Polemica con Massimino

Libro I

Premessa

Replicando con la risposta dovuta alla dissertazione di Massimino, vescovo degli Ariani, la cui prolissità ha occupato lo spazio di un giorno, durante il quale noi presenti discorrevamo, devo assolutamente rivolgermi proprio a lui, sia che pensi ancora che mentre legge deve confutare, sia che, grazie all'azione mirabile del Signore nel suo cuore, acconsenta alla verità manifesta.

O ariano, perché ti è sembrato opportuno dire tante cose senza dir nulla sul tema di cui discutiamo, come se poter rispondere sia la stessa cosa di non poter tacere?

Prima pertanto dimostrerò che tu non hai potuto confutare quello che ho detto: poi, a mia volta, confuterò, per quanto sarà necessario, quello che hai detto tu stesso.

1 - Sui due dèi

Per quanto concerne ciò che tu stesso hai detto sui due dèi, rispondendo alle tue parole, quando hai affermato che da voi è venerato un solo Dio, io ho obiettato: Ne consegue che o non venerate Cristo, o non venerate un solo Dio, ma due.

A questo tu hai tentato di rispondere; in verità hai parlato molto, sostenendo che venerate anche Cristo come Dio, ma sebbene tu non abbia negato che da voi sono venerati due dèi, tuttavia non hai osato confessarlo.

Infatti ti sei accorto che le orecchie cristiane non possono sopportare che vengano venerati due dèi.

O quanto rapidamente ti correggeresti, se avessi paura di credere quello che hai avuto paura di dire!

Poiché infatti l'Apostolo grida: Con il cuore si crede per ottenere la giustizia, con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza, ( Rm 10,10 ) se pensi che quello che credi vada bene per il conseguimento della giustizia, perché non lo confessi anche con la bocca per raggiungere la salvezza?

Se invece per raggiungere la salvezza è meglio non confessare che devono essere venerati due dèi, senza dubbio non va bene crederlo per ottenere la giustizia.

Dunque, tu, che non vuoi che con una confessione del genere la tua bocca venga ritenuta colpevole, perché non purifichi il tuo cuore da tale credenza?

Osserva la fede giusta con la Cattolica, non vergognarti di correggere quella sbagliata.

Tieni per valido con la Cattolica che, in vero, il Padre non è il Figlio, e il Figlio non è il Padre; che Dio è il Padre, Dio è il Figlio.

Nondimeno, entrambi contemporaneamente non sono due dèi, ma uno solo.

In questo modo soltanto avverrà che tu adori il Padre ed il Figlio, senza dire tuttavia che devono essere adorati due dèi, ma uno solo, affinché la tua coscienza non sia afflitta dal peccato di empietà, quando nelle tue orecchie risuoneranno le parole divine: Nessun Dio, se non uno solo; ( 1 Cor 8,4 ) e: Ascolta Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo; ( Dt 6,4 ) e quando senti: Adorerai il Signore Dio tuo e lui solo servirai, ( Dt 6,13 ) puoi star sicuro che non solo al Padre ma anche al Figlio si presta il culto che si deve tributare all'unico Dio.

Ricorda dunque che tu non hai risposto a quello che ti ho rinfacciato, ossia che da voi non è adorato un solo Dio, ma due.

2 - Sui contagi umani

In secondo luogo, ho discusso con te sulle tue parole, quando avevi detto che: Dio Padre non si era abbassato ai contagi umani, come se Cristo li avesse sopportati, nell'assumere la carne.

E ti ho avvisato in che modo di solito si interpreta il " contagio ", ossia in relazione a qualche colpa, mentre sappiamo che Cristo è immune da ogni tipo di colpa.

Non hai potuto rispondere neppure a questo.

Ed anche le prove divine, che da te sono state ricordate, non ti hanno potuto aiutare per niente: con esse, infatti, non hai potuto provare che Cristo è stato toccato dal contagio umano.

E infatti leggi più attentamente le parole dell'Apostolo che hai ricordato: Poiché Cristo pur non essendo un peccatore, Dio lo trattò da peccato in nome nostro, e non pensare di esserti imbattuto a caso in un codice errato o che il traduttore latino abbia sbagliato; osserva il greco, e troverai non che Cristo aveva peccato per noi, ma che lo stesso Cristo è stato reso peccato da Dio Padre, cioè sacrificio per il peccato.

Dice infatti l'Apostolo: Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio: colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nome nostro. ( 2 Cor 5,20-21 )

Dunque non commise peccato di per sé, ma Dio lo trattò da peccato in nome nostro, cioè, come ho detto, come sacrificio per il peccato.

Se infatti ripensi o rileggi, nei libri dell'Antico Testamento troverai che vengono chiamati peccati i sacrifici per i peccati.

Anche la somiglianza della carne del peccato, nella quale venne a noi, è detta peccato: Dio - dice -, mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, ha condannato il peccato nella carne; ( Rm 8,3 ) cioè nella somiglianza della carne del peccato, che era la sua, condannò il peccato nella carne del peccato, che è la nostra.

Per questo, anche di lui si dice: Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora, invece, per il fatto che egli vive, vive per Dio. ( Rm 6,10 )

Infatti, morì al peccato una volta per tutte, poiché morì nella somiglianza della carne del peccato, quando con la morte si liberò della carne; affinché sancisse, attraverso questo mistero, che quelli che sono battezzati nella sua morte muoiono al peccato per vivere con Dio.

Allo stesso modo, anche per mezzo della croce divenne maledetto per noi. ( Gal 3,13 )

Poiché, pendendo sul legno, sospende sul legno la morte, che era venuta dalla maledizione di Dio; e così il nostro uomo vecchio è stato crocifisso nello stesso tempo, ( Rm 6,6 ) perché non si intenda in modo sbagliato quello che è stato detto dalla Legge: Maledetto chiunque pende sul legno. ( Dt 21,23 )

Perché maledetto, se non perché terra sei, e nella terra ritornerai? ( Gen 3,19 )

E perché tutti, se non perché anche lo stesso Cristo, pur essendo vita, morì tuttavia di morte vera, non finta?

Se intendi questi misteri, nello stesso tempo intendi che non sono contagi.

Ma che cosa ci importa se, parlando a modo tuo, hai voluto chiamare contagio il contatto con i mortali, mentre sei d'accordo con noi che il Signore Gesù non ha avuto nessun peccato né nello spirito né nella carne?

3 - Sul Dio invisibile

In terzo luogo, trattando del Dio invisibile, ti ho esortato affinché tu credessi che invisibile è non solo il Padre ma anche il Figlio secondo la divinità, non secondo la carne; che in questa egli sia apparso visibile ai mortali, chi potrebbe infatti negarlo?

Di ciò ho trattato successivamente anche in un altro capitolo.

Tu, d'altra parte, sottomettendoti alla verità oltremodo manifesta, hai acconsentito che il Figlio è invisibile e, per questo, hai distrutto ciò che avevi detto, ossia che solo il Padre è invisibile.

