ultimo, anche se non nell'unanimità … ), ci sarebbe soltanto una altra difficoltà ed è il terzo: quella spiritualità particolare.

Per molti Fratelli son certo che creerà delle difficoltà, specie se va congiunto alla recita dell'Adorazione.

Su questo tornerò subito dopo certe osservazioni generali o particolari in merito all'Istituto.

Osservazioni

1. Gli associati

Anche se membri veri, per forza debbono esserlo in senso più largo, così come parla la Provida Mater, e vengono considerati nella Regola.

Solo volontari, spinti dal desiderio di amare Dio e di farlo amare, dunque non si deve far troppo difficile l'aderire all'Unione.

Promesse di castità, di austerità, di ubbidienza ( salvi i doveri e i diritti della vita familiare e professionale, e solo dentro dei temi rispondenti ai fini dell'Istituto ).

Sforzo permanente per rinvigorire la propria formazione cristiana e apostolica.

Certi esercizi di pietà, molto personali, perchè ci sia più la convinzione e la responsabilità che non l'obbligo materiale.

Contatti periodici coi superiori ( rendiconto o altra cosa ).

2. I rami

Si parla della possibilità di avere tre rami, che sarebbero come tre Istituti, uniti solo per la Regola, lo spirito, e il Fondatore, ma non gli stessi superiori o gli stessi beni materiali, ecc. il primo, maschile, di laici, come adesso il secondo, femminile, parallelo al primo il terzo, sacerdotale, che si trova in fase iniziale.

Non ho niente da suggerire, né meno ancora da opporre.

Ma vedo il problema che quest'ultimo ramo potrebbe impostarsi sotto due modi:

- o un Istituto indipendente dagli altri due,

- oppure, un gruppo di servizio agli altri due, ma integrato nel primo, senza diventare indipendente.

Non saprei giudicare.

Trovo il primo perù forse più schietto, e che sopprime dei problemi che certamente sorgerebbero nel secondo stile.

Sono i Catechisti che debbono pensarci su.

3. La 'lasallianità' dell'Istituto maturo maggiorenne

È un fatto che l'Unione è nata da un Fratello - e che essa è ispirata all'ideale apostolico di S. Giov. B. de La Salle

A - dunque, ci sarà sempre una finalità molto vicina, sia per andare là ove i Fratelli non possono andarvi ( come la penso io ), sia per aiutare anche preferentemente la stessa scuola cristiana ( come vede il dott. Conti ).

Per tutte queste ragioni di avvicinamento, ci deve essere e ci sarà sempre simpatia e aiuto vicendevole tra i due Istituti.

Io direi che la lasallianità non dovrebbe andare oltre: le vocazioni debbono venire da ogni parte, non soltanto dal mondo lasalliano?

- il ramo ( ? ) sacerdotale potrebbe rendere un giorno innecessario il Fratello delle Scuole Cristiane assessore generale.

- il vederlo troppo 'lasalliano' può ritrarre non pochi dall'avvicinarsi.

- oppure, non sarebbe da escludersi che ogni Istituto di Fratelli-educatori pensi a creare il "suo" Istituto secolare.

Là dove c'è qualche rapporto di dipendenza, anche se solo spirituale, ( almeno trattandosi di suore ) si ha l'impressione che esse siano sempre minorenni.

L'Istituto delle Suore Oblate Lasalliane ( fondate da un Fratello ) per il nostro servizio ( ! ), sono interamente indipendenti.

- A questo punto il dott. Conti rigetta questa opinione.

Il Fratello Assessore Generale è necessario e lo sarà sempre, perchè è il miglior modo di collegarsi alle origini.

Non è da sopravalutarsi il suo ruolo, ma è insostituibile.

Quanto ai rapporti, lui afferma che non c'è nessuna dipendenza, ma un semplice collegamento spirituale, ispirato dalla divozione a Fratel Teodoreto e al suo volere; e lo considera nuovo, senza paragone con altri.

