La città di Dio

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Libro XXI

Sommario

1. Si sceglie un ordine nella esposizione, in cui prima si deve trattare del perenne tormento dei dannati con il diavolo, poi dell'eterna felicità dei santi.

2. C'è il problema se i corpi possono rimanere per sempre a bruciare nel fuoco.

3. Si esamina se l'estinzione della carne segua necessariamente al dolore del corpo.

4. L'attenzione ad alcuni fenomeni naturali insegna che i corpi viventi possono sopravvivere fra i tormenti.

5. Sono molti i fenomeni di cui non si dà spiegazione e tuttavia non v'è dubbio che siano veri.

6. Non tutti i fenomeni che destano meraviglia sono naturali, ma molti hanno avuto una nuova forma dall'ingegno, molti sono stati congegnati dall'artificio dei demoni.

7. Nelle cose che destano stupore il più sicuro criterio del credere è l'onnipotenza del Creatore.

8. Non è contro natura il fatto che in un essere, di cui si è conosciuta la natura, qualcosa comincia ad essere diverso da come è stato conosciuto.

9. La geenna e qualità delle pene eterne.

10. Si chiede se il fuoco della geenna, qualora sia fisico, possa bruciare con la propria azione gli spiriti del male, cioè i demoni che sono senza corpo.

11. Si chiede se un criterio di giustizia esiga che il tempo delle pene non sia più lungo di quello delle colpe.

12. Grande fu la prima trasgressione, per cui si deve la pena eterna a tutti coloro che siano fuori della grazia del Salvatore.

13. Si ribatte l'opinione di coloro i quali pensano che dopo la morte i tormenti per i peccatori sono adibiti alla purificazione.

14. Vi sono pene temporali di questa vita, alle quali è soggetta l'umana contingenza.

15. Ogni soccorso della grazia di Dio, che ci libera dalla caduta dell'antico peccato, appartiene alla novità del mondo futuro.

16. Vi sono disposizioni della grazia in cui rientrano tutte le età dei rigenerati.

17. Alcuni pensano che le pene di tutti gli uomini non saranno eterne.

18. Alcuni pensano che nel giudizio finale per le intercessioni dei santi nessun uomo sarà condannato.

19. Altri assicurano anche agli eretici l'impunità da tutti i peccati per la comunione al corpo di Cristo.

20. Altri promettono il perdono non a tutti, ma soltanto a coloro che sono stati battezzati come cattolici, anche se in seguito sono caduti in molti peccati ed errori.

21. Alcuni suppongono che per lo meno sul fondamento della fede saranno salvati coloro che rimangono nella fede cattolica, anche se vivono molto male e perciò meriterebbero il fuoco.

22. Altri pensano che le colpe, commischiate alle opere di misericordia, non saranno destinate al giudizio di condanna.

23. Si confuta l'opinione di coloro, i quali dicono che non saranno eterni i tormenti dei diavoli e degli uomini cattivi.

24. Si ribatte il pensiero di coloro i quali pensano che per le preghiere dei santi vi sarà il perdono per tutti i reprobi.

25. Si esamina se coloro, che sono stati battezzati nell'eresia e poi sono diventati peggiori vivendo male e quelli che, battezzati come cattolici, sono passati all'eresia o allo scisma e quelli che pur non abiurando il cattolicesimo, in cui sono stati rigenerati, hanno continuato a vivere nel peccato, possono col favore dei sacramenti sperare la liberazione dall'eterno tormento.

26. Che significa avere il Cristo nel fondamento e a chi è assicurata la salvezza quasi attraverso la bruciatura del fuoco.

27. Si ribatte la convinzione di coloro, i quali pensano che loro non nuoceranno i peccati nei quali hanno persistito, se hanno compiuto opere di misericordia.

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