D'altra parte, tuttavia, sono turbato dal tuo consenso: sebbene, infatti, hai riconosciuto che anche il Figlio è invisibile, hai osato dire che le cose più piccole sono viste da quelle più grandi, ma le cose più grandi non possono essere viste da quelle più piccole, affermando che gli Angeli sono visti dagli Arcangeli, le anime dagli Angeli, ma gli Angeli non sono visti dalle anime.

Perciò, asserendo che anche Cristo, secondo la sostanza della sua divinità, non è visto non solo dagli uomini ma neppure dalle potenze celesti, hai detto che solo il Padre è invisibile, perché non ha un superiore da cui possa essere visto.

Di' a noi, ti prego, quando gli Arcangeli ti hanno indicato che essi possono vedere gli Angeli, ma non possono essere visti dagli Angeli.

Per rivelazione degli Angeli sei venuto a sapere che essi possono vedere le anime, ma le anime non possono vedere loro?

Da chi hai sentito questo? Da chi lo hai appreso? Dove lo hai letto?

Non sarebbe meglio che tu rivolgessi l'animo ai libri divini, dove leggiamo che gli Angeli furono visti anche dagli uomini, quando vollero e in che modo vollero essere visti, in seguito all'ordine e al permesso del Creatore di tutte le cose?

Pur tuttavia, tu, che avevi detto che bisogna dire che solo il Padre è invisibile, perché non ha un ente a lui superiore da cui possa essere visto, hai confessato successivamente che è visibile al Figlio, presentando contro te stesso la testimonianza evangelica, dove lo stesso Figlio dice: Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. ( Gv 6,46 )

Perciò la verità ti vince in modo assai chiaro, ma tu, non volendo essere liberato dall'errore, non hai voluto essere vinto in modo salutare.

Infatti, pur avendo ricordato contro di te la testimonianza evangelica, in cui appare chiaro che il Padre è visto dal Figlio, dato che lo stesso Figlio afferma: Ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre, subito hai aggiunto di tuo: Ma lo vede come incomprensibile.

Nel frattempo hai perso ciò che avevi detto, ossia che solo il Padre è invisibile, perché non ha un superiore; perciò, vinto dalla verità, hai confessato che è visto da un inferiore.

Voi, infatti, ritenete che è inferiore il Figlio, dal quale, tuttavia, hai detto che il Padre è visto, costretto dalla testimonianza del Figlio.

Più avanti vedremo come, anche a proposito dell'incomprensibile, la verità ti vinca.

Ad ogni modo, la questione tra noi verteva non sul comprensibile e l'incomprensibile, ma sul visibile e l'invisibile; in tale questione vedi che sei stato vinto, se anche tu sei visibile a te stesso.

4 - Sul Dio immortale

In quarto luogo, ho trattato con te dell'immortalità di Dio applicata anche al Figlio.

Poiché le parole dell'Apostolo: Colui che solo possiede l'immortalità, ( 1 Tm 6,16 ) le hai volute intendere come se fossero state dette solo del Padre, mentre Paolo non ha detto ciò del Padre ma di Dio, che è Padre, Figlio e Spirito Santo.

Ho dimostrato quindi che anche il Figlio possiede l'immortalità secondo la sostanza della sua divinità.

Infatti, che fu mortale secondo la carne, chi potrebbe negarlo?

Tu, d'altra parte, costretto dalla evidente verità, volendo rispondermi su questo punto, hai confessato che anche Dio Figlio possiede l'immortalità.

Dunque, sei stato sconfitto in quello che sostenevi, ossia che l'Apostolo avesse detto che soltanto il Padre possiede l'immortalità.

Né ti liberi dai vincoli della verità dicendo: In verità il Figlio ha l'immortalità, ma la riceve dal Padre.

Non si chiede da dove l'abbia, ma se ce l'ha.

Tu, infatti, vuoi che ciò che è scritto si intenda riferito solo al Padre: Lui solo possiede l'immortalità. ( 1 Tm 6,16 )

Certamente, il Padre possiede l'immortalità senza riceverla da nessuno; anche il Figlio possiede l'immortalità ricevuta dal Padre; tuttavia sia il Padre che il Figlio possiedono l'immortalità.

Altrimenti, se il Figlio non la possiede, il Padre non l'ha data al Figlio, o il Figlio, dopo averla ricevuta, l'ha persa.

D'altra parte, il Padre l'ha data al Figlio, né il Figlio l'ha persa, né il Padre, donando, ha perso ciò che ha dato generando.

Dunque, sia il Padre che il Figlio possiedono l'immortalità, non il solo Padre.

Pertanto sei costretto ad ammettere che Colui che solo possiede l'immortalità non è detto del solo Padre, poiché ormai sei stato costretto ad ammettere che anche il Figlio possiede l'immortalità.

Questa, dunque, la possiede solo Dio, che non è solo Padre, ma è anche Figlio, ed entrambi con l'aggiunta dello Spirito Santo costituiscono un solo Dio.

Ma perché si dica che solo Dio possiede l'immortalità, dal momento che anche l'anima a suo modo è immortale, così come lo sono altre creature spirituali e celesti, lo vedremo in seguito.

Ora per noi basta che a quanto ho detto non hai potuto rispondere niente e che sei stato costretto ad ammettere che non solo il Padre, ma anche il Figlio possiede l'immortalità, per quanto l'abbia ricevuta dal Padre.

5 - In che senso il Padre sia più grande

In quinto luogo, ho dimostrato in che senso il Padre sia più grande del Figlio: non è più grande in quanto Dio, poiché il Figlio è coeterno al Padre, ma è più grande rispetto alla creatura umana che il Figlio ha assunto nel tempo.

Allora ho ricordato la testimonianza apostolica: Perché essendo di natura divina non considerò una rapina la sua uguaglianza con Dio. ( Fil 2,6 )

In effetti era uguale a Dio per natura non per rapina.

E rispondendo a ciò tu hai detto: Chi infatti nega che il Figlio è di natura divina?

Penso che abbiamo già spiegato a lungo chi sia Dio, chi il Signore, chi il Re.

E " perché non considerò una rapina la sua uguaglianza con Dio " questo ce lo insegnò l'apostolo Paolo, né noi diciamo che lui se ne appropriò indebitamente.

Queste tue parole non solo non dimostrano nulla contro di noi, ma sembrano essere a nostro favore.

Se infatti ammetti la natura divina, perché non ammetti apertamente che il Figlio di Dio è uguale a Dio?

Soprattutto ciò risulta chiaro dalle parole dell'Apostolo, quando dice: Non considerò una rapina la sua uguaglianza con Dio; non hai potuto trovare cosa rispondere in difesa della tua tesi.

E poiché non hai potuto negare che l'Apostolo abbia detto questo, hai affermato né noi diciamo che lui se ne appropriò indebitamente, come se non si appropriò indebitamente sia la stessa cosa che dire che egli non ebbe l'uguaglianza con Dio.