- Io continuo a mantenere il mio parere, e anche se un erto collegamento spirituale ci può essere ( i Congregati sono Affiliati; si trasmetteranno i libri, gli studi, le decisioni capitolari … ), ma che l'assenza di un Assessore Fratello significherà la vera maturità deldell'Unione.

4. I nostri allievi apostolici nelle scuole del mondo

L'Unione vorrebbe che venissero tutti incorniciati nella sezione giovanile dell'Unione.

L'esperienza, dicono, prova che è l'unica forma che può assicurare la continuità attraverso tutti gli anni scolastici e oltre la scuola, senza far ombra alle parrocchie, anzi senza staccarsene.

È poi l'organizzazione che ha dato più vocazioni.

E in fine, che inconveniente c'è?

- Io penso che veramente quel piano è possibile in astratto.

Anzi che non c'è nessun inconveniente.

Ma per molti non piacerà, e queste son cose che non si possono imporre.

Vedo però che i Catechisti ci contano tanto, sia per il loro sviluppo che per la perseveranza dei ragazzi. ( Cf. Assemblea Generale, pag. 39, 2° 3° e la Circolare nostra n° 328 a pagina 21/22 lo raccomanda.

E per questo che ancora l'Assemblea dei Catechisti lo augura, a pag. citata ).

- D'altronde però, penso che non sia necessario, sinceramente.

L'esperienza fa vedere che a seconda delle nazioni certe forme apostoliche vengono preferite ad altre ( così come succede per lo sviluppo di certi movimenti come "Mondo Migliore", "Cursillos de Cristiandad", "Legione di Maria"… ).

Ciò che interessa è sviluppare nei ragazzi il senso apostolico sia nell'apostolato catechistico sia in altre forme pariscolastiche, e di aumentare in essi la capacità di essere apostoli efficienti.

Perciò penso che ogni regione deve cercare la sua formola propria.

Tra questi ragazzi apostolici, quelli che si sentiranno specialmente chiamati da Dio a una consacrazione a vita al servizio del Signore nell'apostolato secolare ( vocazione che i Fratelli faranno loro intravedere ), verranno invitati dai Fratelli ad avvicinarsi all'Unione, sia come Congregati sia come Associati, sia anche prima come membri di una Sezione giovanile …

5. Il nome ufficiale dell'Unione

So che per rispetto ed altre ragioni che vengono considerate addirittura come manifestazioni di fedeltà, non lo si vuol cambiare.

Bene. Diciamo però che per i Fratelli, può sembrare oggettivamente lungo, poco moderno, e che riduce forse il vero programma dell'Unione.

Infatti la parola "catechisti", almeno se tradotta letteralmente, ha bisogno di chiarimenti, se il vero fine apostolico dell'Unione è quello che abbiamo delineato prima.

"Educatori cristiani" abbraccia "catechisti", ma non viceversa.

Poi, di fronte a stati meno cattolici, o addirittura anticlerícali, un titolo così "pio", potrebbe danneggiare inutilmente i rapporti, o i primi avvicinamenti.

Suggerisco dunque che, conservando lo stesso nome come ufficiale, si cerchi un altro, brevissimo, apparentemente filantropico, che possa servire alla vita pratica, chiarendo d'altra parte la propria finalità.

Il vero e ufficiale si potrebbe mettere sempre come sottotitolo.

Per esempio: Alleanza di Educatori Istituto Secolare dei Catechisti di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata

Così capita con l'Opus Dei ( "Società Sacerdotale della Santa Croce e Opus Dei" ) e con tanti altri, come gli Scolopi ( nome vulgare ), o Padri delle Scuole Pie ( nome corrente e non più volgare ) anche se il loro nome ufficiale sia "Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio per le Scuole Pie".

Diciamo pure che nella pratica tutti diciamo adesso "Unione Catechisti" e basta.

Indice