E così si è detto: Non considerò una rapina la sua uguaglianza con Dio, come se si dicesse: Non pensò che la uguaglianza con Dio dovesse essere presa indebitamente, per il fatto che essa era per lui qualcosa di estraneo.

Un usurpatore è infatti chi si appropria di una cosa d'altri.

Come se il Figlio, pur potendo, non volle appropriarsi di ciò.

E vedi con quanta stoltezza si intenda questo.

Dunque, comprendi che l'Apostolo disse: Non considerò una rapina la sua uguaglianza con Dio, perché non pensò che fosse qualcosa di estraneo ciò che gli apparteneva per nascita; e tuttavia, sebbene non abbia pensato che l'uguaglianza fosse estranea, ma sua, si umiliò, ( Fil 2,7 ) cercando però non il proprio interesse, ma il nostro.

E tu, dopo aver riconosciuto che è così, presta attenzione in che modo l'Apostolo sia arrivato a questo.

Esortando infatti i Cristiani all'umiltà della carità, ha detto: Ritenendo che gli altri siano superiori, non cerchi ciascuno il proprio interesse, ma anche quello degli altri.

Poi, per esortare, sull'esempio di Cristo, a cercare e ad attendere non il proprio interesse ma quello degli altri, ha detto: Ognuno di voi abbia gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù: il quale, pur essendo di natura divina - natura che era sua -, non considerò una rapina - cioè non considerò cosa estranea - la sua uguaglianza con Dio; tuttavia, cercando il nostro bene non il suo, si umiliò senza perdere la natura divina, ma assumendo la forma di servo. ( Fil 2,5-7 )

Non è infatti mutevole quella natura così che possa umiliarsi perdendo ciò che era suo, e assumendo ciò che non gli apparteneva; né distrusse quello che era suo, ma piuttosto prese su di sé quello che era nostro; e poi, nella forma di servo, obbedì come un uomo fino alla morte della croce.

Per la qual cosa anche Dio lo esaltò e gli donò il nome che era sopra ogni nome, ( Fil 2,8-9 ) eccetera.

All'uomo, quindi, donò queste cose, non a Dio.

E infatti, in quanto non era nella forma di Dio, non era eccelso, né davanti a lui si prostavano il cielo, la terra e gli inferi.

Ma quando si dice: Per questo lo esaltò, appare abbastanza chiaro perché lo esaltò, ossia per la sua obbedienza fino alla morte di croce.

Fu esaltata la stessa natura con la quale fu crocifisso, e a lui fu donato il nome che era sopra ogni nome, perché proprio con la forma di servo sia chiamato Figlio Unigenito di Dio.

Pertanto, non considerare diversa da Dio la forma di Dio, cosa che non si può affermare neppure tra gli uomini.

Infatti, quando si dice: Questo uomo è della forma di quell'uomo, tutti intendono che è uguale.

Forse non vuoi intendere ciò che è stato detto: Essendo della forma di Dio, in modo tale da ritenere il Figlio della forma di Dio Padre, per quanto non si volesse mostrare nient'altro che l'uguaglianza di entrambi; ritieni, invece, che l'espressione della forma di Dio debba essere intesa come riferita alla sua propria forma, perché egli è senz'altro Dio?

Se anche la pensi così, non mi preoccupo molto.

Poiché, infatti, i cambiamenti dell'età non rendono la pienezza della forma, ma il Figlio è nato perfetto per generazione divina, senza dubbio, se la forma del Figlio non è uguale alla forma del Padre, non è vero Figlio.

È scritto infatti: Affinché siamo nel suo vero Figlio Gesù Cristo. ( 1 Gv 5,20 )

Dunque, la forma del vero Figlio non può essere diversa dalla forma di Dio Padre.

Perciò, a questo punto della mia esposizione, quando con le parole dell'Apostolo ho dimostrato che il Figlio è uguale al Padre, non hai potuto rispondere nulla in difesa della vostra tesi.

6 - Sui veri figli degli animali

In sesto luogo, al fine di dimostrare che il Figlio è della medesima natura del Padre, ho contrapposto all'assurdità del vostro errore il parto degli animali, biasimando il vostro spirito che non ammette che il Figlio sia della medesima natura del Padre, sebbene non neghiate che sia vero Figlio.

Poiché Dio concesse agli animali di generare esseri ad essi uguali, per questo ho chiamato figlio non solo l'uomo figlio di un uomo, ma in vero anche il cane figlio del cane; e ciò non per somiglianza con la generazione divina, ma per confondere coloro che sminuiscono il Figlio di Dio, i quali, pur vedendo che le nature corruttibili e mortali abbiano un'unità di natura derivata dai loro genitori, non vogliono concedere al vero Figlio di Dio di avere dal Padre la partecipazione di un'unica natura, pur essendo inseparabile dal Padre, e incorruttibile ed eterno insieme al Padre.

Ho detto questo anche perché, secondo voi, la condizione umana è la migliore, in quanto in essa è concesso crescere, affinché i figli, con la crescita, possano raggiungere la forza dei genitori.

Il Figlio di Dio, invece, come sostenete ed insegnate, è stato generato inferiore rispetto al Padre, e così è rimasto in modo tale da non poter raggiungere la forma del Padre, né da poter crescere.

Sin a questo punto tu non hai risposto assolutamente nulla, affinché fosse chiaro da quale immenso carico di verità sei schiacciato; invece, come se respirando ti mancasse il fiato, hai ritenuto di dovermi rimproverare dicendo che un paragone tanto vergognoso relativo al figlio, sia di un uomo che di un cane, non avrebbe dovuto essere applicato ad una immensità tanto grande.

A questo si dovrebbe rispondere, o piuttosto mostrare la mancanza di replica?

Come se io avessi proposto questi esempi di nature terrene per mettere sullo stesso piano la corruttibilità e l'incorrutibilità, la mortalità e l'immortalità, le cose visibili e invisibili, le cose temporali e quelle eterne, e non piuttosto per convincere su cose piccole e infime voi, che sbagliate in cose grandi ed eccelse, e che non ritenete bene che il Creatore, sommamente buono, abbia concesso anche alle creature più meschine ed umili, per quanto siano molto diverse da quello che lui stesso è, la facoltà di generare esseri uguali a loro.

E non vi rendete conto quale infamia affermate dicendo che gli uomini e i cani, e le altre creature di questo genere, possono avere figli veri - figli che la verità creatrice ha concesso loro di generare -, e che il vero Figlio di Dio non sia la stessa verità.

O se, obbligati dalla Sacra Scrittura, ammettete che sia vero Figlio, vi chiediamo di riconoscere che non è degenere.

E degenere in che modo? Ascoltino i cattolici, da dove traggono vergogna gli eretici.

Il figlio di un uomo forte, qualora non abbia la forza, è ritenuto degenere; tuttavia è un uomo, poiché anche il padre lo è; anche in una vita differente, infatti, la sostanza non è diversa.

Voi volete che l'unigenito Figlio di Dio sia così degenere da negargli la stessa sostanza del Padre.

Sostenete con ostentazione che, nato inferiore, è rimasto inferiore; non concedete nessuna età nella quale possa essersi accresciuto, non concedete la medesima forma con la quale possa essere uguale.

Alla sua natura sottraete tante cose che mi meraviglio con che faccia possiate ritenerlo vero Figlio, a meno che voi non pensiate, con infelicissimo errore, che non si possa giungere alla gloria dell'unico Padre se non attraverso l'oltraggio dell'unico Figlio.

7 - Sulla grandezza del Figlio

In settimo luogo, ho detto: Riconosciamo il Figlio Dio grande a tal punto che lo proclamiamo uguale al Padre.

Pertanto, senza motivo hai voluto dimostrare con prove e molte parole ciò che noi riconosciamo con fermezza.

E a queste mie parole ho aggiunto una esposizione nella quale ho reso conto del perché il Figlio, pur essendo uguale al Padre, dica tuttavia che il Padre è il suo Dio, quando afferma: Salgo al Padre mio e al Padre vostro, mio Dio e Dio vostro. ( Gv 20,17 )

Ciò perché tu avevi ricordato questa testimonianza evangelica, con la quale hai ritenuto di dimostrare che il Figlio non è uguale al Padre.

Io, pertanto, rispondendo a queste tue affermazioni, ho detto che il Padre è Dio anche dell'unigenito Figlio, in quanto questi si è fatto uomo ed è nato da una donna; e questo è ciò che dice nel Salmo, quando ha annunziato quello che sarebbe avvenuto: Dal grembo di mia madre tu sei il mio Dio, ( Sal 22,11 ) per dimostrare con ciò che il Padre è suo Dio, perché il Figlio si è fatto uomo.

Come uomo, infatti, è nato dal ventre della madre; e come Dio fatto uomo è nato da una vergine: cosicché il Padre non solo è Padre di colui che generò da se stesso, ma in realtà è anche Dio di colui che creò uomo dal ventre della madre.

Volendo rispondere a queste affermazioni tu hai detto molte cose, e hai addotto molte testimonianze, che non ti aiutano per niente.

In nessun modo hai potuto scoprire perché è stato detto: Dal ventre di mia madre tu sei il mio Dio, sebbene tu abbia citato le stesse parole della Sacra Scrittura.

Non so assolutamente perché tu abbia citato in quel luogo la testimonianza di un altro salmo, dove sta scritto: Con te il principato nel giorno della tua potenza, tra santi splendori, dal seno prima dell'aurora ti ho generato. ( Sal 110,3 )

Qui, infatti, non è la persona del Figlio che dice: " Dal tuo seno ", o " Dal ventre tuo, tu sei il mio Dio ".

Quella generazione è ineffabile, sebbene derivi dal seno del Padre: questo è il significato, perché Dio ha generato Dio da se stesso, cioè dalla sua sostanza, come, quando nacque dal seno della madre, l'uomo generò l'uomo.

Così potremmo intendere che in entrambe le generazioni non sono diverse le sostanze di colui che è nato e di coloro dai quali è nato.

Certamente diversa è la sostanza di Dio-Padre e della madre umana; non è però diversa la sostanza Dio-Padre e Dio-Figlio; come non è diversa la sostanza della madre umana e del figlio umano.

Ad ogni modo, ascolta cosa dice il Figlio nella profezia: Dal ventre di mia madre tu sei il mio Dio. ( Sal 22,11 )

Non tentare di nascondere cose evidenti con molte parole non necessarie alla circostanza.

Colui che dal suo seno è Padre del Figlio, è suo Dio dal ventre della madre, non dal suo.

A questo non hai potuto assolutamente rispondere.

8 - Sulla sottomissione del Figlio

In ottavo luogo, ti ho risposto riguardo alla sottomissione con la quale il Figlio è sottomesso al Padre, poiché tu avevi detto: Con la sua sottomissione stabilì che vi era un solo Dio.

Ho risposto che questo può essere interpretato correttamente nel senso che il Figlio, in quanto uomo, è sottomesso al Padre.

Né bisogna meravigliarsi di ciò, dal momento che si legge senza dubbio che, secondo la stessa forma di servo, era sottomesso anche ai genitori, ( Lc 2,51 ) e di lui sta scritto: Eppure lo hai fatto poco meno degli angeli. ( Sal 8,6 )

E, come per rispondere a questo, tu hai detto che mi sono espresso nel miglior modo possibile, poiché per la forma di servo era soggetto anche ai genitori.

Poi, come per dimostrare che era a tuo favore ciò che vedevi essere contro te, ed anche per gli uomini imprudenti e meno attenti che leggeranno queste cose, come se ti obbligassero a rispondere, quando non sapevi cosa dire, aggiungi e dici: Se risulta sottomesso ai genitori che lui stesso ha creato, perché tutte le cose sono state create per mezzo di lui ( sappiamo infatti che il Figlio fu generato dal Padre non dopo i tempi, bensì prima dei tempi ); se dunque - dici - era sottomesso ai genitori, come l'autorità delle Sacre Scritture proclama con grandissima chiarezza, quanto più sarà sottomesso al Padre che lo ha generato tale e tanto grande, secondo quanto dice Paolo: " Quando tutto sarà stato sottomesso al Figlio, allora anche lo stesso Figlio sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa "? ( 1 Cor 15,28 )

Si potrebbe pensare che queste tue parole siano state dette da me e certamente siano mie, se a coloro che ti ascoltano mentre parli, e che poi leggeranno tutte queste cose, non apparisse chiaramente che sei stato tu a pronunciarle.

Chi infatti crederebbe che voi potete essere d'accordo con noi nell'affermare che Cristo è sottomesso secondo la forma di servo, e non secondo la forma di Dio?

9 - Se lo Spirito Santo adora il Padre

In nono luogo, ti abbiamo chiesto di dimostrare, se tu ne sei capace, attraverso le sacre Scritture se lo Spirito Santo adora il Padre.

Questo infatti avevi detto; ma, come mostra bene la tua stessa esposizione, alla quale ho risposto, non lo avevi dimostrato.

Quindi osserva che cosa hai risposto con la successiva esposizione a questa mia indagine.

Infatti, hai detto quanto hai voluto sul giudizio del Figlio, cosa che anche noi crediamo assai fedelmente, e sulla sottomissione, che non neghiamo che il Figlio accorda al Padre secondo la forma di servo.

Quando sei arrivato a dimostrare che il Padre è adorato dallo Spirito Santo, sei ritornato a quei gemiti, riguardo ai quali già prima ti avevo risposto, secondo l'uso delle Sacre Scritture, con quella espressione in cui si dice: E lo stesso Spirito intercede con gemiti inesprimibili. ( Rm 8,26 )

Noi crediamo che lo Spirito Santo non possa mai stare senza gemiti, poiché non si trova nessun giorno, nessuna ora, nessun istante in cui non vengano proferite a Dio preghiere dai santi in ogni luogo, qui da alcuni, lì da altri.

Poiché tuttavia non esiste tempo esente dalle preghiere dei santi, dal momento che di giorno e di notte, mentre gli uni sono riconfortati dal cibo e dal bere, altri fanno qualsiasi altra cosa, altri dormono, non mancano comunque coloro che il desiderio santo spinge a pregare, così capita che lo Spirito Santo, che è vicino a tutti in ogni luogo, non può desistere dai gemiti neanche per poco tempo, la qual cosa è di estrema miseria, se è costretto a gemere per le preghiere di chiunque.

A meno che non si intenda l'intercedere con gemiti inesprimibili nel modo in cui ho detto, ossia nel senso che lo Spirito fa intercedere i santi con gemiti di santi desideri, ai quali infonde il pio affetto della grazia spirituale.

Ho spiegato che ci sono modi simili di espressione, quando, attraverso la causa efficiente, si vuol significare l'effetto prodotto, come diciamo freddo pigro, perché rende pigri, e giorno triste o lieto, perché rende tristi o lieti; così, potrei ricordare anche le parole delle Sacre Scritture, quando Dio dice ad Abramo: Ora so, ( Gen 22,12 ) che non vuol dire nient'altro che: Ora ho fatto in modo che tu sappia; non bisogna dire infatti che allora Dio ha conosciuto, perché, anche prima che accadesse, non avrebbe mai potuto ignorarlo.

E non sei riuscito ad interpretare diversamente questi modi di espressione riguardanti le parole divine; in nessun caso, comunque, avresti dovuto ricorrere di nuovo a questi gemiti.

Nessuno infatti sente così riguardo allo Spirito Santo, a meno che non senta secondo la carne non secondo lo spirito.

Per quanto ti si conceda che lo Spirito Santo preghi in favore dei santi nel modo in cui tu senti questo, una cosa è sollecitare o pregare, un'altra adorare.

Chiunque prega, chiede; non tutti quelli che adorano chiedono, né chiunque chiede, adora.

Ripensa all'abitudine dei re, che erano spesso adorati, e non pregati; talvolta pregati, e non adorati.

E per questo non hai potuto dimostrare in nessun modo che il Padre è adorato dallo Spirito Santo.

10 - Come il Padre, il Figlio e lo Spirito S. siano un unico Dio

In decimo luogo, ho discusso con te perché comprendessi in che modo la stessa Trinità, che diciamo essere di un'unica sostanza, per unione ineffabile sia un unico Dio; troviamo infatti che, di diverse sostanze, cioè dello spirito dell'uomo e dello Spirito del Signore, si dice che sono un solo spirito in virtù dell'unione con la quale l'uomo è unito a Dio, come afferma l'Apostolo: Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. ( Rm 8,5 )

Rispondendo a questo, o piuttosto non tacendo, ti sei sforzato di dimostrare come il Padre e il Figlio siano una cosa sola non per l'unità della natura, ma per l'unità della volontà.

Certo siete soliti affermare questo, ma solo quando vi si obiettano le parole del Signore: Io e il Padre siamo una cosa sola. ( 1 Cor 6,17 )

Io, invece, con questo passo non ho voluto provare che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono una cosa sola, cosa che crediamo con tutta sicurezza e fermamente per l'unità della sostanza, ma che la stessa Trinità è un unico Dio.

Altro è dire che sono una cosa sola, altro è dire che sono un unico Dio.

Distingui " è " e " sono". L'Apostolo non dice: " Coloro che sono uniti al Signore sono una cosa sola ", dato che diversa è la sostanza, ma dice: Chi è unito al Signore, è un solo spirito.

Se poi voi, quando, parlando dei due, si dice: " È uno " ( unus ) e si specifica quale uno, come dice l'Apostolo: È un solo spirito, ritenete che sia la stessa cosa di quando dei due si dice: " Sono una cosa sola " ( unum ) e non si specifica quale cosa sola, come afferma il Salvatore: Io e il Padre siamo una cosa sola, perché non dite che il Padre e il Figlio sono un solo Dio?

Perché quando sentite: Ascolta Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo, ( Gv 10,30 ) volete interpretarlo solo riferito al Padre?

Certo, il Padre è Signore Dio e il Figlio è Signore Dio: perché per voi non sono entrambi un unico Signore Dio, come per il santo Apostolo lo spirito dell'uomo e lo Spirito del Signore sono un solo spirito?

Quale utilità porta alla vostra causa il fatto che diciate che questo si realizza per l'accordo della volontà? Senza dubbio c'è questo accordo, ma solo quando è diversa la natura, come è diversa la natura dell'uomo e del Signore, si può dire: Colui che è unito al Signore, certo per consenso della volontà, è un solo spirito.

Se dunque non volete affermarlo per l'unità della sostanza, ditelo per l'accordo della volontà, ma alfine ditelo: in qualsiasi modo dite che il Padre e il Figlio sono un unico Dio.

Ma non lo dite per non essere costretti ad affermare, cosa che mai avete voluto fare, che si riferiscono ad entrambi, non soltanto al Padre le parole: Ascolta Israele, il Signore è il tuo Dio, il Signore è uno solo, ( Dt 6,4 ) poiché non volete affermare che lo Spirito Santo è Dio, non volete confessare che è Signore.

Dite, lo ripeto, in base a quale ragione volete che il Padre e il Figlio siano un unico Dio Signore, affinché servendo il Padre e il Figlio non serviate due dèi e due signori contro il precetto di Dio, ma un solo Signore.

Ma ora su questa questione sia sufficiente quanto si è detto.

Penso che dopo aver letto questo, se deporrai la rivalità non negherai che non hai potuto rispondere niente alle parole che ho citato dell'Apostolo: Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. ( 1 Cor 6,17 )

11 - Sul tempio dello Spirito Santo

In undicesimo luogo, ho dimostrato che lo Spirito Santo è Dio, come testimonia l'Apostolo quando, a proposito del tempio dello Spirito che siamo noi stessi, dice: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? ( 1 Cor 3,16 )

E ancora: Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio? ( 1 Cor 6,19 )

Tu a questo non hai risposto nulla. Hai detto infatti: Accetto il testo che hai proposto: " Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? ".

Infatti Dio non abita in un uomo che non sia stato prima santificato e purificato dallo Spirito Santo.

E in questo modo hai voluto dare ad intendere che lo Spirito Santo non è detto Dio, e che noi non siamo tempio dello Spirito Santo, ma di Dio, dato che è stato detto: Siete tempio di Dio.

Ed è stato aggiunto: Lo Spirito di Dio abita in voi, perché lo Spirito Santo purifica il tempio di Dio, non il suo; solo quando egli lo avrà purificato, allora Dio vi abiterà.

Quale assurdità derivi da questa tua interpretazione, non voglio dirlo ora.

Ora infatti devo dimostrare come, parlando molto, non hai detto nulla di pertinente al tema.

Infatti, hai abbandonato la questione e hai avviato una lode dello Spirito Santo che hai sviluppato abbondantemente contro te stesso.

Ho detto contro te stesso, perché non vuoi chiamare Dio colui la cui divinità sei stato costretto a professare in una così grande lode.

Hai affermato infatti che egli è unico, che è presente ovunque, che non manca a nessuno per santificarlo, che è in qualsiasi parte qualcuno voglia essere cristiano e pregare Dio, che si manifesta nello stesso momento sia in oriente sia in occidente a tutti coloro che sono battezzati in Cristo.

Questo lo diciamo anche noi. Ma lungi da noi il negare che sia Dio colui che definiamo tale e tanto grande; ciò si dimostra assai prontamente e facilmente anche attraverso il suo tempio, che siamo noi.

Infatti, se non fosse nostro Dio, non avrebbe potuto averci come tempio.

Tu, per occultarlo e per distogliere le menti degli uomini dalla luce della verità, nel tuo discorso non hai voluto che si intendesse dello Spirito Santo tutto ciò che hai detto del tempio di Dio; del tempio dello Spirito Santo, poi, hai completamente taciuto, come è emerso in modo del tutto palese.

Quando, infatti, ti ho citato due testimonianze dell'apostolo Paolo, la prima che dice: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? ( 1 Cor 3,16 ) la seconda che dice: Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi? ( 1 Cor 6,19 ) perché ti sei comportato con inganno tale da ricordare solo una delle testimonianze, quella in cui si dice: Siete tempio di Dio, e tacere l'altra, in cui si dice: Il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi?

Ti chiedo perché hai fatto questo, se non perché non avresti potuto provare in alcun modo che non era nostro Dio colui che ci ha come tempio.

Senza dubbio lo avremmo riconosciuto come Dio se la Sacra Scrittura ci avesse ordinato di costruirgli un tempio di legno e pietra.

12 - Il Padre e il Figlio sono una cosa sola

In dodicesimo luogo, ti ho esortato a rendere manifesto, se ti era possibile, da quale autorità divina sia stato detto che sono una cosa sola ( unum ) quelle realtà le cui sostanze sono diverse.

Tu, poi, volendo rispondere a questo, non hai potuto addurre alcun argomento.

Però, costretto da grandi angustie, hai osato affermare che gli apostoli sono una cosa sola con il Padre e con il Figlio.

Questo Cristo non lo ha affatto detto.

Così, da te è stato detto che il Padre, il Figlio e gli apostoli sono una cosa sola.

Cristo infatti non ha detto: "Perché loro e noi siamo una sola cosa ", ma: Perché siano una sola cosa, come lo siamo noi.

Infatti, per citare proprio le parole del Vangelo, Cristo ha detto: Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.

Forse ha detto: "Perché siano una cosa sola con noi ", o " Perché loro e noi siamo una sola cosa "?

Ugualmente poco dopo ha detto: Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una cosa sola.

E non ha detto: " Perché siano una cosa sola con noi ".

Poi prosegue: Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola.

E non ha detto: " Perché siamo una cosa sola ", o: " Che siano una cosa sola con noi "; ma: Siano in noi una cosa sola, perché coloro che sono una cosa sola per natura, dato che sono uomini, siano una cosa sola anche nel Padre e nel Figlio.

Non, però, che siano una cosa sola con il Padre e con il Figlio, ossia non che questi e quelli siano una cosa sola.

Inoltre aggiunge: Perché il mondo creda che tu mi hai mandato e la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una cosa sola come noi siamo una cosa sola.

Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità. ( Gv 17,11-23 )

Avendo ripetuto tante volte: Che siano una cosa sola, tuttavia non ha detto in nessun luogo: " Che loro e noi siamo una cosa sola ", cioè che siano una sola cosa con noi, ma ha detto o in noi, o come noi; cioè, loro in conformità con la loro natura, noi con la nostra.

Voleva infatti che loro, che erano una cosa sola per natura, per il fatto stesso di essere una cosa sola, fossero perfetti.

Infatti, non perché dice: Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste, ( Mt 5,48 ) vuole che loro, per l'unità della natura, siano uniti a Dio, come se fosse una sola e identica la loro natura e la sua, ma vuole che siano perfetti nella loro natura, come Dio è perfetto nella sua, sebbene siano diverse e non una sola.

Perché se non siamo in lui, non possiamo in alcun modo esistere.

E non come in lui sono tutti, dato che egli contiene tutto ciò che ha creato, ragione per la quale di lui si dice: Non è lontano da ciascuno di noi.

In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, ( At 17, 27.28 ) ma come in lui sono coloro dei quali è stato detto: Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. ( Ef 5,8 )

Da ciò si spiega anche quel passo: Sposi chi vuole, purché ciò avvenga nel Signore. ( 1 Cor 7,39 )

Dunque, non hai potuto rispondere quando si è detto: " Sono una cosa sola " di quelle realtà la cui sostanza non è una sola, bensì diversa; tuttavia, in un passo oscuro hai voluto insinuare che gli apostoli sono una cosa sola col Padre e col Figlio, come se gli apostoli, il Padre e il Figlio fossero una cosa sola, quando è chiaro che la sostanza degli apostoli è diversa da quella del Padre e del Figlio.

Ma poiché è evidente che Cristo non ha mai detto: " Perché essi e noi siamo una cosa sola ", o: " Che siano una cosa sola con noi ", risulta chiaro che tu non hai potuto risponderci, e hai voluto ingannarci.

13 - La testimonianza che il Padre ha dato al Figlio

In tredicesimo luogo, ti ho avvertito che il Padre non è maggiore del Figlio, per il fatto che il Padre ha dato testimonianza al Figlio.

Infatti, ho ricordato che anche i profeti hanno dato testimonianza di lui, e non per questo puoi dire che siano più grandi.

Avevi detto che il Padre ha dato testimonianza al Figlio, e io ho accolto questa affermazione come se con essa tu volessi provare che chi dà testimonianza a qualcuno è più grande di lui; poiché, tuttavia, nella tua ulteriore esposizione hai del tutto taciuto questo punto, ho interpretato il tuo silenzio come un consenso, benché sia possibile che tu abbia ricordato che il Padre ha dato testimonianza al Figlio, per provare con ciò che l'uno e l'altro sono distinti e non che l'uno sia maggiore dell'altro.

Ma che il Padre sia una cosa e il Figlio sia un'altra, dato che il Padre non è lo stesso che il Figlio, è un dogma comune a noi e a voi contro i Sabelliani.

Costoro, infatti, dicono che il Figlio non è distinto, ma è identico al Padre.

Noi invece sosteniamo che il Padre e il Figlio sono distinti e tuttavia diciamo che ciò che è il Padre, è anche il Figlio.

14 - L'amore del Padre e del Figlio

In quattordicesimo luogo, alle parole: Leggo prediletto e credo che il Padre sia colui che ama e il Figlio colui che è amato, ho risposto: Dici, però, che tra il Padre e il Figlio c'è diversità, perché il Padre ama e il Figlio è amato.

Come se potessi negare che anche il Figlio ama il Padre.

Poi ho aggiunto: Se entrambi si amano vicendevolmente, perché negate che siano di una sola natura?

E in verità ho detto questo perché non negassi che la natura di entrambi è una sola, dato che hai tu stesso affermato che uno ama e l'altro è amato.

Rispondendo a ciò, tu hai ammesso che anche il Figlio ama il Padre, ma non hai voluto ammettere che siano di una sola natura.

Come se il Figlio amasse il Padre come una creatura ama il Creatore, non come l'Unigenito ama colui che lo ha generato; così, avete voluto che, per la diversità della sostanza, il Figlio fosse degenere.

15 - L'invisibilità della Trinità

In quindicesimo luogo, ho detto, ugualmente, che la Trinità è invisibile, non solo il Padre; ma solo il Figlio è apparso visibilmente nella forma di servo, per la quale ha detto: Il Padre è più grande di me. ( Gv 14,28 )

Ma poiché la divinità si è mostrata ai Padri, ho detto che ciò è avvenuto attraverso una creatura subordinata, non nella sua propria natura, in virtù della quale la Trinità è invisibile.

E per provare ciò, ho ricordato Mosè che diceva a colui col quale parlava faccia a faccia: Se ho trovato grazia davanti a te, mostrati a me chiaramente, ( Es 33,11-13 ) affinché comprendessi in che modo vedeva colui che desiderava gli si mostrasse chiaramente.

Poiché senza dubbio, se avesse visto Dio nella sostanza in cui Dio è, certamente non avrebbe chiesto che gli si mostrasse chiaramente.

Ho detto anche che Cristo è creatore delle cose visibili e invisibili, per provare che egli, nella sua propria sostanza, non è visibile, se da lui poterono essere create non solo le cose visibili, ma anche quelle invisibili.

Ti sei sforzato di rispondere a questo, e quante cose hai detto che non riguardano la questione, lo vedano i lettori; tuttavia non hai osato dire nulla riguardo a Mosè, per quale ragione, cioè, voleva che Dio, con il quale parlava, gli si mostrasse chiaramente, se effettivamente vedeva la sua natura e la sua sostanza.

E inoltre non hai cessato di affermare che il Figlio di Dio è creatore delle cose invisibili, e che, prima di assumere la forma di servo, fu visibile nella forma di Dio; però, precedentemente, tu stesso avevi confessato che il Figlio, invisibile nella sostanza della sua divinità, poté essere visto nella forma di servo.

16 - Su Dio solo sapiente

In sedicesimo luogo, poiché affermasti che solo del Padre l'Apostolo ha detto: A Dio che solo è sapiente, ( Rm 16,27 ) io ho replicato: Dunque solo il Padre è Dio sapiente e non è sapiente la stessa Sapienza di Dio, che è Cristo, di cui l'Apostolo dice: " Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio! ". ( 1 Cor 1,24 )

Poi ho aggiunto: Ci manca che affermiate ( perché non osate farlo? ) che la Sapienza di Dio è stolta.

A questo tu hai replicato: San Paolo apostolo proclama sapiente solo il Padre, dicendo: " A Dio che solo è sapiente ".

Ma bisogna verificare il criterio per cui egli è il solo sapiente; non perché Cristo non sia sapiente.

Poi hai proseguito e hai aggiunto in che modo professi che anche Cristo è sapiente.

Poi, dopo aver intrecciato alcuni argomenti che non riguardano la questione, per prolungare il tuo discorso e il tempo, hai inserito anche questo fra le tue parole: Ma solo il Padre è veramente sapiente.

Come se l'Apostolo avesse detto: Al Padre che solo è sapiente, quando invece ha detto: A Dio che solo è sapiente, poiché Dio è anche il Figlio, cosa che anche voi ammettete; Dio è anche lo Spirito Santo, sebbene voi non lo ammettiate, e questa Trinità è il solo Dio sapiente, che mai ha potuto né potrà essere stolto; non partecipe della sapienza per grazia, ma sapiente per l'immobilità e l'immutabilità della sua natura.

Infatti, se ti dicessi: O uomo che ti vanti del nome cristiano, Cristo è sapiente in modo da non essere veramente sapiente?

Dunque Cristo, che è vero Dio, non è veramente sapiente?

Non saresti sconcertato da questa domanda così da rispondere immediatamente che Cristo è veramente sapiente?

Che significa ciò che hai detto: Ma il solo davvero sapiente è il Padre?

Certamente già ti accorgi a che punto sei arrivato e da quale bestemmia devi distoglierti.

17 - Su Dio non creato

In diciassettesimo luogo, ho trattato con te del fatto che anche il Figlio, non solo il Padre, è increato, ossia non è stato creato.

Avevi detto, infatti, che voi annunciate un solo Dio, poiché uno è sopra ogni cosa non nato, non creato.

Dunque, rispondendo alla tua audacia, ho detto: Allo stesso modo, poi, affermi che il Padre non è creato, come se fosse creato il Figlio, attraverso cui sono state create tutte le cose.

Poi ho aggiunto: Sappi che il Figlio è stato creato, ma nella forma di servo.

Infatti, nella forma di Dio non può essere stato creato, tanto che attraverso di lui sono state create tutte le cose.

Se, infatti, anch'egli fosse creato, non ogni cosa sarebbe stata creata attraverso di lui, ma il restante.

A questo tu, con tutto il tuo discorso prolisso, non hai trovato nulla da replicare, così che ti sei del tutto ammutolito, come se non lo avessi ascoltato.

18 - Sul Padre non generato

In diciottesimo luogo, ho ritenuto di dover trattare con te anche del Padre non nato, cioè non generato e ho detto: Certamente non dico che il Figlio sia ingenito, ma il Padre è genitore, il Figlio è generato.

Il Padre, però, lo generò come lui è; altrimenti non è vero Figlio, se il Figlio non è ciò che è il Padre.

In questo senso abbiamo parlato precedentemente della nascita degli animali.

Anche a questo tu non hai replicato nulla né di vero né di falso.

19 - L'uguaglianza dello Spirito Santo col Padre

In diciannovesimo luogo, poiché mi avevi chiesto che ti dimostrassi che lo Spirito Santo è uguale al Padre, ti ho risposto: Poi che senso ha chiedermi di dimostrarti che lo Spirito Santo è uguale al Padre, come se tu mi avessi dimostrato che il Padre è maggiore dello Spirito Santo?

Hai potuto dimostrarlo del Figlio, relativamente alla forma di servo.

Sappiamo infatti che è stato detto che il Padre è maggiore del Figlio, poiché il Figlio è esistito nella forma di servo, e ancora è nella forma umana che elevò al cielo; perciò di lui si dice che ancora " intercede per noi ". ( Rm 8,34 )

E questa stessa forma immortale sarà eterna nel regno; perciò si dice: " Anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa ". ( 1 Cor 15,28 )

Infatti, in relazione allo Spirito Santo, che non ha assunto nessuna creatura nella unità della sua persona, sebbene si sia degnato di manifestarsi visibilmente attraverso una creatura e nell'aspetto di una colomba e di lingue di fuoco, ( Mt 3,16; At 2,3 ) mai si è detto che il Padre è più grande di lui; mai si è detto che lo Spirito Santo abbia adorato il Padre, mai che è minore del Padre.

Tu hai voluto rispondere a questo, tuttavia non hai risposto.

Infatti, non hai potuto dimostrare che, in qualche passo, il Padre sia stato detto più grande dello Spirito Santo, come il Figlio per la forma di servo disse: Il Padre è più grande di me. ( Gv 14,28 )

E mentre io ho detto che lo Spirito Santo non ha assunto alcuna creatura nella unità della sua persona, tu hai detto che lo Spirito Santo è apparso come colomba e fuoco nello stesso modo in cui Cristo è apparso come uomo, come se la colomba e lo Spirito o il fuoco e lo Spirito fossero una persona, nello stesso modo in cui il Verbo e l'uomo sono una persona.

Quelle figure certo sono apparse in un momento preciso per mostrare in maniera visibile, con un segno, lo Spirito Santo invisibile: la colomba, simbolo dell'amore santo, e il fuoco, simbolo della luce e del fervore della carità.

E portato a termine il compito di essere un segno, quelle figure corporee sparirono e cessarono di essere oltre, come la colonna di una nube, oscura di giorno, luminosa di notte. ( Es 13,21-22 )

Infine, perché non si ritenesse che la colomba o la fiamma riguardassero la sostanza dello Spirito Santo, o che la natura di una così grande maestà si fosse trasformata in questi esseri visibili, o che li avesse assunti nell'unità della sua persona, mai più si legge che lo Spirito Santo sia apparso in tal modo.

Cristo, invece, non ha assunto temporaneamente la forma umana, nella quale è apparso agli uomini, per poi lasciare quella figura; al contrario, rimanendo invisibile nella forma di Dio, ha assunto nell'unità della sua persona la forma di uomo visibile.

Non solo è nato in essa da madre umana, ma è anche cresciuto in essa e ha mangiato e bevuto e dormito in essa, ed è stato ucciso in essa, ed è risorto in essa, ed è asceso al cielo e siede alla destra del Padre in essa, e verrà a giudicare i vivi e i morti in essa, e nel suo regno in essa starà sottomesso a colui che gli ha sottomesso ogni cosa.

Ora ho spiegato un po' più ampiamente, perché tu le comprendessi, queste cose dette brevemente nella mia risposta; tu non hai voluto rivolgere l'attenzione ad esse né considerarle, precipitando in una tale bestemmia da sostenere ( oh orrore! ) che la natura divina di Dio e dello Spirito Santo si può trasformare ed è mutevole.

Infatti queste sono parole tue: Ciò che ho esposto sull'invisibilità di Dio onnipotente, anche tu stesso, sia pure con un'altra finalità, pur tuttavia lo hai sostenuto con tue parole, cioè che lo Spirito Santo è stato visto sotto forma di colomba, e anche sotto forma di fuoco.

Il Figlio, certamente, sotto forma di uomo; ma il Padre, né sotto forma di colomba, né sotto forma di uomo; mai si trasformò in una qualche forma, e mai si trasformerà.

A proposito di ciò sta scritto: " Io sono colui che sono, e non muto ". ( Es 3,14; Ml 3,6 )

Poi aggiungi: Il Figlio, certamente, già costituito nella forma di Dio, come tu stesso hai affermato, prese la forma di servo, che non prese il Padre; ugualmente lo Spirito Santo assunse l'aspetto di colomba, che non assunse il Padre.

Sappi dunque che, poiché uno solo è invisibile, uno solo è anche incomprensibile e immenso.

Forse avresti detto questo se avessi potuto pensare ciò che dici secondo lo spirito e non secondo la carne?

Infatti sei un uomo tu che leggi nelle Sacre Scritture: Io sono colui che sono, e non muto.

E poiché queste parole si riferiscono non solo al Padre, ma alla stessa Trinità, che è un solo Dio, tu, attribuendole soltanto al Padre, credi che il Figlio sia mutevole!

Credi mutevole l'Unigenito attraverso il quale sono state create tutte le cose; credi mutevole colui del quale il Vangelo dice: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio, e: Tutto è stato fatto per mezzo di lui. ( Gv 1, 1.3 )

Che dire dello Spirito Santo, quando credi mutevole colui che professi vero Figlio di Dio e vero Dio?

Certo, non lo crederesti se credessi come cattolico che la forma di servo è stata assunta dalla forma di Dio e non che la forma di Dio si è trasformata in forma di servo.

E penseresti non secondo la carne, ma secondo lo spirito che, assunto l'uomo visibile, è rimasto il Dio invisibile; e non saresti diffidente contrastando, ma, comprendendo, lo vedresti.

E potresti convenientemente considerare che lo Spirito Santo, rimanendo nella sua natura invisibile senza averla in alcun modo mutata o trasformata in figura di fuoco o di colomba, quando volle è apparso visibile attraverso una creatura sottomessa. ( At 2,3; Mt 3,16 )

Ricordati tuttavia che, contro la mia affermazione, non hai potuto dimostrare con alcuna testimonianza divina che il Padre è più grande dello Spirito Santo e che il Padre è adorato dallo Spirito Santo.

20 - Benché il Padre sia ingenito, tuttavia il Figlio è uguale a Lui

In ventesimo luogo, alle tue parole sul Figlio: Se fosse uguale al Padre, certamente sarebbe identico; se fosse identico, certamente sarebbe non nato, io ti ho risposto: Ma a proposito del Figlio dici: Se fosse uguale al Padre, certamente sarebbe identico; ciò significa che, poiché non è ingenito, non sembra identico.

Potresti dire che non era uomo quello generato da Adamo, dato che lo stesso Adamo non è generato, ma creato da Dio?

Se poi Adamo poté esistere senza essere generato, e tuttavia poté generare un essere come se stesso, non vuoi che per Dio non sia stato possibile generare un Dio uguale a sé?

Non mi meraviglio che tu non abbia trovato alcuna risposta a questo, ma ti lodo apertamente perché non hai tentato di rispondere.

Magari lo avessi fatto in ogni occasione! Infatti, nei nostri discorsi non hai mai potuto trovare cosa rispondere, e tuttavia non hai mai voluto tacere.

Ma poiché nelle altre circostanze hai detto così tante parole non necessarie alla questione che stiamo trattando e, parlando, hai consumato il tempo, ti dobbiamo ringraziare quando, vedendo che non potevi confutare alcuni argomenti, hai preferito ometterli con un silenzio assoluto.

Indice